La Serie dei Beatles – n° 0
Generalmente si pensa che i giovani riescano a mettere, rispetto alle persone più anziane, maggiore passione nelle attività che intraprendono e nelle scelte di vario tipo, ma è una colossale bufala. I giovani sono semplicemente “alla scoperta” e man mano che trovano qualcosa che li coinvolge si sentono come investiti da una missione, credono quasi di averla inventata loro quella cosa e ci si buttano dentro anima e corpo. Poi, dopo un po’, trovano qualcos’altro, qualcosa che li coinvolge maggiormante e lasciano indietro quel che fin lì li aveva tanto esaltati. I più anziani, al contrario hanno già quasi scoperto tutto quel che gli serve e sono costretti a dividere il loro entusiasmo, il tempo, tra mille “antiche rivelazioni” e qualcosa di nuovo, se ne vale la pena. Con questo non voglio dire che i giovani prima o poi cresceranno, anche perchè bisognerebbe intavolare prima una bella discussione sul significato del verbo crescere in questa orribile società che sta correndo verso un collasso dalle conseguenze inimmaginabili (o immaginabili, se la storia ci ha insegnato qualcosa), no voglio soltanto far capire perchè non ho mai comprato i CD dei Beatles. Li avevo già tutti in vinile e con l’avvento della tecnologia ottica ho dato la precedenza all’acquisto di quel che ancora non possedevo, in fondo i Fab Four li avevo già metabolizzati e suonati, i CD non mi servivano.
Sono cresciuto con la musica (anche) dei Beatles in sottofondo. Erano gli anni ’60, quindi era normale, ma tutto veniva dai juke-box o dai 45 giri presi presso le strapiene bancarelle del mercato, che comprarli al negozio era troppo oneroso. Il 33 giri, il long playing o il padellone, come qualcuno lo chiamava, era qualcosa di lontano, di strano addirittura. Quella era una società in evoluzione e la canzone singola, accompagnata dal suo retro, era il formato ideale per correre veloci verso il futuro meraviglioso che ci aspettava, che poi sarebbero questi giorni di merda nei quali i giovani non trovano lavoro e i membri dei governi, con la scusa di salvare la patria, cercano di portare via più soldi possibile ai più anziani per darli non si sa bene a chi e finendo per colpire e sfiancare la patria in maniera molto più forte che se al posto loro ci fosse qualche pazzo furioso. Fossero rimasti nelle loro cazzo di faraoniche case a godersi le loro pensioni d’oro del cazzo forse saremmo sempre nella merda, ma non fino collo come adesso. Credo di avere cominciato ad ascoltare gli album dei Beatles, per intero, dal 1973 e di avere finito nel 1974, il tutto quindi dopo la loro separazione e con tutte le leggende già belle e istituzionalizzate.
Il 9 settembre 2009 è stata pubblicata, in cofanetto e in CD singoli, la raccolta di tutti i dischi dei Beatles rimasterizzati e forse remixati al fine di offrire al mondo il migliore suono stereo possibile per questi (capo)lavori. L’artwork delle copertine riprendeva fedelmente gli originali e il prezzo era, logicamente, piuttosto elevato. Conseguentemente nel 2009 non mi parve il caso di aggiornare la mia CDteca. Ma ecco che, meraviglia delle meraviglie, un noto quotidiano italiano e una rivista decidono di offrire, proprio in questi giorni e in comode uscite settimanali, l’intera opera a un prezzo supercompetitivo. E non si tratta mica di versioni speciali realizzate appositamente, no, sono proprio i CD rimasterizzati originali, senza alcun marchio appartenente ai giornali. Questa volta non ho potuto tirarmi indietro e ho deciso, alla buon’ora, di comprarli tutti. Per amor di cronaca è bene sottolineare che nel 2009 non venne rimasterizzato l’album “Oldies but Goldies” contenente molte canzoni uscite solo su singolo e facente comunque parte della discografia ufficiale, preferendo puntare sulla raccolta “Past Masters” molto più completa.
L’ordine d’uscita in edicola, dei CD, non rispecchia cronologicamente, quello d’uscita sul mercato, esattamente come io non ricordo in che sequenza ascoltai, tra il ’73 e il ’74, gli album dei Beatles così mi è venuto in mente che potrei fingere che siano uguali, cercare di ricordarmi le sensazioni che provai allora, adolescente, nell’incontrare per la prima volta quelle canzoni, e a raccontarvele un po’ alla volta in una Serie dei Beatles di cui questa specie di articolo è il numero 0. Non delle recensioni che, come ben sapete voi miei cari 7 lettori, non sono assolutamente capace di fare, ma semplicemente il ripescaggio di antiche emozioni, di miti, di fraintendimenti, di accordi e melodie uniche. Un gioco, in pratica, vogliamo giocare?
Let’s play!