Settimana 14. Di cotte adolescenziali
Mercoledì mi sono trovata invischiata in una discussione surreale. Una delle ragazzine che frequenta il centro di aiuto ai compiti era un po’ in crisi ed è capitato che io sia finita a consolarla e ad ascoltare vicende di primi amori, romanticismo e “limonare”. Se c’è una cosa che ho imparato è che nel mio lavoro bisogna essere pronti a tutto, anche a discutere di cotte e baci all’ora della merenda…
Ad ogni modo… una cosa mi è parsa quanto mai chiara, le paturnie nascono in noi femminucce davvero tanto presto. Non che avessi qualche dubbio in merito, ma sentir parlare di gioie e dolori dell’amore in termini così chiari da una 15enne mi ha imposto un salto indietro nel tempo alla ricerca dei miei clamorosi primi fallimenti.
Sulle note di “Dancing Queen” che risuonavano nella mia testa mi sono ricordata della prima cotta. Correva l’anno 1994 e il mio primo amore mi disse che avevo i baffi. Non era un ragazzino gentile. In effetti, da quel momento una storia è iniziata, sì, ma con una signora chiamata Katia che di professione faceva l’estetista.
Successivamente non è andata meglio… Finalmente corrisposta, l’amore non corrispondeva me, nel senso che l’ho proprio sentito esaurirsi nell’arco di due giorni. Appena 15enne, avevo compreso la portata – in termini di abbaglio e velocità – di un colpo di fulmine
Poi, c’è stato il tipo dell’autobus, il compagno di banco, il ragazzo della discoteca e altri soggetti che, mi rendo conto solo ora, riesco ad identificare più per lo spazio e il luogo che occupavano piuttosto che per ciò che avevano dentro…
Siete d’accordo con me sul fatto che le cotte adolescenziali siano le peggiori? Sembrano questione di vita o di morte e, credo, che in un certo senso lo siano. Se si sbaglia il lancio, la caduta fa un discreto male… forse perché sono le prime ferite che ci procuriamo e non abbiamo ancora una pellaccia tanto dura da permetterci una alzata di spalle mentre si prova a guardare avanti.
In fin dei conti, non ho dubbi nel definire queste cotte con il nome di “amore”, sono così accecanti nella loro esplosione, assolute nel manifestarsi… Passati i 16 anni avete sentito spasmi allo stomaco più forti?!? Avete avuto mani più sudate e vista più annebbiata?!? Ora, se i puristi e gli “adulti delle emozioni” non vogliono chiamare così questi sentimenti, che trovino una nuova parola per definirli ma che sia altrettanto piena e universale!!!
Tutto questo per tornare nel presente e rendersi conto che a 15 anni, come a 30, è complicato avere le idee chiare su ciò che si prova. Con l’età, però, una cosa si impara: del tipo che ti aveva chiamata “baffuta” non rimane granchè , resta invece il desiderio e la voglia di essere accettati e compresi per quello che siamo…