Minima n°9
La musica non è solo nel pentagramma o tra le dita di un musicista, la musica è ovunque: nel rumore di un altalena, nello scorrere di un rosario, nel suono di un pallone che, colpito con forza, rimbalza per terra o contro le mani avversarie.
Come già sapete, cari i miei 7 lettori, mi trovo nell’incresciosa situazione di non avere più una squadra per cui tifare quindi, quando al mercoledì e al sabato sera c’è la partita in TV, io mi metto lì tranquillo e di solito tengo alla squadra più debole, quella messa peggio in classifica. Da un po’ di tempo a questa parte, tuttavia, mi sono reso conto di seguire con una certa attenzione, e anche un pochino di apprensione, le vicissitudini di Ornavasso e quindi credo che almeno per quest’anno posso considerarmi, anche se alla lontana, un loro sostenitore. Se non lo sapete Ornavasso è un paese di neanche 4000 abitanti dalle parti del Lago Maggiore e la sua squadra è costretta a giocare nel palazzetto dello sport di Castelletto sopra Ticino, distante una cinquantina di chilometri e più vicino a Busto e Novara che a Ornavasso. Già questo basta a rendermi simpatica la compagine che è giovane, neopromossa nonchè unica rappresentante della mia regione dal momento che io non considero Novara una città piemontese bensì lombarda. D’accordo, simpatizzo anche per Forlì e Piacenza team nei quali militano le mie due giocatrici preferite, Carmen Turlea e Francesca Ferretti anche se devo essere chiaro e sottolineare che io sono tifoso principalmente delle due giocatrici e non proprio delle formazioni nelle quali giocano.
A proposito di Carmen Turlea, sabato scorso l’ho vista in TV contro Frosinone e mentre lei inanellava una schiacciata dopo l’altra, improvvisamente io mi rendevo conto che un giorno potrebbe addirittura smettere di giocare e che quando questo avverà la pallavolo non sarà più la stessa: quale altra giocatrice saprà librarsi nell’aria alla medesima maniera, arricchendo il volo di grazia e poesia così come fa lei? chi ci farà ancora vedere quelle movenze feline, sonnacchiose e letali che lei ci regala a ogni santa partita? chi incarnerà il ruolo di opposto in modo così sublime e spettacolare? il giorno in cui Carmen smetterà di giocare è ancora lontano, per nostra somma fortuna, ma quando infine arriverà dalla pallavolo scomparirà un fulgido esempio di come il gesto sportivo possa essere anche e soprattutto un opera di grande bellezza, sarà proprio proprio come se di punto in bianco dal mondo scomparisse la Gioconda di Leonardo Da Vinci o l’intera discografia di Tom Waits.
E poichè abbiamo citato la bellezza sono costretto a parlarvi di Carli Lloyd e Cristina Chirichella.
Carli Lloyd è una graziosa ragazza californiana e quindi, poichè son fissato, immediatamente mi viene in mente San Francisco, con dentro Grace Slick e i suoi Jefferson Airplane che suonano Somebody To Love
inoltre mi domando come è possibile che qualcuno possa abbandonare il sole e le spiagge di quelle parti lì per trasferirsi a Busto Arsizio che è sicuramente la più bella città a sud di Gallarate ma il mare, con tutta la buona volontà, proprio non ce l’ha e non ha più nemmeno quei canali ove alla fine degli anni ’60 la gioventù locale andava a farsi il bagno e a rinfrescarsi le idee d’estate. Eppure nella stagione 2011/12, subito dopo l’università, Carli ha deciso di venire a giocare in Italia proprio a Busto Arsizio. Lei portava in dote alla squadra una grande fisicità, caratteristica davvero rara per il suo ruolo che è quello di palleggiatrice, una bella velocità, una bravura incredibile a muro e un talento particolare per i primi tempi. Carli come giocatrice aveva ovviamente anche dei difetti dovuti quasi tutti al fatto che era piuttosto giovane e giocava per la prima volta in un campionato professionistico, ma forse perchè Busto era una squadra fenomenale con giocatrici che raccattavano qualunque pallone passasse dalle loro parti per sbatterlo violentemente a terra nel campo avversario, forse per qualche ragione a me non troppo chiara, tifosi, appassionati e critici videro in lei solo pregi e persero letteralmente la testa. Dopo un paio di partite i più la consideravano di gran lunga la più forte alzatrice del campionato e ho sentito con le mie orecchie qualcuno spiegare con dovizia di particolari perchè era in realtà la più forte giocatrice del mondo o probabilmente la migliore di tutti i tempi.
Tutte queste lodi sperticate avrebbero potuto dare alla testa di Carli, ma lei non è solo una bella ragazza californiana, è soprattutto una bella ragazza californiana intelligente, capace di discernere il bene dal male e di conseguenza ha sempre lavorato con costanza per migliorarsi. Ora gioca il suo terzo campionato italiano a Conegliano e nessuno usa più per lei i paroloni che venivano usati durante la prima stagione a Busto, per tutti è improvvisamente diventata una giocatrice normale e criticabile come tutte le altre, brava sì, ma mica Supergirl! E invece lei è davvero diventata Supergirl, ha sacrificato un minimo di fisicità in favore della tecnica e ora è davvero perfetta: le sue alzate sono deliziose, quasi impossibili da decifrare per le avversarie e vedere la palla che si stacca dalle sue dita, se si è davvero appassionati di pallavolo, provoca sempre un brivido di piacere lungo la schiena. Carli è veloce, atletica, aggraziata, brava a muro, grintosa, elegante, fredda, tecnica e potente. Adesso è saldamente sulla strada per diventare la più forte giocatrice del mondo e sarebbe bello se qualcuno cominciasse a notarlo e a rifarle tutti quei grandi complimenti che ora si merita totalmente.
Cristina Chirichella è invece una bella ragazza napoletana e quindi dovrei dedicarle una canzone di uno tra i tanti bravi artisti della sua città, Pino Daniele, Edoardo Bennato, James Senese, Osanna, ma mi ricordo che ha solo 19 anni e capisco che debbo proprio sceglierne una allegra e adatta alla sua età. Siccome però appartengo a un’altra epoca e dei gusti più recenti sono pateticamente all’oscuro, mi tocca optare qualcosa che ai tempi miei poteva andar bene, che era cioè divertente e rivolto ai più giovani. Nonostante il mio handicap di competenza sono tuttavia convinto di avere fatto una scelta piuttosto azzeccata: ecco a voi i Bay City Rollers, scozzesi e che quindi stanno agli inglesi come noi di origine meridionale stiamo agli italiani, belli e giovanissimi a metà anni ’70, bizzarri, scanzonati, glam e divertenti: Keep On Dancing!
Di Cristina ho già parlato in altri articoli, non vi ho però mai detto che gioca a Ornavasso, la squadra che quest’anno ho deciso di sostenere, che è alta un metro e novantacinque e che non è la più forte centrale del mondo ma lo diventerà prima dei vent’anni. Lei è giovane, abbiamo detto, alta ma piuttosto aggraziata nei movimenti e con un faccino innocente che una volta sì e una no fa dimenticare alle avversarie che sottorete è un castigo di dio, che saprebbe murare anche un furgone Volkswagen pieno di hipppy che suonano i bonghi e che cantano We Shall Overcame. Ogni volta che la vedo giocare è più forte della volta precedente e mi chiedo quando mai si fermerà e che fenomeno sarà tra dieci anni. Intanto adesso, dopo otto partite, ha la migliore media muri/set del campionato e anche il maggior numero di muri in totale, davanti a giocatrici più vecchie e molto più esperte di lei. Mica male per una diciannovenne napoletana, non è vero? Ha anche uno sguardo furbetto e sono pressochè sicuro che diventerà l’equivalente femminile di quel grande giocatore che fu Andrea Lucchetta per adesso, come lui, ormai è diventata titolare inamovibile in nazionale. Che altro dire? nulla, solo che è sul punto di entrare nella cerchia ristretta delle mie giocatrici preferite in assoluto, insieme a quelle poche altre delle quali vi ho già parlato qua e là e che ben conoscete. Andatela a vedere solo una volta e diventerà anche una vostra beniamina.