Slash (e Guns n’ Roses)
Il 1987 fu un anno fortunato per la musica Rock, uscirono 1987 dei Whitesnake, Permanent Vacation degli Aerosmith, Hysteria dei Def Leppard e altri ancora. Pare che tutti volessero fare uscire il proprio capolavoro nel 1987.
1986. Sera tardissimo. In TV, causa qualche problema di palinsesto, buttano un concerto di un gruppo emergente di Los Angeles. Il concerto e’ in un locale piccolo e fumoso, il palco e’ stretto e la gente e’ praticamente addosso ai musicisti.
Il cantante ha dei pantaloni di serpente e si muove come un serpente, piu’ in la’ c’e’ un tizio con un cappello a cilindro, sigaretta in bocca, testa riccioluta e piegato a punto interrogativo per poter suonare la chitarra, tenuta bassissima. Son forti, mi agito sulla sedia. Quando attaccano una meravigliosa versione di Knockin’ To Heaven Doors mi ribalto sulla sedia. Il giorno seguente vado nel negozio di dischi al sottopassaggio della stazione per vedere se ha qualcosa di questo gruppo. Li si vendono dischi d’importazione, introvabili e a prezzo scontatissimo. Il negoziante li conosce. Dice che, come tanti altri gruppo americani hanno inciso un EP con tre o quattro canzoni, che l’EP e’, naturalmente, introvabile e che, come tanti altri gruppi americani, probabilmente si sono gia’ sciolti.
1987. Appetite For Destruction dei Guns n’ Roses irrompe nel mercato in maniera devastante, ridimensionando ogni altra uscita discografica di quell’anno magico.
La critica e’ divisa e dubbiosa. I cinque ragazzi pare siano eroinomani alcolizzati, ma forse si tratta di una posa, vanno in tourne’ come supporters agli Iron Maiden e per gli Iron Maiden e’ una sofferenza, i cinque sono anarchici, strafotenti e soprattutto fanno impazzire il pubblico piu’ di loro. A Donington un ragazzo muore schiacciato dalla folla in delirio per i Guns n’ Roses.
I ragazzi hanno imparato la lezione da tutti: Led Zeppelin e Rolling Stones in primis, ma nella chitarra solista c’e’ una vena blues fortissima…
Quando il disco usci’ i critici dissero: “E’ una chitarra da studio. Dal vivo sara’ differente”. Quando videro il chitarrista dal vivo dissero: “Minchia!”. Non solo la chitarra era come e meglio che nel disco, ma il chitarrista correva, saltava, si dimenava senza sbagliare una singola nota.
Quel chitarrista si faceva chiamare Slash. Slash e’ il mio eroe. Quando lo sentii ripresi in mano la chitarra che avevo abbandonato da anni. C’era ancora qualcuno che ti faceva vanire voglia di suonarla. C’era di nuovo un Guitar Hero. Slash e’ stato l’ultimo Guitar Hero della musica Rock.
In lui erano incarnati tutti i chitarristi che amava e che aveva studiato, il suo modo allucinante di imbracciare la chitarra, il suo esagerare e amplificare ogni gesto che, noi e lui, amavamo nei grandi musicisti del passato. Citazioni e omaggi. A Jimmy Page, Marc Bolan, Ramones. Quel Wha-Wha usato sapientemente, omaggio a tutto il Rock. E poi la chitarra.
Una chitarra apparentemente anarchica e delirante e che invece era il marchio, il sound selvaggio dei Guns n’ Roses. Una tecnica spaventosa. Musicisti esperti in trascrizioni erano convinti che molti suoi assoli fossero suonati in tapping (cioe’ con l’ausilio della mano destra sulla tastiera), non era mica cosi, Slash li suonava in maniera classica, solo a una velocita’ che dava l’impressione che il sound fosse creato con 10 dita, anziche’ con 4 + un plettro.
Qualcuno ricorda i vecchi video dei Guns n’ Roses? da brivido. Loro, grazie a Slash, riportarono (anche se purtroppo per un tempo breve), l’epicita’ e il “romanticismo” nell musica Rock.