MISS-IPI, in her own words
Dopo l’articolo su MISS-IPI non potevamo esimerci dal tentare di ottenere un’intervista dalla brava blueswoman piemontese. Dopo svariati tentativi, infine, la nostra tenacia è stata premiata dal successo.1
Mi piace molto MISS-IPI, per diverse ragioni.
Suona delle belle canzoni e suona il blues. Se le sue canzoni sono già belle così, strumentalmente e tecnicamente è ancora in crescita, in una fase di ricerca, e questo lascia intravedere margini di miglioramento affascinanti. Chissà dove sarà tra qualche anno.
Mi piace soprattutto perchè mi ricorda me stesso, molti anni fa, quando con chitarra, kazoo, armonica, tentavo di crearmi un mio sound, e cercavo di costruirmi percussioni da azionare coi piedi, senza peraltro riuscirci. Al di là dei risultati che riuscivo a ottenere, era un bellissimo momento creativo e mi dispiace molto averlo perso… in MISS-IPI vedo una continuazione di quel momento. A volte suona con altri musicisti, ma quando avrà affinato la sua abilità chitarristica, aggiungendoci nuove tecniche, quando metterà al collo armonica e kazoo, quando avrà stabilizzato il suo set di percussioni “a piede” non avrà bisogno di nessun altro. Perchè lei è una One Girl Band, tutti gli altri sono inutili.
Manodipietra intervista MISS-IPI
(Manodipietra) Ciao MISS-IPI, parliamo un po’ di chitarra, quando hai incominciato a suonarla? lo hai fatto per qualche ragione in particolare? sei autodidatta?
(MISS-IPI) Ho iniziato circa un anno e mezzo fa e non ho un motivo preciso.forse ero solo stufa di ascoltare e guardare senza fare niente, forse ero giù di corda. Quando le cose non ti vanno molto bene puoi scegliere di deprimerti o di fare qualcosa. Cosi una mattina mi son ritrovata con un motivo in testa che faceva “down down down” e non se ne andava. la sera ho preso la chitarra e ho strimpellato i soli tre accordi che conosco e ha funzionato. Mi succede così. anche ora che le cose vanno meglio.
Sono autodidatta per diverse ragioni tra cui il fatto che sono troppo indisciplinata per stare li a fare ore e ore di esercizi, troppo poco paziente per dirmi che un giorno questi esercizi mi serviranno, troppo naif per desiderare di diventare una chitarrista o musicista o non so cos’altro. Per me va bene così, mi basta per
quello che ho da dire.
(Manodipietra) Come nasce l’amore per il blues a Cuneo? Cosa ti ha avvicinato, genitori? amici? parenti? curiosità?
(MISS-IPI) Come in qualunque altro posto credo, non saprei. C’e’ amarezza in ogni essere umano.
A differenza degli altri, quelli che ascoltano e suonano il country blues non hanno paura di essere tristi, non hanno paura di farsi vedere tristi e non hanno paura di amare. Solo che raccontano le loro storie senza essere patetici, anche con un po’ di orgoglio. Ho la fortuna di conoscere molta gente cosi. Tra cui i miei che mi han tirata su a Dylan. Il resto me lo son trovata da me.
(Manodipietra) Crescere con Dylan è un bel modo di crescere, io son cresciuto con gli Stones e i Pentangle e guarda un po’ che pessimo risultato! Ci andrei piano comunque con la tristezza nel blues, qualcuno potrebbe crederci! non dimentichiamo che il blues è denso di ritmo e spinge chi ascolta a muovere il piede, a seguire il tempo. Il blues mette il corpo in movimento ed è ambiguo, con un substrato fortemente sensuale, e i testi che quasi sempre dicono una cosa ma intendono tutt’altro. Per intenderci il testo de “Il clarinetto” di Arbore è molto blues. La domanda che voglio farti ora è talmente cervellotica che io stesso fatico a capirla, e vorrei ci fosse qualcuno a spiegarmela meglio: suoni uno stile o suoni con uno stile? Provo a essere più preciso: un tempo volevo suonare solo Delta Blues o Piedmont Blues, pian piano mi sono accorto che qualunque blues suonassi, appariva sempre coerente perchè lo suonavo con il mio stile che, lo ammetto, non è un granchè, quindi lo suonavo da schifo. Non per tutti è così. Qual è il tuo approccio?
(MISS-IPI) Il mio approccio è non avere un approccio, non avere uno stile e non proprio solo per scelta ma soprattutto perchè mi esce così. Potrei parlare di mille stili che amo, di qualche genere forse, ma è tutta roba molto primitiva che arriva da quel miracolo che ha visto irlandesi italiani africani etc. contagiarsi tra loro di folk, nel primo novecento in America. Ma chissà, si cambia!
(Manodipietra) Vocalmente hai dei riferimenti, qualcuno a cui ti ispiri o dal quale cerchi di carpire tecnica e segreti?
(MISS-IPI) No
(Manodipietra) Suoni solo classici o anche brani tuoi?
(MISS-IPI) Suono quasi esclusivamente brani miei, e se non sono miei sono tradizionali talmente vecchi che nessuno sa dire chi li ha inventati, ma in tanti li hanno interpretati nei secoli.
(Manodipietra) Ho notato che usi sovente il thumb-pick, accessorio molto usato dai fingerstyler. Pensi un giorno di spostarti verso il fingerpicking?
(MISS-IPI) Ho smesso di usarlo ora che ho i calli e, sì, sto “imparando” il fingerpicking, con qualche escursione nel “carter style”
(Manodipietra) Questa è una bella notizia, mi permetto di suggerirti di provare il “Travis Picking” ottimo per accompagnare il canto. Oltre alla chitarra suoni altri strumenti? ho visto una tua foto con un banjo…
(MISS-IPI) Ripeto, non suono, semmai strimpello! e ogni tanto mi diverto col banjo che ha un suono che adoro!
(Manodipietra) Quali sono le percussioni che adoperi dal vivo? ho visto che usi una specie di scatola, puoi parlarcene?
(MISS-IPI) Si chiama “stomp”e l’ho costruito io. È come un tamburo ma interamente in legno. Al posto della pelle ha come un coperchio dal diametro più piccolo della cassa così ha più gioco mentre lo batto col piede e fa più rumore. Dentro ci ho fissato un microfono e spesso uso delle catene fissate al piede. Mi piace perchè è ripetitivo e impreciso e mi ricorda i detenuti ai lavori forzati delle registrazioni di Alan Lomax.
(Manodipietra) Bella idea, io ci farei delle feritoie ove aggiungere dei sonagli o addirittura incollerei sotto il coperchio uno shaker, magari di quelli a doppia camera, per rendere il suono amplificato un po’ più ricco. Devo però confessare che mi spiace tu abbia abbandonato la grancassa e i vari pedali, anche perchè mi ricordavi molto Shawn “Flitz Alan” Palmer degli Zebra Junction (www.zebrajunction.com), un gruppo che a me piace molto. Ovviamente il ritmo è per te molto importante, poichè ti presenti come one-girl-band. Vi sono però altre interpretazioni di questo concetto. Il primo esempio che mi viene in mente è Odetta, con quel suo modo di generare la sensazione di un accompagnamento ritmico usando voce e strumming sulla chitarra, poi vorrei anche citare Bob Brozman per due sue caratteristiche: la prima è che suona seduto su una cassa cajon e la percuote, quando serve, con piedi e mani continuando a suonare. La seconda caratteristica è l’uso della chitarra in maniera percussiva, alternando il picking con colpi in vari punti della cassa o della tastiera, dati con gomiti, palmi delle mani, polsi. Credi che potrebbe ispirarti verso una nuova via o, come me, rinunci in partenza?[superemotions file=”icon_biggrin.gif” title=”{#superemotions_dlg.biggrin}”]
(MISS-IPI) Adoro “Odetta”!!!! non rinuncio, è solo che, io sono io, e sono cosi per ora. A casa di esperimenti ritmo-vocali ne faccio parecchi ma davanti a un pubblico divento timida.
(Manodipietra) Sei una one-girl-band e fai blues. Ma perchè mai non suoni l’armonica? tutti i lettori di questo sito, che sono in gran parte armonicisti, ti chiedono di aggiungere l’armonica alla tua strumentazione
(MISS-IPI) Non ho ancora imparato, prometto che mi impegnerò, però ho la grossa fortuna di aver spesso degli armonicisti che mi accompagnano dal vivo, si divertono e io anche!
(Manodipietra) A proposito, hai mai visto Bennato agli esordi? suonava un tamburello coi sonagli fissato a un pedale da grancassa con il quale teneva il tempo, il sound, con chitarra, kazoo e armonica, era stupendo. Hai mai pensato a una soluzione simile?
(MISS-IPI) Conosco, ma purtroppo conosco anche tutta l’enorme scena one- man-band attuale e quanto sia “omogenea” a livello di scelta di suoni etc. cerco di variare un pò, se possibile.
(Manodipietra) La tua chitarra mi piace, assomiglia alle vecchie zero7 molto in voga in italia un quarantennio fa, ma ovviamente non credo che lo sia, anche solo per la tavola che mi pare sia di qualità più pregiata di quelle usate per le zero7. La mia impressione è che sia una vecchia chitarra classica bluesizzata, con l’aggiunta del battipenna, del ponte mobile e del fermacorde. È così?
(MISS-IPI)A questa domanda lascio rispondere direttamente mio padre in quanto a lui va tutto il merito di aver rimesso in auge una vecchia chitarra “maschio ’67” con cassa sfondata ma di cui mi sono immediatamente innamorata.
Trattasi di tavola in legno massello uncuravata a vapore e fissata con fondo a caldo.
Manico in faggio massello.
Tastiera in palissandro e inserti in avorio.
Ponte mobile originale in palissandro con inserti in avorio puro.
Fermacorde originale in alluminio.
Meccanica originale robusta, ridipinta e oliata.
Elementi aggiunti: battipenna adattato al sistema di amplificazione per limitare i danni alla verniciatura eseguita con gommalacca a tampone (o stoppino) molto delicata.
Nessun riferimento alle vecchie 07, assenza di elementi in compensato.
L’unico elemento bluesizzante che si è aggiunto alla chitarra, dunque, è il lavoro e la cura con cui è stata restaurata.
(Manodipietra) Per finire potresti dirci qualcosa dei tuoi progetti artistici? hai un disco in cantiere? concerti programmati?
(MISS-IPI)Ho registrato quest’estate in Svizzera, mi è piaciuto tanto e mi son proprio divertita! mi spiegavano come funzionano le macchine, abbiamo usato bande magnetiche a un pollice su una
macchina a 16 piste perciò mi sono sbizzarrita ad aggiungere seconde voci per cori gospel, percussioni, c’è persino una tuba!!! ora resta il mixaggio che è la cosa più lunga, soprattutto quando insorgono sgradevoli problemi tecnici come computer che non funzionano….e poi si vedrà che fare del materiale,non ho
nessuna fretta!
Dal 12 al 26 marzo invece sarò in giro per l’Europa con un americano fantastico “Andy Dale Pitty”. Non è un tour perchè suoniamo per diletto, per chi ci piace e a cui piaciamo. Saremo con la mia macchina, una cosa alla buona! credo che ci divertiremo!
(Manodipietra) Ti ringrazio molto per la tua disponibilità. cara MISS-IPI, augurandomi che, quando sarai famosa in tutto il mondo, vorrai concedermi un’altra intervista.
(MISS-IPI)Ti saluto e ringrazio ancora per l’interesse dimostrato! baci
- L’unica ragione per cui sto usando il pluralis majestatis sta nelle troppe interviste lette, o ascoltate, ove giornalisti più imbecilli di me lo usano a profusione per ragioni decisamente sconosciute. A ben pensarci è possibile, però, che una ragione esista, e sia davvero geniale: non si tratta di un pluralis majestatis, ma di un plurale semplice e plebeo, sperano così di indurre il distratto lettore/ascoltatore/spettatore a credere che le banalità che spargono per il mondo siano figlie di più autori, e a prendesela, se è il caso, con la persona sbagliata. Usando il plurale si deresponsabilizzano, fanno credere che dietro le loro sciocchezze ci siano persone ben più potenti e vanno a dormire felici, con la tranquillità dei giusti. E’ una idea fantastica e ho deciso di seguire, a mia volta, questa via. [↩]