Minima n°10
La musica non è solo nel pentagramma o tra le dita di un musicista, la musica è ovunque: nel rumore di un altalena, nello scorrere di un rosario, nel suono di un pallone che, colpito con forza, rimbalza per terra o contro le mani avversarie.
Va bene, questa volta voglio proprio dirlo: a volte si scontrano squadre che non dovrebbero nemmeno stare nello stesso campionato, talmente tanta è la differenza tecnica espressa in campo, e sarebbe davvero bello se in questi casi gli arbitri fossero un pochino scorretti, cioè più tolleranti con la compagine debole e molto fiscali con quella superiore, è una questione di umanità, mica d’altro, tanto alla fine vince comunque chi se lo merita, no? Che cos’è questo mito stantìo dell’imparzialità e della correttezza sbandierato al punto da far piovere poi sempre e desolantemente sul solito bagnato? Brutto sarebbe dare una mano ai tem più forti e ricchi (anche se la ricchezza nella pallavolo femminile è solo una parola e per di più decisamente astratta), ma regalare qualcosa ogni tanto a una squadra che comunque è destinata a perdere, ditemi, che male può fare? Lo dico con cognizione di causa perché io per principio tengo sempre alla squadra più debole in campo e mi farebbe molto piacere avere qualche piccolo regalo, ogni morte di papa.
Questo era un ragionamento, chiamiamolo audacemente così, a sé stante senza alcuna attinenza con quanto andrò a esporre da adesso in poi.
In televisione, da un po’ di tempo a questa parte, trasmettono anche partite di A2 e io me le guardo piuttosto volentieri, come potete facilmente immaginare, anche se vengono messe in onda il mercoledì in differita. Assistendo dunque a codeste partite, chiunque può assai facilmente scoprire un gran numero di giocatrici estremamente interessanti e io che son tra questi fortunati scopritori, ve ne voglio orgogliosamente “presentare” alcune: cominciamo con Sara Carrara di professione libero di Gricignano, capace di prendere palloni impossibili, bravissima nel palleggio, nella ricezione, un fenomeno nel piazzarsi, bella e bionda. Cosa si può pretendere di più da una giocatrice di pallavolo? che scali le montagne in ciabatte? Sara potrebbe giocare ovunque in A1, potrebbe giocare in nazionale e io l’ho conosciuta solo grazie alle differite del mercoledì ed è per merito delle medesime differite che mi si è rivelato il sorriso cinematografico, di quei sorrisi che che per dirla alla Gianni Boncompagni richiederebbero il porto d’armi, di Veronica Taborelli, Scandicci, che come se non bastasse è anche una magnifica schiacciatrice, proprio come Angela Gabbiadini, di nuovo nel campo di Gricignano, che oltre alle strepitose doti atletiche può vantare una incredibile rassomiglianza nientemeno che con Michelle Rodriguez. Tutte ragazze di vent’anni, è bene sottolinerarlo, la stessa età di Giulia Pascucci, nuovamente Gricignano, sulla quale è inutile spendere tante parole che è proprio inutile dal momento che non saprebbero descrivere, neanche alla lontana, la sua bravura: questa bella ragazza dallo sguardo mite da qui a poco diventerà una delle atlete più acclamate del mondo, oltre che titolare fissa in nazionale. Guardatela giocare solo una volta, magari nelle registrazioni televisive infrasettimanali, guardate che palloni riesce a deformare sul taraflex e sarete sicuramente d’accordo con me.
Ma vi rendete conto che le giovani di cui abbiamo appena parlato, insieme a tutte le loro compagne, sacrificano gran parte della loro vita a questo sport senza guadagnarci praticamente nulla? e vi rendete conto che lo fanno solo perchè noi si abbia la nostra agognata razione di pallavolo ogni santa domenica e ogni santo mercoledì in differita? e ditemi infine, si meritano o no che si dedichi loro almeno una grandiosa, memorabile, canzone? credo proprio di sì e la mia scelta è ovviamente caduta su Without You, brano che divenne un immortale classico non appena Harry Nilsson, uno dei migliori cantanti della storia del rock, la incise e pubblicò agli inizi degli anni ’70. Pensate che il 45 giri andò perfino al primo posto della hit parade italica ove rimase fermo e saldo addirittura per una intera settimana (a quei tempi era un successo per una canzone straniera, pensate che My Sweet Lord di George Harrison, e non so se mi spiego, ci rimase anche lei solo per sette giorni).
Quindi Sara, Veronica, Angela e Giulia, questa è per voi.