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Anno 2008

Questa dovrebbe essere una biografia…oppure un modo per dire qualcosa del webmaster che si occupa del lato tecnico di Stonehand Express e che contemporaneamente ne cura una rubrica, ma non mi va di scriverla. Alcune notizie su di me potrete trovarle nella sezione “Manodipietra Story”, qui parliamo d’altro…

Sono un chitarrista a cui una volta, oltre all’intoccabile rock’n’roll classico, piaceva anche il Blues ed è per questo che volevo diventare come Eric Clapton, Slowhand ed è sempre per questo che e per lunghi anni, mi sono lacerato le dita su fili d’acciaio tesi su un pezzo di legno chiamato Gibson (pur amando follemente le Stratocaster, e questo la dice lunga). Altro che Slowhand, maledizione, io ero Stonehand, Manodipietra e tutto questo solo per avvalorare la tesi di John Lennon per cui un chitarrista può arrivare solo fin dove gli consentono le dita, dopo deve arrendersi…

Poichè non riuscivo ad attenere i risultati che cercavo, smisi di cercarli (ottima idea) e smisi di suonare (pessima idea) per molti anni, troppi.

Poi un bel giorno mi capitò tra le mani una chitarra classica e quasi senza accorgermene cominciai ad accarezzarne le corde…dio che suono meraviglioso…non avevo mai suonato una chitarra classica e non mi ero mai accorto di quanto fosse grande. Improvvisamente non potevo più farne a meno così, appena possibile, corsi a compramente una. Mi orientai su una Yamaha CGX111SCA per la sua action e la cassa stretta e stavo per sborsare la cifra richiesta quando in un angolo vidi Rosalinda. Costava la metà della CGX111SCA, era di marca ipotetica ed i materiali di costruzione erano un po’ sospetti, ma era bellissima ed era la mia chitarra. La potete ammirare nella pagina dedicata alle mie chitarre.

I più attenti avranno subito notato qualcosa che non va, agli altri dò un suggerimento: si e’ mai visto un chitarrista blues con la chitarra classica? A casa, strimpellando Rosalinda me lo chiedevo anche io..la musica Blues è da sempre associata allo sferragliante suono metallico delle National, delle Dobro, delle parlor, poco si addice al suono dolce e pastoso di una chitarra classica. Cosa dovevo fare io? mettermi a suonare Segovia o Mozart solo per una questione di stile o dovevo fregarmene e suonare quel che mi piaceva? secondo voi che cosa ho fatto?

Mississippi John Hurt ed Elizabeth Cotten, con le corde di nylon, suonano in modo magnifico e poi le loro ferrose chitarre son state una scelta ponderata o sono state imposte dalle circostanze, dalla povertà?
Mi piace pensare che Robert Johnson avesse potuto scegliere tra la sua rozza chitarra e la mia rozza, ma bellissima chitarra, avrebbe scelto la mia. Col cavolo che glie l’avrei data!

Maggio 2011

Strimpello anche l’armonica, la lap steel guitar, il mandolino ed altre piccole o grandi macchine da musica come l’Ukulele strumento che sto ancora imparando a conoscere pur avendolo avvicinato nel lontano 2005, ed è proprio per meglio conoscerlo ho deciso di provare ad applicarmici un po’ seriamente per poi vedere come va a finire, smettendo conseguentemente di esercitarmi giornalmente con la chitarra. Non cambia niente, se anche non dovessi mai più suonare la chitarra (ma continuo a suonarla, non preoccupatevi) rimango sempre un chitarrista e l’ukulele che cosa è, in fondo, se non una piccola chitarra? ed io che cosa sono se non un piccolo chitarrista?

Anno 2012

Negli anni l’amore per il blues è stato raggiunto, se non superato, da quello per il country e da quello per il folk americano, a sua volta affiancato (e forse superato) dal folk italiano e del sud italia in particolare e l’attrazione verso le percussioni si è realizzata imparando (sempre a modo mio) a suonare quelle tipiche della tarantella: tammorra, tamburello da pizzica e tamburello calabrese. A questo aggiungiamo la deprecabile circostanza che, dopo alcuni decenni, ho ripreso a suonare il mandolino con un certo gusto e che non mi è mai passata la passione per la Lap Steel Guitar. C’è da divertirsi, anche considerando il fatto che mi è improvvisamente (ri)sorto una bell’interesse per il pianoforte….

Anno 2014

Lo so, sono strano, ma improvvisamente mi sono reso conto che tarantella e musica popolare non sono le mie vere radici musicali, appartengono ai miei genitori, forse, o a i miei nonni. Io sono nato e cresciuto in un epoca che aveva deciso di tagliare i ponti con la tradizione, considerandola roba vecchia e sostituendola con la plastica, il nylon, i transistor e il cemento armato. Le mie origini sono lì, nel beat italiano, nel rock’n’roll (ma questo l’ho sempre saputo), nella canzone napoletana (e nel suo festival che tutta l’Italia guardava in TV, negli anni ’60) e in tutte quelle cose che a un certo punto, insieme a tanti altri ragazzi, ho rifiutato in favore di una musica che veniva da oltremanica o da oltreoceano. Probabilmente ho sbagliato e sto cercando di recuperare il tempo perduto. Intanto ho ripreso a suonare la chitarra acustica dopo non so più quanti anni.

God Bless You

Manodipietra Story

  1. Fotografia. La fotografia mi ha sempre appassionato.Cominciai a “scattare” ancora bambino, con una Kodak Instamatic. Grandicello presi usata una Yashica del quale non rammento più il modello ma solo il peso, veramente eccessivo. Sempre usati acquistai moltissimi obbiettivi, l’attacco era a vite ed i prezzi di questi accessori erano davvero bassi.
    Il mio punto forte erano i ritratti che realizzavo con un obbiettivo da 100, ma me la cavavo anche con altri temi… lo scopo finale era quello di creare l’arte, mi credevo cioè un genio della fotografia.
    Realizzai anche una camera oscura e mi dedicai così alla stampa ed alle elaborazioni dei miei scatti, facendo poi esperimenti con carta ortofrenica, cliche vert ed altro ancora.
    Poi passai ad una Pentax ME Super ed in seguito ad una Nikon della quale, mentre scrivo, mi sfugge la sigla.
    La progressiva difficoltà nel reperire pellicola in bianco e nero mi fece passare alle diapositive ed alla conseguente dismissione della camera oscura. Pian piano mi accorsi di lasciare a casa sempre più spesso le sofisticate reflex e di usare quasi sempre la piccola ma fantastica Minox GT.
    Era il segno che i tempi stavano cambiando.
    Mi accorsi improvvisamente di non essere un genio della fotografia. Al massimo ero uno che faceva foto decenti :-) . Mi resi anche conto che forse non era affatto necessario che fotografassi ogni cosa che vedevo, altri lo facevano molto meglio di me, quindi lasciai perdere. Scatto ancora foto, di tanto in tanto, usando una piccola digitale chiamata Canon G12 che mi ricorda molto la vecchia Minox, tutto sommato è bello far foto, per conservar ricordi o documentare circostanze ed avvenimenti. Mi basta questo.
  2. Lo Scrittore.  Da bambino volevo, da grande, diventar scrittore :-? o giornalista. Fortunatamente il secondo sogno non si è avverato, un po’ però mi dispiace di non aver centrato il primo :-( -Normale -direte voi – non eri capace, e questa è sicuramente una delle ragioni, ma cosa conta essere capaci? quel che importa è avere un sogno e fare del proprio meglio per realizzarlo. Io invece vi ho rinunciato presto e proprio mentre stavo scrivendo il mio capolavoro :-) un lunghissimo dattiloscritto dal titolo “La musica del Diavolo-La Quinta Casa”. Un romanzo con una struttura simile a “Il Maestro e Margherita” con diverse storie, cioè, che si alternano e si intersecano  e un mare di personaggi da perderci il filo. A parte qualche piccolo testo teatrale e qualche piccola collaborazione giornalistica, non ho mai pubblicato nulla, ho però realizzato diversi manoscritti (editori, attenti) che devo avere ancora da qualche parte, spero, dai titoli eloquenti e forse anche un pochino incomprensibili:
    • Guardando Vetrine
    • Avalokitesvara
    • Imperituri
    • Fiorenzo
    • Lo Libro de lo Cammino
    • Sguardi Svogliati
    • Ognuno per Se’
    • La Belladonna
    • Neanche un saluto
    • Salsamentario
    • Non chiamarmi Cisco
    • La Sedia di Cisco
    • Il Bastone di Cisco

    Una produzione tutto sommato niente male, realizzata molto giovane e,  guardando a certe cose che si vedono in giro per le librerie, neanche così scadente come potrebbe sembrare dandoci una occhiata :-)

  3. Old music. Suono la musica che mi piace (almeno ci provo) come già detto più sopra. Suono fingerstyle nel senso che tra le mia dita e lo strumento che suono non ci sono altri accessori, non considerando il mandolino che necessita per forza di un plettro.
    Suono solo classici o comunque, canzoni non mie, ma non è sempre stato così.
    Prima di decidermi a suonare quel che più mi piaceva c’è stato un periodo, molto lungo durante il quale ho creduto di essere un vero musicista. Usavo scatole urlanti chiamate amplificatori ed asce taglienti chiamate Gibson. Tutta roba sprecata, in effetti, visto che non ho mai padroneggiato appieno la tecnica necessaria, essendo la strada a me più congeniale quella che ora percorro. Eh, ma allora non lo sapevo…e suonavo quelle cose lì.
    Ho scritto un numero sconfinato di canzoni, in quei tempi, ed alcune le ho anche incise.
    Canzoni che attraversavano tutti i generi: Rock, Metal, Pop, Punk, Jazz. E ho pure scritto testi impegnatissimi o leggerissimi…finchè ho detto basta.
    Non voglio annoiarvi con altri dettagli su un tempo lasciato alle spalle e che io stesso tendo a non voler ricordare, quindi passiamo oltre…
  4. Yellowsoft
  5. il Web
  6. The Aion. In sintesi il progetto The Aion era questo: raccogliere dati (biografia, immagini, carriera, links) di tutti gli artisti stranieri, di ascendenza italiana, sparsi per il mondo. Naturalmente il progetto era davvero troppo ambizioso, quindi fu ridotto al solo mondo del cinema e della televisione. Rusultando ancora inavvicinabile fu ridotto ulteriormente alle sole attrici ed allora funzionò.Era mia intenzione cercare collaborazione in alcune istituzioni, associazioni culturali italiane o estere ma sbattei contro muri alti chilometri, quindi feci da solo. Trovai comunque una ristretta cerchia di collaboratori e molti utenti interessati che portò alla nascita di una comunità web che si occupava proprio della ricerca e degli aggiornamenti. Purtroppo, e pian piano, il tempo che potevo dedicare a The Aion divenne sempre più esiguo, finchè semplicemente non potei più occuparmene.

    In otto anni di vita The Aion fu visitato da oltre sei milioni di persone e dedicò un mini sito ad ognuna delle attrici ospitate.