Settimana 43. Dell’inventariare
Venerdì ho preparato un piccolo esercizio di scrittura creativa per i miei ragazzi. Quando ci incontriamo per il solito laboratorio del venerdì sono sempre un po’ ammaccati, carichi del peso della settimana.
Un modo per metterli a proprio agio, per cominciare a far girare le rotelle, è prendersi tempo per fare un gioco. 1 minuto per scrivere di pancia, di getto, tutto quel che viene fuori. Senza regole, senza giudizi.
L’esercizio era una sorta di inventario personale delle cose materiali e immateriali che ciascuno di noi possiede. Ho chiesto di fare un elenco partendo dalla frase “Io ho…”
Lasciamo perdere le questioni suscitate da Erich Fromm nei suoi arci-noti saggi, tralasciamo la società consumistica e la dicotomia tra “essere” e “avere” e proviamo a pensare in termini di praticità, di definizioni indirette di sé. Il gioco ha funzionato e ciascuno, in maniera più o meno consapevole, ha condiviso un pezzetto della sua vita con gli altri.
Tra “ho delle verifiche” e “ho gli amici con cui trascorro questo pomeriggio”, i ragazzi hanno creato un fermoimmagine fantastico di loro stessi.
E sarà stato passare il pomeriggio con 15 adolescenti, annusando quel senso di poter esser tutto quando ancora non si è nulla di chiaro e definito, ma mi è venuta in mente LA domanda fondamentale, sempre la stessa dalla più remota delle notti. La nostra identità è in divenire continuo, un progetto da realizzare che cambia ed evolve. Chi sono io? Come dice un noto teologo, “sono le idee che ho cambiato, le emozioni che ho avuto, belle o brutte, io sono la mia volontà. La mia identità è il comporsi di tutte queste cose”. Insomma, in quel turbine di ormoni del venerdì pomeriggio, tra adolescenti che ridevano e scrivevano, mi sono convinta che l’identità di ciascuno sia qualcosa di estremamente vivo e dinamico, organismo di cellule di pensiero e proiezione verso il futuro. Non radici fisse al terreno ma chioma scossa dal vento.
Prima di cominciare il laboratorio, mentre fotocopiavo le schede, rapita dalla luce verde della macchina e stranita dagli effluvi del toner, ho realizzato che anche il mio inventario doveva essere opportunatamente riordinato con l’aggiunta di nuovi punti all’elenco.
Io ho…
– Due mani che non stanno mai ferme svelando più di quanto desidero
– Voglia di scrivere
– Un gatto obeso
– 80 ragazzini che incontro ogni settimana della mia vita
– 6 paia di jeans… ma ne indosso sempre e solo 3
– Una famiglia invadente e che si sopporta con un sorriso
– Un giubbotto blu che adoro e che non vesto mai abbastanza
– Una associazione culturale
– Un progetto di viaggio in Sri Lanka
– Bisogno di mangiare cereali e legumi per via del regime vegetariano
– Testardaggine
– Due libri preferiti in assoluto
– L’idea che “la speranza è il sogno dell’uomo desto”
– Un’adorazione per il pepe
– Un sacco di guai che principalmente derivano dalle cose che penso e dalle idee che cerco di mettere in pratica
– 3 ceste da pic nic
– Domande
– Il gene della sbadataggine
– Un pigiama con i pantaloni a stelline rosa
– Una malinconia d’autunno
– Un vasetto di cioccolato nello scaffale dei dolci
– Uno “scaffale dei dolci”
– Una passione infinita per le ciliegie
– Un tavolo di lavoro con sopra quaderni, carte colorate, disegni e un sacco di righelli
– 6 macchine fotografiche LOMO
– Un motto personale suggerito da Italo Calvino: “chi ha l’occhio, trova quel che cerca anche a occhi chiusi”