Manodipietra’s TW Stompbox 1.0
Autocostruirsi degli strumenti è una impresa eccezionale soprattutto, e credo di non parlare soltanto per me stesso, per il fatto che avendo avuto sotto controllo tutto il processo di assembralggio, non è poi possibile prendersela con qualche operaio cinese oppure con qualche cattivo controllo di qualità, qualora il risultato venisse fuori una emerita schifezza. Chi è causa del suo mal pianga se stesso, dicevano i saggi, e se li chiamavano saggi un qualche buon motivo doveva pur esserci, ne converrete astutamente. Insomma, miei cari 7 lettori, fabbricarsi da soli degli strumenti è proprio bello, a patto che si sappia dove e come mettere le mani, in caso contrario si potrebbero facilmente ricavare più problemi che soddisfazioni. Molto meglio è, di conseguenza, trasformare un normale oggetto di uso comune in un originale e fantastico aggeggio per produrre musica ripetendo così il processo che, per esempio, portò un semplice asse da lavare in New Orleans a divenire quello che adesso tutti conosciamo come Washboard una fantastica percussione capace di accompagnare qualunque tipo di musica, dal blues allo skiffle, oppure che spinse una cassetta della frutta, laggiù in Perù a reinventarsi come cajon, cioè quella che forse è la percussione, al mondo, in grado di offrire maggiori soddisfazioni a chi la suona. E che dire del Washtub Bass, signori miei? cioè di ua bacinella, una corda e un manico di scopa messi insieme e buoni a sostituire ottimamente un contrabbasso? e che dire ancora dello Jug cioè di una brocca in grado di dare il nome praticamente a un genere musicale? E poi non dimentichiamo le campane tibetane ovvero ciotole metalliche, e gli udu africani, cioè anfore di terracotta, per capire infine che qualunque oggetto nasconde un’anima musicale, basta solo saperla trovare e portarla alla luce.
Abbiamo già parlato degli stompbox e di come costruirsene uno facilmente e in breve tempo (http://www.stonehand.it/wordpress/manodipietras-handmade-stompbox-1-0b1/), ora vediamo come un giro in qualche grande magazzino può portare alla creazione di una eccellente percussione del medesimo tipo, perfetta da suonare anche se magari non proprio bellissima. Il primo oggetto che incontriamo nel nostro giro è una scatola in legno ramino a forma di libro.
Ramino è un nome generico che viene dato a legni che possono essere rarissimi e di altissima qualità o che si trovano a mucchi negli scaffali di ogni centro specializzato in bricolage, sotto forma di oggetti, proprio come il nostro libro, belle e pronti per essere usati in qualche meraviglioso lavoro di découpage. La nostra scatola è in ramino solido e l’ho pagata meno di tre euro.
Il secondo oggetto che la nostra passeggiata ci propone è un portasapone in bamboo dal costo che si aggira intorno all’euro, comprato in un grande mobilificio svedese che tutti ben conoscete e apprezzate.
Per realizzare il nostro piccolissimo progetto musicale abbiamo bisogno ancora soltanto di buona colla da falegname e di un pezzo di legno, nel nostro caso il fondo di un listello dalle dimensioni compatibili con la scatola di Ramino, che possa fungere da base di appoggio per il piede, quando dovremo suonare quel che stiamo creando.
Assemblare il tutto, con l’aiuto di qualche morsa da falegname per tenere in pressione i vari elementi in attesa che la colla asciughi è un gioco da ragazzi: il portasapone, rovesciato, lo si incolla su una delle due “copertine” del libro, mentre ilpezzo di listello, contro uno dei lati corti della scatola, a diventarne praticamente il prolungamento.
Il risultato lo potete “ammirare” nelle foto che seguono. Devo dire che in origine il portasapone era stato preso per essere la base battente, per via di quel suono piuttosto secco, tipico del bamboo, ma poi, dopo aver scoperto che il ramino aveva diverse frecce al suo arco, il portasapone si è trasformato nella base utile a fornire la corretta inclinazione allo stompbox. Non è un dogma, se si vuole battere sul portasapone è sufficiente girare lo strumento, risolvere alcuni problemi di stabilità e pestare come dei pazzi!
Come vi ho anticipato il ramino, pur non essendo famoso per le sue qualità sonore, mi ha sorpreso con un suono sì secco ma pieno di medie frequenze che hanno relegato il bamboo al ruolo di mero sostegno, ma la sorpresa è venuta suonando lo stompbox senza cassetto: il suono ha acquisito in profondità, al punto di assomigliare a quello di un bongo piccolo colpito sul bordo. Inserendo il cassetto gradatamente, di conseguenza, si possono ottenere un sacco di frequenze intermedie e non è affatto male, questo, per un finto libro in legno venduto come oggetto per il découpage.
L’aggeggio, in acustico, ha il suono ideale per potersi esercitare in casa senza dare troppo fastidio a vicini o famigliari dall’udito sensibile e dall’umore irascibile ma, considerata la sua estrema portabilità, un uso dal vivo potrebbe regalare diverse soddisfazioni all’orgoglioso musicante e così ho deciso di provare ad amplificarlo usando un vecchio pickup Cox in legno per strumenti acustici: il risultato è stato a dir poco inaspettato per via dell’ottima uscita del trasduttore e della sua bassa rumorosità. Ogni effetto elettronico è stato provato, dal delay al riverbero, dal chorus all’autowah con moltissima soddisfazione anche se a volte i risultati sono stati, logicamente, piuttosto sconcertanti e assurdi! Ho provato a sistemare il pickup in zone differenti dello stompbox e il suono amplificato è stato sempre perfetto, sempre diverso ma contemporaneamente molto fedele a quello acustico con qualche grande meraviglia da parte mia e molta, molta soddisfazione. Non dimentichiamo, inoltre, che il cassettino può essere usato per contenere e trasportare, oltre al trasduttore, vari oggetti che potrebbero essere preziosi durante una esibizione, come plettri, capotasti, merendine e promemoria.
Insomma, miei cari 7 lettori, spendendo meno di cinque euro e impiegando meno di cinque minuti per mettere insieme il tutto ecco a voi una ottima percussione, versatile, divertente e semplice da suonare insieme al vostro strumento preferito, che cosa volete di più?
Per concludere voglio presentarvi il terzo stompox della serie, il Manodipetra’s W Stompox 1.0 dove la W sta per “wine”. si tratta di una cassetta per 3 bottiglie di vino vecchia di almeno trant’anni, che è stata di volta in volta contenitore di foto, ricevute, giochi e chissà cos’altro. E’ bellissima e il suono è piuttosto discreto nonostante le dimensioni generose. Va già bene così ma ho in mente un paio di migliorie che vi farò sapere appena avrò trovato il modo di realizzarle.
Alla prossima.
Incastrando il Cox nel portasapone si ottiene un suono quasi da grancassa che è fantastico da suonare insieme all’altro stompbox, che pare un rullante!
https://actress.altervista.org/wordpress/manodipietras-handmade-stompbox-1-0b1/