Settimana 4. Dell’Amore
Nella settimana di San Valentino ho pensato e parlato tanto di amore. Lo ammetto con una certa ritrosia, non so bene che fare con questa festa che capita sempre tra capo e collo, troppo inutile anche per me, Imperatrice della Futilità.
Ad essere più precisi, è successo che nei giorni scorsi mi sia scontrata con gli equivoci dell’amore, sentimento che, stando alle statistiche, è quanto di più frainteso esista. Cosa significa? Significa che l’amore possiede una vastità tale da renderne, a volte, complicata la messa a fuoco. E’ come quando alla tv pongono la fatidica domanda: “cosa faresti con 100 milioni di euro?”. La cifra è talmente fuori dalla nostra percezione che non si riesce nemmeno a quantificarla. Come ci si comporta davanti ad una cosa che in teoria non dovrebbe avere fine, milioni di euro di cartamoneta a cuoricini?
La mia tesi è che nessuno possa dirsi lucido in amore: con tutto il rispetto per i più razionali, ognuno di noi si è chiesto, almeno una volta, se un borbottio allo stomaco fosse un virus influenzale o un sentimento da prendere in considerazione.
Scherzi a parte, non è semplice barcamenarsi tra le pallide imitazioni dell’amore e l’amore vero, tra l’affetto e la speranza di non soffrire. A cena con le amiche, discutendo di rapporti con uomini che starebbero meglio nel museo dei freaks piuttosto che nel mondo reale, mi sono chiesta quanto e perché ognuno di noi contribuisca ad alimentare, consapevole o meno, la difficoltà di essere chiari nei confronti del proprio cuore. Non sarebbe fantastico se si potesse scegliere una definizione di amore e mantenerla, versione ufficiale, per tutta la vita? Oppure, non sarebbe meraviglioso poter andare in libreria e acquistare un “Dizionario delle parole difficili” per iniziare a listare i parametri che ci aiutano a capire se si tratta di amore, “non amore e desiderio di punirsi per qualcosa andato storto nella relazione precedente”, “mezzo amore e stanchezza di fare la spesa in solitaria”?
Come la macchina del moto perpetuo, temo che una invenzione in grado di aiutarci a far chiarezza nel nostro cuore sia molto lontana dall’essere creata, non rimane quindi che cercare di individuare la propria personale lista dei sintomi d’amore, fare l’orecchio al giusto suono dei battiti del cuore e scrivere un promemoria di quali elementi ci conducono verso l’uomo sbagliato.
Una cosa ho imparato nella vita, se in amore non c’è certezza, esiste però Bill Evans.
Ho sempre avuto la sensazione che l’amore sia credere che le cose possano migliorare. E’ quella speranza che si estende da uno a cento, completando l’intera linea numerica; un passo che va da un punto ad una moltitudine
Quindi, cosa ho combinato nei giorni appena trascorsi?
Per quanto mi riguarda il mio unico innamoramento è stato nei confronti dell’antigelo della macchina che mi ha salvata nella fredda mattina di martedì e reso la vita decisamente migliore. Alla fine, non sono queste le cose che si desiderano da un uomo? 😉
Singolare è poi il fatto che proprio nella settimana di San Valentino abbia ricevuto la ferale notizia che il mio cuore deve essere controllato. L’ho preso come un segno divino, “brutta miscredente e disprezzatrice di festività amorose, ora avrai la tua punizione!”. Mio papà è affetto da un lieve difetto cardiaco che a quanto pare potrebbe essere ereditario. Detto questo, nella settimana dei cuori palpitanti, mi metto in lista per una ecografia!