Ukulele Soprano Hibiscus Red Flea (FMM-E-105)
Questo ukulele
, lasciatemelo dire, è una piccola meraviglia a stelle e strisce. Progettato e commercializzato dal noto ukulelista “Jumpin” Jim Beloff, magari con l’aiuto della moglie Liz, è fabbricato da sapienti mani americane che probabilmente non son piccole e rapide come quelle asiatiche, ma gli strumenti musicali li sanno costruire. Accidenti se li sanno costruire.
Il Flea è un concentrato pazzesco di tecnologia, tradizione, e genialità, nonchè uno schiaffo in faccia a tutti coloro che pensano che uno strumento a corda debba essere per forza fatto di legni pregiati, esoterici e magari pure un po’ magici, per suonare bene. Per suonare bene uno strumento a corda deve essere semplicemente fatto bene, niente altro, ad avvalorare questa incredibile tesi si può portare come prova la famosa chitarra gipsy completamente in plastica ideata da Mario Maccaferri in america come replica della stessa chitarra che creò per la Selmer in Francia, che pare suonasse in modo splendido, si possono portare gli strumenti resofonici che, se nessuno se ne fosse accorto, sono fatti di varie leghe metalliche, si possono portare le chitarre classiche in cartone, di liutai d’altri tempi e ora studiate e replicate da rinomati liutai dei nostri tempi, si possono portare gli strumenti Ovation e si può portare infine questo piccolo Flea che di legno solido ha solo il manico, in un acero neppure tanto pregiato.
Andiamo a guardare bene come è fatto il piccolo Hibiscus, cominciando dalla tavola armonica: si tratta di un laminato in tre pezzi di 0,5 mm ognuno, il legno usato è il mogano (il costruttore non ne dichiara la provenienza) oppure il pino australiano. Non è facile capire quale tra le due essenze sia stata usata a causa della vernice rossa coprente, molto coprente, usata sull’intera tavola; nel caso dell’ukulele in esame propenderei per il pino, perchè sotto gli intagli del ponte se ne intravede una parte non verniciata, troppo chiara per essere mogano. Esiste una catena trasversale, tra la buca e il ponte, le mie dita non sono riuscite a trovarne altre. Il corpo è in ABS stampato a iniezione e rinforzato con fibra di vetro (è cioè in plastica dura) e vi sono molti rinforzi fascia, parte del medesimo stampo della cassa. La tavola è infine semplicemente incollata sulla cassa. Il ponte è in un qualche tipo di policarbonato, non si capisce se solo incollato sul piano armonico o inserito in qualche modo differente.
La tastiera è in policarbonato stampato a iniezione con i segnastasti, tondi e stampati anche loro, solo ai tasti 5, 7 e 12. I tasti sono piccoli ed essendo un tutt’uno con la tastiera non hanno problemi dovuti all’inserimento e alla rifinitura, è impossibile che uno sia più sollevato o che un altro vi tagli una falange. Sono perfetti ed esiste anche il tasto zero, come ulteriore finezza.
Manico e paletta sono in un unico pezzo e, come già detto, in normalissimo acero. Il manico ha una sezione strana, quasi quadrata, è cioè, dalla parte opposta alla tastiera piatto per una larghezza di circa un centimetro. Le ragioni di questa scelta mi sono ignote posso supporre che la zona piatta possa fungere da guida per il pollice, per coloro che usano una tecnica di derivazione classico/chitarristica, noi che siamo figli del blues e del rock’n’roll il pollice non lo teniamo certo lì. Il manico entra per 6 o 7 centimetri dentro il corpo, e appoggia su una zocchetta superiore di forma triangolare che prende praticamente tutta la parte superiore dello strumento, e che fa parte dello stesso stampo della cassa. E’ assolutamente impossibile capire se il manico è solo incollato su questa zocchetta o se è stato usato qualche altro sistema per fissarlo. La paletta è molto originale, di forma rettangolare ma senza la parte interna è cioè una piccola cornice nella quale sono infilate le 4 meccaniche di moderno tipo a frizione e di marca Grover. Molto buone.
E’ tutto qui. Uno strumento che, a sentire gli esperti di liuteria, neppure dovrebbe suonare, essendo un connubio di plastiche e compensati con un pezzo di acero in cima buono solo per poterlo meglio sventolare in aria giusto un secondo prima di distruggerlo contro un muro, ma io non sono un esperto di liuteria e quindi voglio proprio vedere come suona questo strumento.
Il manico è ben realizzato e la forma dello strumento consente di raggiungere agevolmente tutti i 14 tasti e, se ce ne fossero, anche di ulteriori; il particolare stampo della tastiera, a imitare il feeling del legno, fa perfettamente il suo dovere non restituendo la freddezza che il policarbonato dovrebbe restituire, tutt’altro, l’accoppiata manico tastiera è velocissima e comoda, bisogna solo fare un minimo di pratica per abituarsi ai tasti dello stesso colore della tastiera, ma dopo un po’ il problema si supera piuttosto facilmente. I soliti bending, hammer-on e pull-off sono molto facili da eseguire e, udite udite, poco rumorosi. Cosa significa questo? il concetto non è così facile da spiegare, vedete io vengo dalla chitarra elettrica e nella chitarra elettrica, almeno per chi la suona come la suonavo io, in favore della fluidità e velocità dell’esecuzione si sacrificano elementi come il corretto punto, tra i tasti, dove premere la corda, la corretta posizione delle dita e altro ancora. In pratica la chitarra suona sempre, essendo amplificata e se io debbo sparare una raffica di note in tre secondi e mezzo chi se ne frega quale parte del polpastrello del mio indice sinistro vado ad appoggiare sulla corda o se premo più o meno vicino al tasto? Passando agli strumenti acustici tutti in nodi vengono al pettine e occorre imparare a essere molto precisi, a volte pur credendo di esserlo si suona una nota che non vien fuori come la si voleva, c’è qualcosa insieme a questa nota che potrebbe essere rumore, oppure il risultato non perfetto di ciò che accade tra dito, tasto, corda e tastiera. La colpa è chiaramente sempre del dito, ma non si riesce a capire perchè. Con il Flea non ho questo problema, forse a causa del fatto che tastiera e tasti sono un tutt’uno, fattostà che è molto buono con i miei polpastrelli e si comporta proprio come si comportava la mia vecchia chitarra elettrica. E’ per questo che sto puntanto con un certo interesse il Fluke tenore, fratello maggiore del piccolo Flea…
Per tutto ciò che concerne le varie fissazioni riguardo gli strumenti musicali io sono una specie di campione mondiale Honoris Causa, nel senso che neppure parteciperei al campionato, se ci fosse, tanto lo vincerei facile facile, quindi non posso dir nulla su coloro che sono fissati con l’intonazione e che, poichè a orecchio non riuscirebbero mai a capire se uno strumento è intonato o no, ricorrono al tuner struggendosi se il LA cresce di un quarto di tono o il MI al 12 tasto è in realtà un RE e tre quarti e mezzo. E’ l’unica fissazione che io non ho, ma la capisco, credetemi, faccio di peggio: misuro la curvatura del manico con sistemi scientifici ed empirici, così come l’action e il “passo” tra le corde al ponte e al capotasto, e a proposito del capotasto ne controllo la costruzione e l’altezza e faccio altre cose che nessuno si sognerebbe mai di fare quando si trova tra le mani uno strumento bello e che suona bene. Amici maniaci dell’intonazione, su, siam quasi fratelli, e comunque non preoccupatevi più di tanto: questo Flea è lo strumento a corda più intonato che io abbia mai provato! il solo LA è quasi impercettibilmente crescente, tutto il resto è perfetto, preciso in modo maniacale.
Suonando le corde a vuoto si ha la prima sorpresa, il suono è forte, davvero forte. L’ABS usato per la cassa non fa per nulla rimpiangere il legno, vibra che è una bellezza e amplifica tutto alla grande. Vibra anche la tavola armonica e continua a vibrare per un bel po’ anche stoppoandola. Il compito di una tavola armonica è questo, non deve essere bella ma vibrare nel modo corretto, solo così riuscirà a produrre, con l’aiuto di altre parti dello strumento, un suono bello e piacevole. L’Ukulele Soprano Hibiscus Red Flea ha un suono armonico e, non dimentichiamolo, molto forte. Il timbro è delizioso e caldo e presente e incisivo e molto portato per il solismo.
Cosa posso dirvi di più? questo è uno strumento davvero professionale ma dal rapporto qualità prezzo tutto in favore dell’utente: questo tipo di ukulele potrebbe costare il doppio e continuare ad avere un mercato, forse potrebbe costare addirittura il triplo o il quadruplo e, puntando sulla ricerca, sull’ingegneria e sull’intelligenza che contiene, vendere ancora di più di quel che vende ora. Invece al prezzo di un discreto ukulele cinese ve ne portate a casa uno americano con il quale potrete suonare per il resto della vostra vita o esibirvi in concerto, facendo la vostra bella figura, anche al Madison Square Garden.
L’unica ragione per la quale non assegno al Flea il “Dusty & Sexy Approved” è che questo ukulele è un po’ troppo bello e lo si può acquistare in altre versioni decorate e affascinanti e con una elegante gigbag. Insomma è uno strumento sexy, ma non polveroso, anzi è addirittura un oggetto di design che può stare comodamente in piedi su una mensola del vostro salotto (oltre che sul palco, accanto alla vostra sedia e in attesa, mentre tracannate un quarto di vino per schiarirvi la gola)