Il riposo son tre squilli (25 Aprile Sempre)
E allora che alle 7 e mezza sono in piedi; giacca e cravatta e via a Santarcangelo a suonar la tromba per il 25 aprile. Vecchietti che mi dicono “suona l’attenti”, “adesso il silenzio”, “dai su col riposo”, e io che non gli posso star lì a dire che ho fatto l’obiettore, 15 anni fa al comune di Gambettola: facevo il bibliotecario e ho imparato abbastanza bene il Dewey, ma gli squilli militari non li ho mai imparati (son sempre stato più un tipo da cucaracha, ay Ramòn!).
Tutti zitti per ricordare ragazzi e ragazze che più di sessant’anni fa han preso su e si son messi a fare quel che potevano, e spesso anche di più, per liberare sè stessi e l’Italia.
Come dice il Sottotenente Innocenzi (Alberto Sordi in “Tutti a casa”): non si può sempre stare a guardare.
Poi non sto lì a farla lunga sulle stecche che ho inflitto all’Inno di Mameli, però che emozione.
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