La Serie dei Beatles – n° 13: Please please me
Riassunto delle puntate precedenti: la persona che scrive è miracolosamente ritornata indietro nel tempo, nel 1973 o forse 1974, e più precisamente al giorno in cui, pur conoscendo già tramite attente letture la storia di ogni canzone, ascoltò per la prima volta, interamente, l’album dei Beatles che dà il titolo a questo articolo. Ecco la fedele cronaca di quel che fece e pensò in quelle magiche e indimenticabili ore.
(Attenzione! Si tratta di un gioco, non di una cosa seria. Poichè la lingua italiana a volte risulta oscura e misteriosa e non sempre chi ce l’ha tra i piedi riesce a padroneggiarla come si deve e poichè non è detto che l’introduzione di cui sopra sia stata ben compresa dai più, è bene sottolineare che quel che segue non è una recensione e non necessariamente rispecchia le attuali idee di chi scrive, si tratta semplicemente del tentativo di ricordare che cosa l’autore pensò e provò, nella prima metà degli anni ’70, nell’ascoltare per la prima volta l’opera oggetto dell’articolo, un autore appena adolescente e non certo critico musicale. Non che adesso lo sia diventato, critico musicale. Puoi anche leggere una più ampia introduzione qui: www.stonehand.it/wordpress/la-serie-dei-beatles-n-0/ )
Non vi ho detto tutta la verità, cari amici del futuro: questo disco, il primo disco ufficiale dei Beatles e ultimo nella nostra serie, non l’ho ascoltato per la prima volta adesso, nel 1973 forse ’74, ma ce l’ho da un bel po’ di tempo. Non so da quando e nemmeno chi me l’abbia dato, visto che non ricordo di averlo comprato io ma è nella mia casa, e quindi nel mio cuore, da sempre, dai lontani anni ’60 che io sappia. Molti amici hanno provato a sottrarmelo ma io l’ho sempre difeso con estremo coraggio e sprezzo del pericolo perciò posso orgogliosamente affermare che non è mai uscito da casa mia, nè lo farà in futuro (voglio precisare che da questa previsione sono esclusi eventuali traslochi: son mica matto a lasciare questa preziosità al futuro inquilino dell’appartamento di Mirafiori nel quale vivo con i miei genitori).
Possedendolo da molti anni il disco lo conosco già molto bene e non posso scoprirlo insieme a voi come ho fatto con i precedenti, però non lo metto sul piatto del giradischi da qualche settimana e oggi lo faccio volentieri insieme a voi, perchè quando si ascolta un LP dei Beatles è come se fosse la prima volta, anche se magari è la centesima, e molto facilmente si scoprono cose sempre nuove. O al limite si ascoltano belle canzoni.
LATO A
I Saw her Standing Here. Rock trascinante come piace a me, è una canzone un pochino confusa ma forse questa è proprio il cuore della sua bellezza. I grandi esperti dicono che è stata scritta da Paul McCartney, ma io non ne sono così sicuro, comunque la canta lui.
Anche se la critica si affanna a spiegare che si tratta di una cosetta da nulla a me Misery piace molto. John dimostra di essere un cantante non solo di carattere ma anche di notevole tecnica (e più avanti dimostrerà anche di avere una voce inarrivabile da chiunque altro).
Anna è una cover cantata in modo magistrale da John con un arrangiamento decisamente bello. Ho deciso di diventare un cantante dopo averla ascoltata una sola volta, chissà se ci riuscirò!
Chains, altra cover, non è mica una brutta canzone, anzi! ma la musica è suonata in modo piuttosto piatto e questo non aiuta George, che, purtroppo per lui, ci canta sopra.
Ed ecco a voi Ringo Starr in Boys, un bellissimo brano delle Shirelles che avrebbe fatto meglio a lasciare ancora alle Shirelles.
I soliti esperti dei quali abbiamo già parlato dicono, non senza un tono piuttosto accademico, che in Ask Me Why John Lennon fa il verso a Smokey Robinson. Io penso che sarebbe meglio dire che si è ispirato a Smokey Robinson altrimenti ci toccherebbe pure dichiarare che Bob Dylan nel comporre i suoi primi capolavori faceva il verso a Pete Seeger, Woody Guthrie o a Dave Van Ronk, dimostrando così di non sapere di che cosa stiamo parlando. Ask Me Why è una bellissima canzone di John Lennon e basta.
Please Please Me! Ragazzi, che bomba!!!! Beatles allo stato puro con i loro caratteristici e deflagranti coretti. Una delle due canzoni presenti nell’album che han fatto da trampolino per la loro inarrivabile carriera. Qual è la seconda? un po’ di pazienza, prego, tra un po’ arriva….
LATO B
Love Me Do. Roba di Paul, sarà anche bella ma a me non piace.
P.S. I Love You. Vedi sopra.
Baby It’s You è una seria dimostrazione di tecnica e di controllo della dinamica del canto da parte di John. Ancora una cover delle Shirelles questa volta degna dell’originale.
Do You Want To Know A Secret? Una bella canzone scritta da John ma cantata da George, abbastanza bene probabilmente, probabilmente non abbastanza bene.
A Taste Of Honey è Paul che coverizza, in modo apprezzabile, una canzone che però non centra proprio un bel niente con i Beatles.
There’s a Place, di John, non è male con le sue belle armonizzazioni anche se bisogna ammettere che il motivo portante non è un granchè.
Twist And Shout un classico Isley Brothers, è la seconda canzone di cui parlavamo qualche capoverso fa, quella che, mentre registrava il primo disco dei Beatles, John Lennon scelse per fa capire al mondo chi era il nuovo cantante numero uno. Il modo lacerante e scatenato con il quale è eseguita ha fatto impazzire milioni di aspiranti vocalist, compreso il sottoscritto che se non la suona almeno una volta al giorno non è contento.
Questo era Please Please Me dei Beatles, che giunto in casa mia per vie traverse vi ho raccontato ora che sono più o meno adolescente, in pieno ’73 forse ’74, mentre mi sto facendo crescere i capelli e sono indeciso se mettermi gli zoccoli o gli stivali texani, per uscire. Nel cielo non c’è una nuvola e se c’è io non la vedo, indosso alcuni braccialetti di perline e un foulard decisamente hippy: vado a suonare da un amico perchè stiamo formando una band anche se siamo ancora piuttosto indecisi se scegliere, come ispirazione, i Genesis o i Black Sabbath e l’enorme differenza tra questi due gruppi ve la dice lunga sulla chiarezza delle nostre idee. Però non abbiamo in testa la confusione che voi credete perchè siamo nella prima metà degli anni ’70 e pensiamo in un modo abbastanza diverso da voi camminatori del nuovo millennio, voi così confusi da tutti coloro che si vogliono prendere un pezzettino della vostra vita e del vostro cervello in cambio solo di un po’ di aria fritta. Certo, tra un po’ vi raggiungeremo, ma per adesso ce ne stiamo qui tranquilli in pace, a suonare e a sognare tra i colori dei nostri anni ’70.