Settimana 50. Di gratitudine
Nell’ultimo periodo ho fatto lavorare i miei ragazzi più grandi sul tema della gratitudine. In un tempo e in uno spazio in cui si fatica a capire cosa ci rende felici e pieni, può esserci esercizio migliore del ringraziare per essere QUI ed ORA?
Come sempre accade, quando pongo domande ai ragazzi, non posso fare a meno di interrogarmi a mia volta. E’ questione di onestà!
Così, da qualche giorno sto pensando a tutte quelle cose per cui sento di dover esprimere riconoscenza. Lo so, lo so, “gratitudine” è parola vecchia, cariatide ammuffita, ma mi sono persuasa che parte dei nostri guai sarebbe risolta se ciascuno fosse capace di nutrire affetto nei confronti del proprio vicino, ricordare il beneficio ricevuto da un gesto e desiderare di poter ricambiare a sua volta. Più mi convinco che la gratitudine sia desueta, maggiormente sono certa ci sarebbe d’aiuto.
Ad ogni modo, ecco ciò per cui sono grata.
Direi innanzitutto, per la mia famiglia, ma questo è scontato. Di certo, per le storie che scrivono i bambini e i ragazzi dei miei corsi, mi fanno intravedere un futuro mica male. Per il senso del donare che certe persone possiedono, così, naturale. Per lo smalto con i brillantini rossi.
“Ringraziare desidero” per le voci che salgono dalla strada ed entrano in casa, facendomi sentire parte della città che abito. Per tutti i gesti non fatti a causa della timidezza, immagino vivano a mezz’aria e che prima o poi svelino se stessi.
Mi sento davvero riconoscente per la cioccolata che spalmata sul pane, la mattina, fa venir voglia di alzarsi. Per quella parte di scuola che cerca di essere accogliente. Per gli amici e le amiche, in modi diversi riempiono il cuore alla stessa maniera.
Mi sento in debito con la vita quando vivo quei pomeriggi speciali in cui al centro di aggregazione ci sono ragazzini provenienti da 10 Paesi. La diversità è la culla della nostra evoluzione.
Rendo grazie anche per l’attesa della vigilia di Natale e della fioritura dei ciliegi.
Ammetto di voler ringraziare, infine, per quei momenti in cui mi sento forte e penso che, “ci riesco, dovessi impiegare tutta la vita a realizzare il mio obiettivo!”.
Grazie per le macchine fotografiche; per l’amore, quando è ben detto e ben fatto; per i libri, compagni delle strade percorse. Per la possibilità, concreta e tangibile, di fare qualcosa di bellissimo con la nostra vita.