Il mondo cambierà
Quand’ero bambinello Gianni Morandi era il mio cantante solista preferito. Intendiamoci, non che non avessi altri cantanti solisti preferiti, Ricky Maiocchi, per esempio, mi piaceva addirittura più di Gianni Morandi, solo che non passava quasi mai in radio o in televisione, quindi di suo avevo a disposizione solo quelle due canzoni che conoscevo e dopo il buio. Poi c’era Celentano, naturalmente, e un gruppo di altri all’interno dei quali si potevano individuare abbastanza chiaramente i vari Gaber, Jannacci, Ricky Gianco, Piero Focaccia, il primo Vecchioni, Gian Pieretti e così via. Però Morandi si portava in giro questa faccia da bravo ragazzo, aveva al fianco una signorina carina e modesta che rispondeva al nome di Laura Efrikian, possedeva una voce mica da ridere e, cosa per nulla trascurabile, aveva un repertorio molto vasto capace di attraversare gli argomenti più disparati, dalla questione israelo/palestinese (Israel) alla guerra in generale (Al bar si muore) dalla classica protesta (Un mondo d’amore) al malessere di dover vivere in una società di merda (Il mondo cambierà), e poi stava sempre in televisione, che era la nostra finestra sull’universo esterno più ancora di quanto lo sia in questi giorni moderni pieni di media differenti e, più o meno, pluralisti. Una differente finestra sull’universo esterno era rappresentata dal cinema parrocchiale o di terza visione (che di più non potevamo permetterci) e anche lì il Gianni nazionale era piazzato bene, con parecchie pellicole musicali e no, spesso affiancato dalla graziosa moglie.
Il mondo cambierà uscì che la mia infanzia stava chiamando proprio da dietro le spalle, mentre davanti avevo una chitarra economica fabbricata in quel di Recanati, e fu uno dei successi minori di Morandi, dimenticato quasi immediatamente da tutti e che mi colpì per una caratteristica molto evidente che anche voi individuerete al primissimo ascolto, cari i miei 7 lettori.
Si tratta di un brano costruito tutto intorno a una chitarra e l’ingresso a un certo punto di violini e orchestrazioni varie non riesce a nasconderlo anzi, a quel punto, la chitarra reagisce con un energico strumming che sembra essere proprio la voglia di cambiamento che la canzone auspica contro l’orchestra rappresentante il sistema e tutto quanto vuole soltanto ancorare l’uomo a schemi predefiniti e a copioni prestampati in serie da terzi intenzionati a sfruttare le vite degli altri come fossero galline in un allevamento intensivo per la produzione di uova.
Che ci crediate o no Il mondo cambierà è una grande canzone con un bellissimo arrangiamento e io essere umano e chitarrista agli esordi, non sapendo che questi esordi non sarebbero mai finiti né come essere umano né come chitarrista, in quell’alba degli anni ’70 mi ci misi d’impegno cercando di costringere le mie piccole dita su corde troppo taglienti, su un riff iniziale ben più difficile di quello che introduceva la battistiana Emozioni, appena imparata anche se più vecchia di un paio d’anni. Fu una bella sfida che persi in modo naturale e indolore perchè da lì a qualche giorno avrei preso ben altre mazzate cercando di eseguire alla meno peggio, senza mai riuscirci, From the Beginning di Emerson, Lake & Palmer, ma questa è tutta un’altra storia…