Le unghie
La prima volta che vidi un chitarrista con le unghie lunghe fu sullla copertina del 45 giri “Don Alfonso” e l’artista in questione era, come ben sapete miei cari 7 lettori, Mike Oldfield. Sapete anche che da ragazzo avevo una sorta di venerazione per Mike Oldfield (che forse si è un poco conservata nel tempo) e subito mi informai in giro per sapere che cosa significava quella bizzarra circostanza. La mia indagine ebbe le risposte più “ovvie e ridicole” finchè, dopo svariati e infruttuosi tentativi, ottenne finalmente quella giusta: le unghie servivano per suonare la chitarra.
Risposta giusta, ma fino a un certo punto… “Per quello” obbiettai con arguzia” esistono i finger-nails e i thumbpicks!” la mia osservazione fu immediatamente invalidata da un benevolo sorriso e dalla precisazione che quegli attrezzi, da me nominati invano, erano usati esclusivamente da musicisti con limitate capacità mentre quelli bravi si facevano crescere le unghie e così me le feci crescere anche io, solo alla mano destra, ovviamente. A unghie cresciute si evidenziò un nuovo problema: si rompevano facilmente. “E’ perchè sono troppo deboli, visto che non mangi abbastanza calcio” mi spiegò qualche esperto, forse lo stesso di prima “devi rinforzarle”. Poichè ero accidentalmente il più grande consumatore di calcio nella storia dell’umanità, e consumarne di più era proprio impossibile, decisi che dovevo riforzare le unghie in una maniera diversa, e mi recai in farmacia.
Il prodotto che cominciai a usare rendeva davvero le unghie forti come l’acciaio, purtroppo neegli anni 70 non era concepibile che un maschio si facesse crescere delle unghie che non fossero quelle dei piedi, quindi quel prodotto altro non era che un rinforzante “per donne”, cioè abbastanza sberluccicoso e luminescente. Vi lascio immaginare cosa dovetti patire fino al giorno in cui incontrai un valido musicista che, preso da compassione, finalmente mi svelò che le unghie mi si rompevano perchè, insomma, sbatterle contro corde d’acciaio non è che sia il metodo migliore per renderle solide.
Alla fine il mistero era svelato! Mike Oldfield con quelle unghie ci suonava la chitarra classica, e poichè io suonavo la chitarra acustica (e che ci crediate o no ero anche abbastanza bravo), con sommo dispiacere di farmacisti vari, tagliai finalmente le mie. E ricominciai a usare finger-nails e thumbpicks.
Con gli anni ho finalmente avvicinato la chitarra classica prima, e l’ukulele poi, e il problema delle unghie si è presentato nuovamente, ma in modo leggermente più serio. Molti musicisti che hanno a che fare con corde di nylon si fanno crescere le unghie per principio e credo che questo sia, per principio, sbagliato perchè prima di fare una scelta è sempre consigliabile provare tutte le varie alternative. Se quindi, cari i miei 7 lettori, state valutando la possibilità di dotarvi di artigli, è meglio che continuiate la lettura e che poi prendiate una decisione, senza tener conto di quanto qui avrete letto perchè, lo sapete meglio di me, sono un noto svanito e per di più inaffidabile. Chiedete in giro se non ci credete.
Le ragioni principali per cui il musicista che suona su corde di nylon si fa crescere le unghie sono il volume, il timbro e la definizione del suono, c’è chi aggiunge altri benefici ma credo che lì si entri in un territorio di opinioni personali che è meglio lasciar perdere. Bisogna anche ricordare e sottolineare che a farsi crescere le unghie sono di solito i chitarristi classici e quindi ricordare e sottolineare che i chitarristi classici hanno una impostazione della mano destra particolare, a 90° rispetto alle corde, che consente loro di usare comodamente tutte e cinque le unghie, mi è capitato di vedere chitarristi non classici ma che suonano la chitarra classica o ukulelisti, che invece hanno una impostazione folk (tengono cioè la mano destra con un angolo di 45°, più o meno) che per sfruttare l’unghia del pollice lo costringono a una strana e innaturale torsione. Non lo fate, o se lo fate smettetela subito, perchè è possibile che questo vi causi in futuro dei problemi all’articolazione, cambiate piuttosto l’impostazione della mano destra oppure usate un thumbpick.
Nel mondo della chitarra classica ci sono state lunghe e argomentate diatribe intorno alla misura delle unghie ma, forse a causa di Segovia, ormai (quasi tutti) le hanno lunghe e questo rende il suono definito, forte e un po’ secco, per i detrattori dello stile il suono è, appunto troppo definito, forte e secco, e questi detrattori sono soprattutto i brasiliani. In Brasile il suono viene fuori dai polpastrelli ed è bello perchè è pastoso, caldissimo e più veloce in alcuni passaggi (in altri meno, soprattutto nelle note “alternate”, chi ha orecchie per intendere… 😉 ), ma soprattutto viene suonata con una parte “viva” e sensibile, una parte nella quale scorre il sangue, e questo consente dinamiche impensabili se si usano le poco sensibili unghie. D’altra parte le dinamiche del Samba non interessano molto ai chitarristi classici quindi i due stili, tranne qualche rara contaminazione, convivono distanti e felici. Gli ukulelisti possono scegliere quale che vogliono e in genere scelgono il primo, per ragioni che non so.
Io preferisco lo stile flamenco. I chitarristi flamenco usano le unghie, ma tagliate due millimetri al massimo in modo da colpire la corda con la parte viva, il polpastrello, con tutte le dinamiche possibili e toccarla anche con l’unghia, aggiungendo un po’ di volume, la definizione e qualche armonico extra a quello che il polpastrello ha creato. E non è tutto, perchè semplicemente cambiando leggermente l’angolo con cui le dita si avvicinano alle corde è possibile variare la tecnica fino a usare, alla bisogna, tutti e tre gli stili. Se avete mai ascoltato qualche chitarrista flamenco sapete di che cosa parlo!
Cari amici chitarristi e ukulelisti, probabilmente questo per voi è un articolo inutile, dal momento che l’esperienza vi ha forse già consigliato su qual è il vostro modo migliore di suonare, se invece vi state ancora dibattendo nel dubbio “unghia sì/unghia no” allora il consiglio che posso darvi è tanto ovvio da sembrare sciocco: non vi fate influenzare dai musicisti che apprezzate, perchè loro non sono uguali a voi, provate tutte e tre le tecniche è poi scegliete quella che vi aiuterà a tirare fuori il meglio della vostra arte.
God Bless You.
No. Quello dell’esempio è il classico stile con il quale molti ukulelisti eseguono le parti soliste. A me non piace molto, ma va bene così.
Per 45° intendo la mano che segue il verso delle corde, nel fingerpicking, e il pollice ritorto in modo da colpire la corda con tutta l’unghia. La maggior parte degli ukulelisti suona con questo stile, ma è una posizione talmente innaturale che con l’andare del tempo (parliamo di qualche lustro, mica di giorni) quasi sicuramente causerà dei problemi di tipo articolare.
Per 45° intendi così?:
http://liveukulele.com/lessons/finger-picking/
Con l’ukulele secondo me è l’unico modo. A meno che non sei Segovia, che aveva il pollice fatto a L e lo teneva parallelo alle corde…
http://www.youtube.com/watch?v=_2Z_t4s4Eog
A volte è anche semplicemente una questione di scelta individuale, come tra plettro e dita: si comincia, piace e poi si continua.
A proposito dei chitarristi che usano i “ditali” d’acciaio o plastica che sia (perdonatemi la traduzione alla buona in italiano), non ho ben compreso il perchè siano usati da chitarristi poco dotati. Li usa, ad esempio John Fahey, del quale penso non si possa proprio parlare di limiti tecnici. Non è una questione di suono, più metallico e secco con i suddetti ditali, più morbido con le unghie (anche se dure come l’acciaio)?
Ma io che, notoriamente, sono piuttosto insensibile alle influenze hawaiane cosa debbo farmi disegnare? un tonno?
Se optate per le unghie lunghe, consiglio caldamente di andare da un’estetista e farvi fare la french manicure, magari con il disegno di un ukulele/ibiscus per il tocco hawaiano 🙂