Minima n°13
Il campionato 2014/15 è terminato con la vittoria finale di Casalmaggiore, come ben sapete, e i commenti degli esperti si sono tutti sincronizzati sulla medesima frequenza, eccovene alcuni, tanto per gradire e capire: Cenerentola divenuta principessa, Davide che batte Golia, la corazzata affondata da una piccola nave da guerra, la favola divenuta realtà, la compagine formata da giocatrici di seconda scelta capace di battere la formazione di grandi campionesse. I pronostici di tutti davano vincente Novara, anche i miei a dire la verità, ma questo solo perchè affascinati dal suo maestoso incedere, non abbiamo dato il giusto peso a Casalmaggiore e a quel che stava facendo. Forse proprio la nostra imperdonabile disattenzione è stata la causa scatenante di tutti i commenti citati: il non volere accettare di non aver capito nulla di quel che è successo. In realtà ha semplicemente vinto il team più forte con le giocatrici più forti, tutto qua e coloro che han trattato Casalmaggiore da squadra minore che, superando i propri limiti, è riuscita a raggiungere risultati impensabili dovrebbero riflettere un po’ e magari porgere le loro scuse: la Pomì, nella quale militano atlete di primissima scelta, è una squadra maggiore, senza limiti, che ha semplicemente raggiunto obiettivi alla sua portata.
Noi appassionati non lo abbiamo capito in tempo, non c’è niente di cui vergognarsi, tutti possono sbagliare.
E’ vero, le campionesse hanno cominciato il campionato con qualche scivolata e alla fine han finito col perdere sei partite contro le tre di Novara ma questo per ragioni del tutto fisiologiche: c’è chi è centometrista e chi è fondista e le ragazze di Casalmaggiore hanno avuto bisogno di un po’ di tempo per conoscersi, ingranare per bene e arrivare alla fine della regular season con tutti gli ingranaggi a mille e ben oliati. A quel punto erano già le più forti di tutte, anche se forse non ne erano sicure neppure loro. La consapevolezza della propria forza l’hanno raggiunta quando hanno rimontato lo 0-2 a una Conegliano che già si sentiva in finale e a quel punto era chiaro che avevano lo scudetto in tasca perchè la vera corazzata inaffondabile erano loro. Io, in verità, speravo che prevalesse Novara perchè è una squadra piemontese e perchè ci gioca Cristina Chirichella, una delle mie atlete preferite, ma dopo la prima partita della serie finale già tifavo forsennatamente per le ragazze in rosa.
Come ben sapete seguo la pallavolo da diversi decenni e ho visto moltissime squadre fenomenali, fantascientifiche, spettacolari e travolgenti ma, credete a me, nessuna di loro giocava bene come Casalmaggiore, con la sua forza, con la sua determinazione, con il suo coraggio. Con la sua capacità di alzare ogni volta l’asticella fino a una altezza per le altre troppo difficile da raggiungere e che, nello sforzo di provarci, le costringe a scomporsi mostrando infine tutti i punti deboli. E che personalità, ragazzi, le giocatrici della Pomì: campionesse iperblasonate, sul match point, avrebbero battuto una palletta smozzicata con le ginocchia tremolanti, invece Marika Bianchini, classe ’93, senza la minima esitazione ha scaraventato di là, in salto, un missile a trecento all’ora. Marika Bianchini, dopo sporadiche apparizioni nel primo e secondo set, è entrata stabilmente solo nel quarto, ha marcato 10 punti e, se tanto mi dà tanto, fosse stata titolare probabilmente ne avrebbe realizzati 40. Così, tanto per far capire agli esperti, pronti ad appiccicare il titolo a chiunque, cosa è una vera fuoriclasse. E senza togliere nulla a Serena Ortolani che nonostante i suoi problemi fisici, prima di lasciare il posto proprio a Marika, è stata una magnifica condottiera capace anche di mettere giù 15 punti.
E che dire della capitana Valentina Tirozzi, 17 punti, se non che è stata nella finale come in tutta la sua carriera una leonessa dalla faccia d’angelo? Lasciatemi poi spendere due parole per Alessia Gennari e Imma Sirressi le quali, avendo giocato a Torino conservano nel mio cuore un posticino tutto speciale: la prima, classe ’91 e 18 punti in finale, colpisce per grazia e forza, una macchina da guerra che dovrebbe essere seriamente presa in considerazione per la nazionale, la seconda, classe ’90, nata a pochi chilometri dal mio paese d’origine anche se in una regione diversa è una dei liberi più forti d’Italia, se non la più forte. Dalla sua ha una eleganza inarrivabile e una capacità di piazzamento che fa sembrare facile tutto quello che fa e che invece spesso è sovrumano, ma l’avete vista in azione anche voi, non vi debbo spiegare tutto io che non ne ho neppure le capacità tecnico/linguistiche.
Mi piacerebbe davvero parlare di tutte le ragazze di Casalmaggiore, però con la mia visione semplicistica e ignorante della pallavolo finirei con il dire sciocchezze, quindi non lo farò, posso però tentare di riparare, in qualche modo, alle banalità che sono state scritte e dette su di loro, quelle di cui abbiamo parlato all’inizio. Ci provo? ci provo:
1) Casalmaggiore è una delle squadre che ha sviluppato il miglior gioco nella storia della pallavolo femminile italiana, anche se si è espresso con più forza solo nella fase finale
2) Le giocatrici di Casalmaggiore sono tutte delle fuoriclasse, non sono inferiori a nessuna ma sono superiori a molte.
3) Le giocatrici di Casalmaggiore hanno un carattere, una volontà e un coraggio fuori dal comune.
4) Le giocatrici di Casalmaggiore sono tutte bellissime.
5) Le giocatrici di Casalmaggiore sono tutte intelligentissime.
6) Le giocatrici di Casalmaggiore cantano benissimo.
7) Le giocatrici di Casalmaggiore potrebbero tutte fare le attrici.
8) Le giocatrici di Casalmaggiore non ricordano Davide, il pastorello in procinto di affrontare, con una fionda, il gigante guerriero, ma Atena dea della sapienza, della strategia e della vittoria, più potente perfino di Marte, dio della guerra e in grado di competere con Zeus.
9) Le giocatrici di Casalmaggiore sono tutte delle principesse nate, Cenerentola andate a cercarvela da un’altra parte.
10) Le giocatrici di Casalmaggiore sono le campionesse d’Italia, se tu tifi per una squadra diversa di A1 e credi che il titolo conquistato sia stato un caso particolare e irripetibile abbi un pochino di pazienza: verranno a giocare nella tua città e ti faranno vedere.