Manodipietra’s Guitars
Qui potrete ammirare le splendide chitarre di Manodipietra!!!!
Tanto per incominciare non aspettatevi di trovare strumenti di classe superiore, queste sono chitarre che ho incontrato casualmente nel corso degli anni, e che, per ragioni imperscrutabili, son rimaste con me, diventando parte della famiglia. Ve le presento:
Rachele
Mi pare avessi una quindicina d’anni e in tasca qualche soldino frutto di regali per il compleanno, passeggiavo guardando avidamente le vetrine dei negozi di strumenti musicali che ancora erano numerosi, allora, nelle vie del centro.
In uno dei miei negozi preferiti vidi che non c’era anima viva, così entrai a guardare le chitarre da vicino. Il proprietario mi conosceva e mi lasciava benevolmente fare.
Le chitarre avevano tutte il cartellino col prezzo attaccato a una chiave, ed erano tutte inaccessibili per me. Ma una il prezzo non l’aveva. Era una dodici corde uguale a quella che un giovane cantautore, tale Edoardo Bennato, un figlio del blues, suonava. Solo che la sua era elettrificata mentre questa no. Una Eko Ranger XII. Chiesi il prezzo al proprietario che si grattò la testa, Chiese a un commesso, chiese alla moglie, chiese alle stelle ma nessuno lo sapeva. Io lo sapevo. La Ranger VI costava circa 60000 lire e non era neppure lontanamente paragonabile a questa, usava legni meno massicci ed era in generale costruita con più economia. Questa doveva costare almeno 100000 lire.
Chi lo sa, forse lo sapeva anche il proprietario il prezzo, forse erano altri tempi. Mi guardò e disse: -30000 lire. Sì ma io mica li avevo tutti quei soldi, risposi: -Peccato, ne ho 25000:
-Ed è proprio il suo prezzo. Concluse il proprietario, si prese i soldi e mi consegnò la chitarra. Erano altri tempi, ho detto. Il proprietario è ora decisamente anziano e ogni tanto lo incontro, ha sempre una faccia furba. Chissà quanti altri ragazzini come me avrà fatto felici.
La chitarra è stata costruita a Recanati ed è stata concepita come strumento da “battaglia”. É costruita con legni spessi ed è estremamente robusta, il manico è avvitato cosa che può fare inorridire i puristi, così come il ponte anch’esso avvitato e l’osso del ponte regolabile in altezza. Ma nonostante i puristi la costruzione è decisamente accurata: ottimi tasti, meccaniche perfette, ancora dopo tanti anni. In basso a destra potete vedere riparazioni maldestre effettuate secoli fa 😕 …questa chitarra ne ha passate di tutti i colori, credetemi, mi ha accompagnato per tutta la giovinezza ed è ancora qui. Suona meglio che in passato. E ogni tanto la suono, soprattutto quando devo registrare qualcosa. Questa chitarra è il riassunto della mia vita, quando morirò voglio che sia seppellita con me.
Nausicaa
Ditemi la verità, è bella vero? si merita proprio il nome che le ho dato… e non avete idea di quanti anni abbia!!!
Sapevo che il negozio Ricordi stava per chiudere e vendeva gli strumenti a prezzi stracciatissimi, così feci un giro. Tra le chitarre acustiche vidi una Fender che mi piaceva molto ma, prendendola in mano, mi accorsi che pesava pochissimo…una piuma, troppo fragile per me. La posai e ne guardai qualcun’altra. Questa mi colpì molto, era più pesante della Fender e i legni ben riconoscibili: palissandro per fasce e fondo, mogano per il manico e abete per la tavola. Anche ponte e tastiera sono in palissandro, ma trattati con impregnante scuro, forse per farlo sembrar ebano, che ai tempi era considerato più pregiato. Che sciocchezza, il palissandro è un legno bellissimo, e guardando la tastiera da vicino si intravedono venature splendide. In ogni modo provai questa chitarra e il suono che venne fuori fu grandioso, quello di una Martin. Veniva svenduta alla metà del prezzo normale e la presi.
É una Washburn D-14 che usa ottime meccaniche Groover. La Washburn è una ditta di Chicago che fa magnifici strumenti. Nel periodo nel quale la acquistai aveva cominciato a produrre anche in Giappone e Korea. Nessuno sa dove costruivano la D-14. Non scherzo. Credo che nemmeno alla Washburn lo sappiano più. La D-14, nella serie di strumenti di cui faceva parte, occupava un posto intermedio, ma usava materiali più pregiati di quelle di fascia più alta, un errore clamoroso che fu corretto quasi immediatamente: fu tolta dal mercato e sosttituita da un modello costruto in maggiore economia ma venduto allo stesso prezzo. Personalmente, da alcuni piccoli dettagli, sono propenso a credere che Nausicaa sia stata costruita a Chicago, ma potrei sbagliare.
Non la suono molto la mia Washburn, sono diventato piuttosto insofferente alle corde metalliche e ai manici troppo stretti, ma è sempre lì, appesa a farsi ammirare e ogni tanto, sfidando il dolore ai polpastrelli, devo proprio suonarla…
Katy
Katy è stata dipinta da Cabì quindi mi è stata affidata.
É difficile imquadrare Katy, è stata costruita a Castelfidardo, ha i dot e il fondo bombato. Credo che le sue origini risalgano alla metà dei ’60, ma non ne sono sicuro. I materiali di costruzione sono ottimi, mogano, abete e un bel palissandro e suona magnificamente con qualunque tipo di corde gli si tenda sopra.
Le chitarre classiche da studio rispettano certe dimensioni che Katy non rispetta, non è una 3/4 ma è un po’ più piccola di una chitarra standard pur avendo una scala standard, ha il tasto zero e la tasiera è un po’ più stretta del normale, ma decisamente più larga di una acustica. Credo che fose una chitarra per la Beat Generation 🙂
Come si può suonare una chitarra così magistralmente dipinta? la si dovrebbe solo guardare, ma Cabì me l’ha data perchè la suonassi, così la suono, ed è un vero piacere farlo. La uso soprattutto nella fase di studio di un nuovo brano, il manico “pieno” e la tasiera non tanto larga mi facilitano tutto il processo, rendendolo meno faticoso e molto più piacevole.
Rosalinda
Signore e Signori, un momento di attenzione prego, ecco a voi Rosalinda, la mia chitarra.
Come ne sono entrato in possesso è una cosa che avrete scoperto leggendo la mia biografia, da qualche altra parte del sito, quel invece dovete proprio sapere è che questa non è la vostra chitarra, è la mia.
Volete sapere di che marca è? non lo so, ha un nome “fittizio” stampato sull’etichetta che non corrisponde a nessuna marca esistente. Volete sapere dove è stata costruita? non lo so, probabilmente in Cina, visto il prezzo al quale me l’hanno venduta. Posso dirvi quel che so…
Il manico è in mogano, fasce e fondo non l’ho ben capito, sembrano in palissandro, ma la chitarra ha un suono da “mogano” quindi potrebbero far parte di una partita di mogano con venature non accettabili per una chitarra di fascia superiore, uno strato di trasparente un po’ troppo spesso non facilita il riconoscimento. L’uso di mogano non selezionato spiegherebbe il prezzo di vendita.
La tavola e’ in abete massello. Spesso chitarre di di marca e livello superiore usano tavole in compensato, ma Rosalinda ce l’ha in massello. Sapete come si fa una tavola in legno massello? si prende un rettangolo di legno, lo si taglia in due, come un panino e poi si uniscono i due rettangoli, ottenendo venature speculari. La tavola di Rosalinda è stata fatta proprio così, solo che probabilmente la tavola originale aveva un lato che era stato esposto alla luce per un tempo troppo lungo, quindi metà della tavola di Rosalinda è un po’ più scura dell’altra metà. Anche questo spiega il prezzo. Tastiera e ponte sono in palissandro. Io amo il palissandro, è decisamente impossibile trovare un pezzo di palissandro, brasiliano indiano o africano, con venature che non siano fantastiche. Per Rosalinda l’hanno trovato. Chissà come hanno fatto 😯 ! Nonostante il legno sia decisamente buono le venature son poco evidenti, a dispetto dei miei tentativi di esaltarle con frequenti sfregature di Lemon Oil..
La costruzione di Rosalinda è decisamente accurata, cosa veramente inconsueta in chitarre della sua fascia di prezzo e anche in quelle di fascia di prezzo superiore… mi è capitato di vedere chitarre come lei, di marca nota e costo molto superiore che sembravano tagliate con l’accetta!!! insomma cosa succede se si fabbrica, con buona cura, una chitarra usando ottimi legni che, per soli motivi estetici, non si possono usare su chitarre di pregio? semplice: si fabbrica un’ottima chitarra.
Rosalinda è davvero una gran chitarra, l’action è bassa al punto giusto e il manico non si muove neppure montandogli le corde più dure. Anzi, con le corde dure il suono si esalta in modo elettrizzante. Il suono è potente e il timbro bilanciato, nonostante il mio pollice picchi sui bassi in modo un po’ troppo violento.
La sorpresa più grande sono stati però il pick-up e l’equalizzatore…prima di provarli ero sicuro che mi sarebbe toccato cambiarli, invece mi hanno stupito, l’equalizzatore e’ di una precisione incredibile, quelli economici hanno solitamente delle escursioni che si possono riassumere in on/off. Quello di Rosalinda invece a ogni millimetro della corsa dei suoi cursori cambia in modo ben definito la timbrica del pick-up, che e’ potente, privo di rumori, e fedele.
Effettuare delle registrazioni con Rosalinda è un vero piacere, credetemi.
L’unico difetto di Rosalinda erano le meccaniche, davvero scadenti, avete presente quelle in plastica, finto madreperla? pensai che una chitarra come Rosalinda meritasse delle Shaller e andai a comprarle, non le presi solo perchè mi costavano più della chitarra stessa… 🙂
Rimuginando passai vicino a un altro negozio di strumenti, invero un po’ malmesso, e meccanicamente entrai. Mi fecero vedere delle meccaniche nichelate con la plastica ovale, bianca e dura, economiche e dalla corsa abbastanza fluida e regolare. Le presi e le montai. Rosalinda cambiò aspetto e anche un po’ suono essando le nuove meccaniche decisamente più massicce delle precedenti. Acquistò la mia chitarra una presenza blues che rinforzai con il battipenna nero dipinto. Mancava ancora qualcosa che Cabì aggiunse su mia richiesta, il bellissimo ramo di rosa che vedete sulla paletta.
Rosalinda è una vera chitarra blues, nonostante le corde di nylon, guardatela, non è così? dovreste sentirla!
A volte penso che dovrei sverniciare le fasce e il fondo, il legno sotto, tutto sommato mi piace e la vernice è davvero troppo lucida. Però è meno lucida di quando l’ho comprata, e il legno sembra più bello di allora. A forza di passare le mani sulla tastiera mi sono accorto che le venature del palissandro cominciano a uscire fuori, e la parte più chiara della tavola, lentamente sta “raggiungendo” il colore dell’altra parte. Il tempo renderà Rosalinda non solo buona, ma anche molto più bella di quanto è già.