Lolli Hearts Club Band
E’ almeno dal 2005 che tento di pubblicare un cd tutto mio. Quando ci si rende conto all’improvviso, grazie ai Central Unit ed alla MP & Records, che è tutto vero e che si può essere duplicati dalla Sony Austria e distribuiti anche in Giappone, ci si ringalluzzisce.
La prima cassetta la registrai nel 1986 con il Tascam 4 tracce di proprietà di Mario dei Big Fest. Da un anno suonavo con i Big Fest. Avevamo qualche problema a trovare batteristi ragionevoli ma la fantasia non ci mancava, e soprattutto una sala prove enorme ed attrezzatissima a costo zero che esiste tuttora. In quegli anni, uscendo la sera, gli amici mi volevano trascinare in discoteca: io rinunciavo regolarmente per rifugiarmi nella sala prove e passare intere nottate a registrare in multitraccia, dismettendo il 4 tracce per passare ad un Tascam 8 tracce – sempre a cassetta – che dava sensazioni di onnipotenza, unitamente all’uso di un Mac con un sequencer Cubase ancora solo midi.
Fortunatamente sono riuscito a non perdere gli amici e nel contempo a produrre alcuni titoli di sicuro insuccesso: Theoria (1996), Scevrolè (1998), Bruitdenoise (1998), Cronacavera (con Giovanni Aprile e Francesco Ficarra, 1998), Basta (1999, primo album ad essere diffuso su cdr).
La distribuzione era limitata agli amici, eccetto Cronacavera di cui si tentò una vendita porta a porta con risultati catastrofici, tant’è che se ne può trovare traccia tuttora tra le ricompense di Musicraiser per tentare di recuperare un po’ di investimento a distanza di quindici anni.
Nel 2003/2004, con l’avanzamento della tecnologia, riesco a raffazzonare registrazioni che, salvate dalle sante mani di Fabio Liberatori (già Stadio ed autore delle colonne sonore dei films di Carlo Verdone) e Gianrico La Rosa (fonico di fiducia, tra gli altri, di Claudio Baglioni) nello Studio Hawk di Roma, rendono possibile la pubblicazione dell’album del ritorno dei Central Unit “Internal Cut”. Nel disco suona ed arrangia le trombe da par suo, tra un Jovanotti e l’altro, Marco Tamburini, e ce lo ritroviamo poco dopo a suonare con noi al Blue Inn di Bologna.
L’anno seguente accumulo un certo numero di registrazioni casalinghe, che raggruppo principalmente in tre grandi insiemi: quelle cantate in inglese, quelle cantate in italiano, e quelle strumentali. Scartiamo subito l’inglese, che ormai sono un ometto; i pezzi in italiano continuano la tradizione dei tempi di Theoria, con testi sarcastico/demenziali che non riesco a comporre altrimenti; quelli strumentali fanno largo uso di elettronica e samples e, riascoltandoli, mi piacciono da matti, non fossero in alcuni casi un po’ pretenziosi. Mi piace pensare che alcune giustapposizioni casuali diano risultati geniali, ove il genio risiede per l’appunto nel caso. Il che si trasferisce anche negli arrangiamenti dei brani cantati, quindi alla fine siamo lì, e metto insieme una raccolta (“The Unreleased Album”, 2006) che comprende più o meno equamente cantato e strumentale.
Mi rivolgo a Roberto Costa, bassista e fonico di chiara fama (Lucio Dalla), il quale mi fa notare che nell’italica omologazione dei cantanti da classifica potrei avere un mio pubblico di nicchia, perché in effetti la mia roba non somiglia a quasi niente di orecchiabile. Purtroppo il crowdfunding è ancora di là da venire, e in mancanza di aiuti o sponsor non sono in grado di sostenere la spesa peraltro modesta al fine di ottenere un master, ed in seguito la stampa.
Mi manca soprattutto qualche sostegno morale, perché ormai a quei 15/20 amici che continuano a dire “bravo” non credo più molto.
Nonostante le avversità continuo piano piano a mettere insieme brani, e nel frattempo succede di tutto. L’amico Rockabilly mi dice “dammi un cd, che c’è una trasmissione a Punto Radio Bologna con Bob Messini che mi sembra adatta”, glielo faccio avere e mi cambia tutto, fino ad arrivare a mettere in scena uno spettacolo teatrale insieme a Bob.
Il secondo album con i Central Unit, “I See You”, ingrana anche meglio del primo. Tutti dicono che è un album progressive e ne sono molto lieto; infatti si candida ai Prog Awards nel 2010 e finisce recensito da Sid Smith. Se non sapete chi è non ve lo spiego perché mi viene l’ansia.
Passo da una radio all’altra, ospite fisso delle trasmissioni di Danilo Masotti suo malgrado; conosco Enrico Farnedi, poi conduco io trasmissioni, sempre Farnedi, poi vado a cena, sempre Farnedi, poi Masotti mi butta in un gruppo segreto di Facebook, sempre Farnedi, poi Stefano W. Pasquini, poi c’è anche Eloisa Atti che nel frattempo si è fidanzata con Rockabilly, poi sempre Farnedi, poi ci sono le giornate dell’arte contemporanea ove per la prima volta eseguo i miei brani dal vivo con enorme successo tra i disadattati come me.
Farnedi e Pasquini supervisionano la bozza della mia nuova raccolta di brani e soprattutto mi fanno un gran coraggio, fino a partecipare fattivamente alla preproduzione dell’album con consigli fondamentali, trombe e pennelli. La GT Music decide di acconsentire alla distribuzione, ed è così che arriviamo al crowdfunding con Musicraiser.
Leggo casualmente che gli studi londinesi di Abbey Road si “aprono” online a chiunque gli faccia avere dei files audio bisognosi di una ritoccata, per un costo pari a quello degli studi nostrani. Non per esterofilia, ma perché mi scorrono nelle vene certi album dei Beatles e dei Pink Floyd, mi sento di non poterne fare a meno. L’intervista ad un fonico preposto che spiega a grandi linee come riesce a migliorare un brano mi dà molto conforto.
Faccio due conti ed ottengo la cifra necessaria al master britannico ed alla stampa di 500 copie, che è quella proposta su Musicraiser.
Nel corso di questi due mesi c’è ancora da registrare qualche batteria e sistemare la grafica, nonché chiedere una partecipazione globale al crowdfunding, sì, anche e soprattutto voi che state leggendo.
Con pochi euro potete, ad esempio, prenotare l’album e farvelo recapitare comodamente a casa; ottenere il download dell’ “Unreleased Album” che ormai è roba per nostalgici e fanatici, oppure della colonna sonora del cortometraggio “Pan di Legna Vin di Nuvole” escluso dallo Slow Food Film Festival 2008; e varie altre opzioni che potete consultare nella pagina del progetto: http://www.musicraiser.com/projects/1446
C’è anche l’audiocassetta “Cronacavera” così com’è, intonsa dal 1998. Prossimamente non escludo di rintracciare il master e renderla disponibile anche per il download.
Per cifre più importanti posso anche venire con Farnedi e Pasquini a casa vostra, suonare, cantare e svuotarvi il frigo; e con soli 1000 euro si può ottenere il dipinto originale utilizzato per la copertina di questo benedetto album dal nome “Fuori Catalogo”. Se conoscete il ruolo di S. W. Pasquini nell’ambito dell’arte contemporanea internazionale converrete con me che 1000 euro sono pochi.
Naturalmente il crowdfunding funziona così: se non raggiungo la cifra stabilita viene annullato tutto, i sostenitori si vedono restituire il denaro, e io mi butto dal ponte di Via Libia (no, forse no, ma lo annuncio). La vostra collaborazione è pertanto fondamentale.
Ringrazio di cuore Stonehand Express per il prezioso spazio concesso e vi invito vivamente a partecipare al crowdfunding con Musicraiser!