Il ritorno del TGHorror
Il TGHorror è una raccolta di stupidaggini, errori semantici, grammaticali e di sintassi, concetti bislacchi, sparate illogiche e simpatiche invenzioni linguistiche (e non solo) provenienti dai telegiornali (raramente anche da edizioni regionali), appartenenti rigorosamente a televisioni che coprono l’intero territorio nazionale, tutti i santi giorni messi in onda nel nostro sempre più infelice paese.
L’origine del TGHorror risale al 2002 anno in cui vide la luce su Blogspot. L’immissione di divertenti sciocchezze si interruppe nel 2003 per riprendere nel 2004 e proseguire, tra alti e bassi, fino al 2006, anno della sospensione definitiva. Dopo ben otto anni di limbo riprende oggi, orgogliosamente e con qualche lieve modifica che vi spiegherò più avanti.
Perchè nacque il TGHorror? fu a causa di quello che il video mi mostrò in quel lontano giorno del 2002 e che forse mi stava già mostrando da anni, senza che io riuscissi a rendermene conto, fu la pochezza intellettuale di un collegamento che avrebbe dovuto essere di informazione e che invece sfiorava l’avanspettacolo e la consapevolezza che servizi del tutto simili a quello venivano trasmessi quotidianamente da ogni testata giornalistica di ogni televisione. Quel giorno notai anche con un certo disappunto che inviati e conduttori si copiavano tra di loro posture, vestiti e atteggiamenti, si copiavano le frasi (ma non vi siete ancora stancati, a ogni collegamento esterno, dell’abbrivio: “sì, buongiorno”?). In quel giorno del 2002 mi resi conto che la cronaca locale spicciola aveva acquistato dignità nazionale e che i protagonisti dei servizi che la riguardavano non possedevano più un cognome ma venivano chiamati amichevolmente, e qualche volta amorevolmente, solo con il nome di battesimo (Antonio ha perso la casa, Giuseppe ha perso la gamba, Arturo si è preso la rogna), come se fossero nostri parenti, anzichè perfetti sconosciuti. Quel giorno scoprii di non sapere nulla di quel che succedeva in Francia,Germania o Inghilterra, ma di conoscere parecchie cose sul conto di sora Giuseppina, la signora che da sempre stava seduta al bar dell’angolo e che conservava gelosamente mille aneddoti su ogni attore di Cinecittà.
Il sangue scorreva copioso nei TG del 2002, tra morti ammazzati e mattanze varie, tra opinioni di passanti e di parenti, tra le tette di un’attrice e il sedere di un’altra. Era nato il TG del disimpegno, quello che trasformava le notizie in spettacolo manipolandole, alla bisogna, a proprio uso e consumo e, in qualche caso, inventandosele di sana pianta.
E l’italiano cominciava a tremare nervosamente, italiano inteso come lingua, non come cittadino, forse perchè già sapeva che sarebbe stato massacrato, dilaniato e violentato da tutti quei tizi in carriera che popolavano il tubo catodico. Gli aggettivi cominciarono improvvisamente a diventare sinonimi uno dell’altro e così i sostantivi, i verbi si trovarono a essere coniugati in un modo che avrebbe fatto incazzare come una bestia perfino la mia maestra di terza elementare e poi gli speaker presero improvvisamente a fingere di impappinarsi proprio durante le dirette, a fingere di sbagliare la punteggiatura e in fondo a fare un bel casino tra sintassi, abbronzature, pose, marchette e questo al solo scopo di mostrarsi semplici e un po’ ignorantelli proprio come lo siamo noi, poveri telespettatori ritardati.
E poi iniziarono davvero a sparare cazzate.
Cazzate che non stavano né in cielo né in terra, notizie dedotte ascoltando un tizio giù al bar (come quando annunciarono che l’Uomo Ragno era disegnato da Stan Lee che invece era quello che scriveva le storie, informazione di dominio pubblico mondiale e facilmente reperibile ovunque), scoop immaginati dalla visione di una fotografia sfocata e, insomma, la quadratura del cerchio: i TG non avrebbero più fornito in modo asettico la maggior parte delle notizie possibili e neppure un numero limitato ma approfondito con serietà e competenza, no, i TG avrebbero fatto un po’ il cazzo che volevano a condizione che ci fosse sempre un bell’aperitivo in attesa e un discreto stipendio a carico dei contribuenti.
Ho deciso di riprendere ora il TGHorror perchè, a sentire certe scempiaggini dal video mi sono reso conto di sentirne veramente la mancanza. Nulla è cambiato dal 2002 anzi, semmai le cose sono peggiorate drammaticamente, anche se gli argomenti ricorrenti sono un po’ diversi, gli inviati fanno maggiore attenzione nello scopiazzarsi tra di loro e gli speaker sembrano un po’ più rilassati e han perfino smesso di massacrare la punteggiatura, se non proprio la sintassi. Però non riescono a mettersi d’accordo come si chiama l’Ucràina, chiamandola anche Ucraìna, e questo mi fa ben sperare per il futuro. Quindi, senza vergogna, si va avanti cantando e ballando, tra un rinfresco e una strage familiare, tra una anafora e una involontaria omofonia, tra l’intramontabile marchetta e l’uso dello specchietto per le allodole più conveniente, che si chiami spread, femminicidio, governabilità, Sanremo. Come diceva Bennato, si va giù per la discesa, cantando tutti insieme e senza curarsi del fatto che il torpedone ha i freni rotti.
Mi sono accorto che riprendendo il TGHorror nel 2014 non aveva senso specificare la provenienza di ogni singola voce, perchè tutti i telegiornali sono diventati uguali, una sorta di novello Notiziario Luce e non aveva senso neppure specificarne l’ora, perchè per il TGItaliano ogni ora è buona per sparare ogni genere di sciocchezza, così è rimasta soltanto la data ma con la semplice funzione di facilitare l’organizzazione della rubrica e non per altri motivi. Certo così voi potreste pensare che le frasi deliranti che la rubrica vi propone siano inventate di sana pianta e non provengono da alcun TG e chissà, potreste anche avere ragione: soltanto i TG hanno il diritto di inventarsi le storie?
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