Settimana 6. Di influenza e Doris Day
Non credo di averne detto e scritto abbastanza.
Non appena sento bruciore alla gola, la testa mi sembra scoppiare e l’influenza ha la meglio, comincio a subire allucinazioni intense e incoraggianti nelle quali Doris Day sale le scale di casa e canticchiando mi misura la febbre e rimbocca le coperte.
Se c’è una compagna ufficiale dei miei giorni di malattia (oltre all’afflizione – naturalmente!) è di certo Doris Day con la sua intera filmografia. Visti e rivisti, questi lungometraggi sono il mio antibiotico personale. Mi siedo comoda sul divano, tasto “play” e per ore e ore sto “attenta alle vedove” o immagino cosa potrebbe raccontare “quell’uomo che sapeva troppo”.
Lasciamoci alle spalle per un attimo le questioni filosofiche, le critiche alle commedie commerciali, i dibattiti sul perbenismo e l’onorabilità degli primi Anni 60, e concediamoci come balsamo per espettorare un poco di superficialità e leggerezza patinata. Messa a riposo la testa, in attesa di tempi migliori, non si desidera, malatini, solo vivere giorni a tinte primaverilmente pastello, con cotonature ben fatte e un sacco di musica da “occhi negli occhi”?
Voglio dire, come si fa a non amare una persona il cui vero nome è Doris Mary Anne von Kappelhoff? Una donna che non si è presentata alla Casa Bianca per ritirare la Presidential Medal of Freedom a causa della paura di volare? Ma, soprattutto, come si combina tutto questo con la mia salute?
Allucinazioni includenti l’ascesa-di-Doris-nelle-mie-stanze a parte, ho elaborato una sofisticata teoria per punti che spiega quanto vedere film di Doris Day faccia bene durante una brutta influenza.
1. Similitudine emotiva: cavolo, “Whatever Will Be, Will Be”!! canta Doris Day, bandiera al non prendersela troppo. Se non è un mood da ammalati questo, non so cosa altro possa far compagnia ad una persona piena di sensi di colpa per riunioni saltate, lezioni non spiegate, ragazzi non incontrati, ecc…
2. Disparità di vita: beato mondo di celluloide, Doris è più spesso in forma di quanto sia concesso alle altre persone del pianeta. Se si ammala o rattrista si riprende subito nonostante venga a contatto con bambini microbo-spandenti o messa in condizioni bizzarre e spiacevoli. Bacia figli e marito, ed è pronta ad una nuova battaglia. Doris è un faro nella lotta all’inerzia, oltre che un potente essere umano con anticorpi da dinosauro (modello per tutti noi)
3. Similitudine temporale: si stava meglio quando si stava peggio. Quando non esisteva il botox e Doris cantava felice delle sue rughette insieme a bambini brutti ma sani e felici. Che si stia meglio quando si è stressati e si va in giro a maledire ogni imprevisto che capita, piuttosto che rimanere fermi in un posto a non fare nulla? Presa di consapevolezza fondamentale per rimettersi in piedi nel giro di qualche ora!
4. Incoraggiamento d’impresa: anche nei momenti più schifosi, Doris ti fa sentire come se pure tu potessi avere energie e risorse fisico-mentali per diventare la Fidanzatina d’America… Doris, salendo quelle scale che conducono alla mia soglia, dice: “Uèi, ad essere normali (anche con il naso rosso, i calzettoni, i fazzoletti sotto le ascelle) hai sempre una possibilità!”
E la speranza, quando si è malati, è una gran cosa…