Mark Knopfler and Emmylou Harris – Real Live Roadrunning

Tutti voi, miei cari 7 lettori, sapete che non ho artisti preferiti. Potrei inventarmi un po’ di ragioni per spiegarlo, perfino plausibili, ma la realtà è che mi piacciono tutti, proprio tutti quelli che fanno una buona musica di qualunque genere si tratti, e lì in mezzo è difficile andare a pescarne uno da appiccicarsi all’altezza del cuore. Oppure la verità è che ho talmente tanti musicisti attaccati lì che ormai non li conto più e mi limito a generalizzare. Tra le cantanti vicine al genere country e al folk Hemmylou Harris è una di quelle che apprezzo maggiormente anche se questa non è che sia una notizia da strapparsi i capelli: è lo stesso anche per voi perchè Emmylou è dotata di un’ugola che è un dono di dio e di una rara capacità interpretativa, inoltre è un’ottima chitarrista acustica ed è capace di trasformarsi in una seconda voce senza confronti al mondo, talento che da solo le consentirebbe di vivere da nababba per il resto della vita, essendo sicuramente la corista più ambita del pianeta: appare infatti in decine di album altrui, tra i quali spiccano partecipazioni nei dischi di Bob Dylan, Neil Young, The Band, Willie Nelson, Linda Ronstadt, Dolly Parton, Roy Orbison, Steve Earle, Gram Parsons. Come se tutto ciò non fosse sufficiente aggiungetevi una bellezza incredibile che oggi, più vicina ai 70 che ai 60 anni, le consente di andare in giro con i capelli imbiancati e di continuare lo stesso a fare il suo bel figurone, alla faccia di tutte le ventenni del video rifatte integralmente.
Emmylou è una delle più grandi regine della musica “leggera mondiale” e nonostante questo non c’è mai stato alcuno scoop su di lei, mai un gossip, mai una uscita fuori misura, una foto imbarazzante. E’ una donna completamente autonoma e una professionista con cui tutti amano lavorare: stai un po’ a vedere che non è solo eccezionale come artista ma anche come essere umano!
Mark Kopfler, invece, non mi è mai piaciuto. Un tempo a chi me ne chiedeva la ragione spiegavo che lo vedevo troppo pop, per essere un musicista rock, e troppo rock per il pop, ma era tanto per dire qualcosa. In realtà credo che l’antipatia fosse nata ai tempi di Communiqué dei Dire Straits, album che su Tele Monte Carlo, emittente a quei tempi attentissima nei confronti della musica, era molto pubblicizzato, troppo secondo me, al punto che cominciai a detestarlo al di là dei contenuti, poi da cosa nasce cosa… il fatto più bizzarro, però, è che Mark Knopfler è il musicista che avrei voluto diventare io: ha una voce straordinaria, suona la chitarra con un gusto e uno stile che sento molto vicini e scrive canzoni di qualità inarrivabile. Guarda un po’ te come gira strano il mondo.
Una delle artiste che più amo e uno di quelli che dovrei amare di più, nel 2006 hanno fatto uscire un album dal tittolo All the Roadrunning, accreditato ad entrambi, e contenente canzoni registrate nell’arco di diversi anni. All’album ha fatto seguito una tournée, un disco dal vivo intitolato Real Live Roadrunning e un DVD omonimo, che è l’oggetto del piccolissimo articolo che state leggendo.
Il concerto contenuto nel DVD (e nel CD) è stato registrato il 28 giugno 2006 al Gibson Amphitheatre della Universal Citywalk di Los Angeles ed è, manco a dirlo, bellissimo e con questo potremmo chiudere qui e tornarcene tutti a casa ma, cari i miei 7 lettori, mi voglio rovinare e ve lo voglio raccontare un po’, brano per brano così, magari goffamente, per farvi venire la voglia e spingervi a cercarlo nei negozi della vostra città o in qualche rivenditore online. E’ disponibile anche la versione doppia CD+DVD.
Ecco a voi la banda che vedremo all’opera non appena avremo premuto “play” sul nostro prezioso lettore, l’indicazione degli strumenti è indicativa perchè quasi tutti si cimentano anche con altri:
Mark Knopfler – chitarra, voce
Emmylou Harris – chitarra, voce
Guy Fletcher – tastiere
Richard Bennett – chitarra
Danny Cummings – batteria
Stuart Duncan – violino, mandolino
Matt Rollings – tastiere
Glenn Worf – basso
Le danze cominciano con Right Now. Mark indossa una larga camicia e dimostra tutti gli anni che ha, ma non alla chitarra slide (doppia spalla mancante di marca non individuata) con la quale dà vita a un torrido riff che accompagna la canzone fino alla fine. Emmylou al contrario, di due anni più anziana del collega, ne dimostra un centinaio di meno e saltella continuamente per marcare il tempo del brano del quale è voce solista. E’ come sempre sobriamente elegante e come sempre indossa gli inseparabili e non molto sobri stivali texani. L’inizio è a dir poco scintillante!
Red Staggerwing è la seconda canzone che ci butta senza preavviso in un mondo country pieno di violini, fisarmoniche e steel guitar. Mark suona una semiacustica rossa anch’essa non identificabile mentre Emmylou imbraccia la fedele J-200 che lascerà soltanto un momento alla fine per cantare Is This Goodbye. Le parti vocali sono equamente divise, e quando sono condivise la voce profonda del chitarrista si sposa magnificamente con quella chiara e duttile della cantante, creando una alchimia perfetta ed elettrizzante.
Red Dirt Girl è un brano scritto da Emmylou che lo canta in primo piano mentre il resto della band, compreso Mark all’acustica, rimane indietro, nell’ombra. Bello e intenso.
La Gibson Les Paul nelle mani di Knopfler e la sua voce solista creano insieme suggestioni e atmosfere vicine ai Dire Straits mentre Emmylou fa il suo solito impareggiabile lavoro alla seconda voce. L’assolo è nel tipico stile del chitarrista, diviso però con Richard Bennet che lo esegue con una tecnica simile a quella del leader. Tutto questo in I Dug Up A Diamond.
Born To Run non è il classico di Bruce Springsteen ma un pezzo firmato da Paul Kennerley e inserito in Cimarron, album del 1981 di Emmylou Harris. Nella versione del DVD il brano assume una connotazione più rock con Mark all’acustica Martin. La voce principale è femminile, ma quando si fonde con quella maschile l’effetto è grandioso. L’ho già detto, lo so, ma conviene ripeterlo.
Vai con le resofoniche!!!! anche se il risultato invece che blues e percorso da mille e mille reminescenze irlandesi. Parliamo di Done With Bonaparte, naturalmente, cantata da Mark.
Emmylou si allontana dal palco per l’hit dei Dire Straits, Romeo and Juliet, introdotta da un intreccio di tastiere e pianoforte e condotta dalla prepotente resofonica di Mark, lasciata nel finale per un assolo all’elettrica di gusto sopraffino.
Emmy è ancora assente così Mark, imbracciata nuovamente la Les Paul, si siede in perfetto stile bluesman per suonare Song For Sonny Liston. Il risultato è però qualcosa di molto vicino a una specie di jazz alla Knopfler. Diverso e interessante.
Belle Star è un’altra composizione della Harris che finalmente ritorna sul palco insieme alla sua amata J-200. In duetto con Mark che imbraccia una Fender Telecaster, dà vita a una esecuzione country perversamente malata di rock. Grande! Grande! Grande! (ma forse non sono stato chiaro: Grande! Grande! Grande!)
This is us viaggia su una melodia mesta e su un ritmo molto incalzante tenuto da Mark ancora alla Les Paul. Solito ammaliante intreccio vocale.
All The Roadrunning, nel suo maestoso incedere, vede ancora Knopfler alla Telecaster. Le atmosfere sono forzatamente americane ma la melodia è davvero molto british. Duetto vocale bellissimo e intenso.
Quasi a sottolineare che si tratta di una canzone da lei composta l’inizio dell’incisiva Boulder To Birmingham è solitario per Emmylou raggiunta poi, ma con molta discrezione, da Mark al’acustica seguito dal resto della band.
Mark torna alla Les Paul per Speedway At Nazareth, che oltre ad un bellissimo intreccio vocale di pura magia vede un sontuoso finale strumentale preceduto da un assolo ispiratissimo del chitarrista.
Il concerto è finito, i musicisti salutano e abbandonano il palco ma il pubblico non ne vuole sapere di andarsene perchè si sa, è tutta una commedia che ogni volta ci piace recitare, così la banda torna e vediamo che Mark imbraccia, finalmente, la Stratocaster per dar vita a So Far Away, zeppa di fraseggi chitarristici con una leva di alta scuola. Emmylou al supporto vocale.
Our Shangri-La parte come se a suonarla fossero i Dire Straits con Mark a destreggarsi tra il tremolo della Strato, un wah-wah usato con intelligenza e parsimonia e un assolo stranamente eseguito col plettro. Emmylou alla seconda voce, bassa, capace di provocare brividi lungo la schiena anche in pieno solleone e insolazioni in pieno inverno. Non dite poi che non vi avevo avvertiti.
Questa volta il concerto è finito davvero e i protagonisti lo fanno capire chiaramente producendosi in saluti teatrali, di quelli con profusione di inchini e abbracci collettivi, ma gli spettatori, non ancora sazi pretendono di più, così Mark riacciuffa la Les Paul, con cui nel finale produrrà un assolo meraviglioso, e con Emmy sprovvista di chitarra crea delle armonie vocali stupende in If This Is Goodbye.
Emmylou riprende ancora la fidata J-200 mentre Mark ritorna alla Strato per il quarto e ultimo bis: Why Worry. Il gruppo non c’è, a parte qualche sporadico e riservato fraseggio di piano e la canzone è guidata dalla chitarra della cantante americana mentre Mark arricchisce il tutto con raffinati e incisivi fraseggi. La voce solista è della Harris ma con quella del chitarrista dietro per costruire insieme meraviglie eufoniche. Un finale coi fiocchi e con naturale standing ovation.
Avete finora letto un sacco di complimenti, cari i miei 7 lettori, e mi tocca ricordarvi che probabilmente sono tutti dovuti alla presenza della Harris che, per quel che mi riguarda, saprebbe rendere accattivante anche una gamba rotta, ma voi non dovete pensarla come me anzi non dovete pensarla proprio: limitatevi a fidarvi per una volta e ad abbandonarvi alla visione di questo DVD. E poi ci sono anche le interviste e il backstage preconcerto: cosa volete di più? direi che Real Live Roadrunning ha proprio tutto quel che serve per diventare uno degli elementi più importanti della vostra personale videoteca musicale. Correggetemi se sbaglio.