La voce del legno ed il suo domatore
Quant’emozione sentir la prima nota di uno strumento musicale.
ed il liutaio ha questa fortuna…ma se la suda!
Fin dal giorno in cui si immagina lo strumento, lo progetta, seleziona i legni ed incomincia la costruzione,
come un padre creatore cerca di forzare lo strumento per farlo cantare come vuole lui.
Come tutto, anche il liutaio deve scendere a compromessi,
compromessi con il legno, perchè il legno, pur essendo fibra morta, continua a vivere;
si muove, vibra e respira.
Il legno cercherà di imporre il proprio tono, la propria forma ed il liutaio dovrà domarlo
convincendolo ad assumere la forma che desidera il tono che vorrebbe.
Tutto questo è la liuteria condita da tanta tecnica e tanta esperienza.
Come si usa dire,
non è mai abbastanza la tecnica e l’esperienza,
perciò il liutaio è un essere in evoluzione che si rinnova,
che si deve informare e deve confrontarsi con macchine precisissime che non sbagliano,
ma che non hanno sensibilità,
che non sanno ascoltare…
Questa è una bellissima frase che, si dice, è stata trovata all’interno di un liuto del periodo elisabettiano:
Viva fui in silvis
Sum dura occisa securi
Dum vixi tacui
In mortua dulce cano.
“ Ero vivo nella foresta,
finchè un’ascia crudele non mi uccise,
fino a che vivevo ero silente,
ora che apparentemente non vivo,
dolcemente canto”.
Bella Penna!:) Bellissima l’iscrizione latina,mi hai fatto assaporare l’emozione del liutaio!:) Spero che seguiranno tanti altri articoli,continuando così,fra il tecnico e il poetico!:D