Settimana 48. Di pezzi e parti intere
Da qualche tempo non accadeva. Da settimane le canzoni avevano smesso di rincorrermi.
Proprio quando pensavo di non dover più fare i conti con coincidenze e sincronismi, Janis Joplin è venuta a farmi visita per ben tre volte: in auto; uscita fuori da un cellulare di una delle ragazzine del centro di aggregazione; in tv… “Ecco, ci risiamo!” mi son detta preoccupata giovedì.
E sarà che parallelamente sono finita a parlare con un’amica di colpi di fulmine, di amori “da tutta la vita” ma, ripiegata su me stessa, ho pensato che fosse il caso di fare una seria anamnesi del mio cuore… tanto per essere sicura di avere i pezzi al posto giusto!
Ad oggi il mio cuore ha tutte le caratteriste del cartongesso: ignifugo, idrorepellente e con notevoli proprietà termoacustiche.
Con il passare del tempo ho imparato ad accettare quelle pochissime antipatie del tutto irrazionali che scattano con alcuni. Il fuoco della rabbia si calma in fretta per lasciare spazio alla serena consapevolezza che non si può piacere a chiunque. Piano piano, mi sto schermando anche dalle colate liquide di malinconia e dal richiamo sinistro ma molto intonato delle lusinghe.
Quanto a patologie, continuo a scappare da chi mi piace davvero, fuggo talmente lontano che non mi si vede nemmeno con il binocolo. Questa parte di cuore è quella per la quale vorrei si trovasse una cura. Prima o poi, mi auguro che la scienza faccia progressi…
Per il resto, direi che non me la cavo male.
In linea generale mi pare di avere “bene” da vendere. Mi tengo in forma con esercizi lunghi e complicati in cui provo ad allenare empatia e comprensione. Mi serve resistenza. Vorrei un cuore da maratoneta non uno da sollevatore di pesi.
Negli ultimi mesi mi sto convincendo che produrre una pressione sufficiente a permettere la circolazione di ottime idee e creatività non è poi così male. Gira la testa, ok, ma è la vertigine del volo.
Al mio cuore fanno bene ciliegie, risate di bambini e pensieri stradali (“sto andando nella direzione giusta”, “a quel bivio ho preso la decisione migliore”…)
Sento una fitta al torace, invece, in momenti precisissimi. Come quando devo buttare via un vecchio paio di scarpe che mi ha accompagnato in mille viaggi… C’è qualcosa negli addii che non fa per me. I saluti ad amici e amanti sono la panna montata della mia vita emotiva. Piena di colesterolo ma impossibile da evitare…
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