Settimana 42. Di 150 ottimi risvegli
In settimana ho ritrovato un quaderno su cui avevo appuntato un elenco. Ma partiamo dal principio…
Michela per il mio compleanno mi ha regalato un blocco. Le persone che mi vogliono bene mi prendono un sacco di taccuini. Ho sempre tasche piene di foglietti e appunti spaiati. Devo suscitare una compassione tale, da non poter pensare a me se non in relazione a qualcosa di più solido su cui fissare le proprie idee.
Lieta e grata agli amici, ho iniziato così a mettere da parte tutti i notes. Ho una scatola, nello studio, con sopra scritto in biro blu “Quaderni”. Sono convinta che per ognuno arriverà il momento opportuno. E’ un tacito accordo tra me e tutta quella carta. “Sarete ben utilizzati, anche se, per ora, vi tocca stare nello scaffale basso della libreria…”
Insomma, mentre mettevo al sicuro il nuovo arrivato, dalla scatola è saltato fuori un piccolo libriccino, avviato e finito nel 2012.
Ad inizio di quell’anno mi ero ripromessa di avere 150 ottimi risvegli; su 365 mattine, 150 avrebbero dovuto essere, in un qualche modo, degne di nota. Di conseguenza, ho appuntato tutti i 150 migliori inizi-giornata. Non uno di più.
Ritrovare il quaderno è stato come immergere la faccia in quella bacinella piena di acqua in cui galleggia la mela, in attesa di essere morsicata e acchiappata. Ovatta liquida nelle orecchie e tentativo di afferrare i ricordi di quelle mattine.
Scorrendo il quaderno ho rammentato l’ottimo risveglio del 12 gennaio in cui sentendo piangere e miagolare, di sotto, in strada, mi sono precipitata fuori casa e ho salvato un gatto dal traffico. Niente di meglio che scendere dal letto per vestire i panni di un supereroe.
Poi c’è stato il risveglio in cui ho capito che “quel” lavoro mi impediva di essere felice. A suo modo, prenderne coscienza mi ha fatto sentire altrettanto invincibile.
C’è stata la mattina affacciata sul Mare di Irlanda, in un cottage bianco, con la nebbia che saliva dal mare. I pensieri umidi e le ossa più vecchie di un giorno, il 17 marzo del mio trentaduesimo compleanno.
In data 8 aprile ho avuto un risveglio in cui ho trovato torta e bricco del tè fumante. Dio solo sa quanto mi stufi preparare la colazione con le mani ancora addormentate…
E’ stato un ottimo risveglio anche quello sulla baia di Selimiye, in Turchia, a base di succo di arancia e cocomero.
Un altro risveglio degno di nota è stato a casa dei miei genitori, con il gatto che dormiva su una gamba tutta formiche. E poi c’è stato un risveglio buonissimo, in quella mattina in cui il nonno ha cominciato a sentirsi meglio.
Insomma, i miei 150 ottimi risvegli li ho avuti tutti e sono scritti lì, nero su bianco, in un quaderno regalato per aiutarmi a fare ordine nel caos della mia vita.
A vederli insieme, quei momenti, fanno uno strano effetto. Quasi una vita, quasi me, persona di quadretti e cancellotti.
E sarà che l’influenza mi ha resa più emotiva del solito, ma mi è sembrato che ci dovesse essere un buon motivo per possedere ognuno di quei quaderni, taccuini o agende. Come se qualcosa fosse lì, da sempre, nella parte cava dei miei occhi, in attesa di essere raccontato.