Ukulele: un mio punto di vista..
Oggi l’ukulele sta vivendo una seconda giovinezza. Molti “Big” della musica lo hanno scelto in alcuni arrangiamenti e qualcuno (come Eddie Vedder) lo ha veicolato alle masse,ma… c’è sempre un ma. In Italia come viene visto questo strumento? Vi parlo della mia umile esperienza di musicista. Ho avuto la possibilità di portarlo in locali, palchi sia piccoli che grandi ma ho sempre notato che questo strumento è visto con una certa diffidenza. Addirittura qualcuno mi ha chiesto:” Ma mica vorrai suonare con quel coso” oppure “Va bene dai, però suoni la chitarra dopo sul palco vero?”.

Eddie
Questo perché l’ukulele è ancora visto come uno strumento secondario, quasi di nicchia se non peggio quando viene visto come uno strumento cabarettistico. Mi chiedo di chi è la colpa? E’ difficile da capire. Vero è che molti su Internet usano l’ukulele per fare cover non tanto per esaltarne la versatilità, ma per far ridere. Ho visto un tipo fare Hendrix con l’ukulele su un palco. Ad ogni riff celebre partiva un boato di risate. Il suo scopo non era suonare, era far ridere.. ecco queste sono le cose che fanno male al nostro strumento. E’ vero che la forma può trarre in inganno, ma molti non fanno altro che rafforzare la tesi che l’ukulele sia uno strumentino bizzarro quasi simile ad un giocattolo (magari adatto per farlo suonare ad un grosso coniglio rosa di una pubblicità).
Credo che ogni strumento possa suonare qualsiasi genere senza nessuna preclusione. Ho sentito suonare i Metallica con l’arpa e Mozart con la chitarra elettrica. Cosa c’è di strano? Nulla. Perché la musica è note ed emozioni e non esiste uno strumento meno idoneo di un altro. Cambiano i linguaggi, ma il messaggio è lo stesso.
L’integralismo musicale, come ogni forma di integralismo, è l’involuzione di un concetto. Se ci rinchiudiamo a suonare l’ukulele nel suo repertorio classico rischiamo di non creare mai nulla di nuovo. Io sono approdato all’ukulele elettrico, senza mai disprezzare il classico, perché credo che davvero possa offrire prospettive nuove. Chi mi ha detto che quello non è un ukulele perché sembra più una chitarra elettrica..secondo me sbaglia. Per me l’ukulele elettrico è una variazione che consente di usare anche il linguaggio tipico di altri generi che impongono l’utilizzo di effetti (contaminazioni care anche a Shimabukuro che in alcuni suoi album usa distorsioni e delay a piene mani). Addirittura molti storcono il naso anche per il Low-g non guardando la possibilità di estendere la scala, ma piuttosto la blasfemia di aver tolto il tipico suono dell’accordatura rientrante. Alcuni strumenti sono entrati nei generi più disparati e ne sono diventati parte integrante. Il violino sdoganato dai contesti più classici è diventato voce importante nel bluegrass ad esempio, ecco dovremmo fare questo cercare l’integrazione e non l’integralismo.
Ritorno alla mia umile esperienza da musicista per chiudere questo pubbligo sfogo. Quest’estate ho preso parte ad una jam su un palco. C’erano 3 chitarre elettriche, un basso ed una batteria. Ho “attaccato” il mio ukulele elettrico ad un Marshall e mi sono buttato nella mischia musicale. Abbiamo improvvisato un bel blues su un classico giro in Mi. Finita la Jam il batterista mi fa:” E’ piccolo ma quando vuole rompe il c*** anche ad una chitarra!”. Scendo dal palco ed una signora sullla settantina mi ferma e sorridendo mi dice: ”Finalmente! Finalmente degli strumenti e dei suoni nuovi dal solito è questo quello che ci vuole.” Forse nel commento esuberante del batterista e nella saggezza della signora si racchiude la speranza di un diverso punto di vista del pubblico.
L\’Ukulele fantastico strumento ispiratore per le mie Produzioni ed Arrangiamenti
e naturalmente anche dal vivo uso questo fantastico strumento con il mio trio
Swing