Il ragtime
Il ragtime nasce alla fine dell’ottocento come musica da ballo. Infatti si sviluppa dal cakewalk, un ballo particolare a ritmo di marcetta. La musica per pianoforte era quella importata dall’Europa, musica classica principalmente, ma anche musica popolare come canzoni tradizionali, balli di origine nord europea, marce e valzer. I pochi neri (ma specialmente i mulatti che allora erano meglio considerati dai bianchi) che potevano avere accesso a un pianoforte, cominciarono a suonare motivi ritmati e sincopati sul ritmo binario delle marce che si prestava molto a questo scopo. Venivano organizzate feste in cui si ballava il cakewalk, e per un certo periodo divenne una moda anche tra gli americani bianchi.
Chi era il fortunato che poteva permettersi un pianoforte? Non certo i neri, che se lo imparavano era perché qualche ricco bianco glielo aveva messo a disposizione (Joplin cominciò a suonare il piano del padrone bianco che teneva sua madre a servizio). Il ragtime veniva suonato principalmente nei bordelli e nei saloon, per rallegrare la clientela. Ciò rese se possibile ancora più invidiati i pianisti, sempre a contatto con “le donnine allegre” (e purtroppo con la sifilide).
Ma ben presto il ragtime, da musica prettamente pianistica, divenne musica che poteva essere suonata su qualsiasi strumento si avesse a disposizione. Furono proprio le band di ragtime che incisero i primi dischi di questa musica e non i pianisti per problemi di frequenza sonora degli impianti di registrazione, ancora in fase di sviluppo ai primi del 900.
Possiamo individuare delle date precise per meglio inquadrare questa musica nel periodo storico e attraverso le modifiche che ha subito nel corso del tempo, pur mantenendo tuttavia la sue caratteristiche principali di musica sincopata con ritmo di marcia.
1897–1927: Nascita del ragtime come ben riconoscibile genere musicale. In questi primi vent’anni il ragtime conosce la sua massima espressività e il suo maggior splendore.
1928–1940: Declino del ragtime. Cambiano i gusti musicali, nasce il jazz. Il ragtime viene praticamente dimenticato.
1941–1971: Il primo revival del ragtime. Il ragtime viene riscoperto e conosce un periodo di gloria inaspettata
1972–presente: Secondo revival del ragtime. Nuovi compositori si aggiungono ai classici di sempre. Sperimentazione e nuovo apprezzamento di questa musica ormai considerata “musica classica” e Joplin apprezzato come uno dei grandi compositori di tutti i tempi.
Durante il periodo in cui il ragtime è stato in auge nella scena musicale americana e non solo (venne apprezzato moltissimo anche in Europa dai grandi compositori di quel periodo che si cimentarono anche nella composizione di brani ragtime, ma di questo parleremo un’altra volta), esso subì un’evoluzione costante, tanto da essere diviso in fasi che ne sottolineano le caratteristiche compositive e geografiche.
Early ragtime (1897–1905). Il Folk rag venne dal Midwest e dal sud. La componente compositiva dei ragtime di questo periodo iniziale era di origine strettamente folk. I compositori usavano “cucire” tra loro le melodie che sentivano in giro dai musicisti o che provenivano da vecchie ballate tradizionali.
La “Joplin Tradition” o Classic ragtime. La forma di rag “classico” inventata da Scott Joplin che mette insieme la musica folk del Midwest con la musica classica europea.
Popular ragtime (1906–1912). Melodie sincopate di facile presa sul pubblico composta da musicisti professionisti della Tin Pan Alley
Advanced ragtime (1913–1917). I compositori esplorano nuove forme più complesse di scrittura armonica e melodica del ragtime.
Novelty ragtime (1918–1928). Ragtime che sentono l’influenza di un certo gusto “francese” nella composizione, con ritmi più complessi e strutturati.
Stride ragtime (1918–1929). Questo stile proviene dai compositori neri di New York City che operavano nei teatri vaudeville, nei saloons, e nei bordelli.
Durante il periodo di maggior sviluppo, intorno cioè ai primi anni del 1900, il ragtime comincia ad avere entusiasti sostenitori e agguerriti denigratori. Sul fronte dei sostenitori, c’è chi comincia a capire che questa nuova musica è la musica che rappresenta l’america nel mondo. A metà tra tradizione europea ed espressione della sensibilità africana del nero figlio di schiavi, il ragtime è frutto di un’alchimia unica che solo nel crogiolo degli Stati Uniti d’America poteva compiersi.
Di contro c’è chi dice che il ragtime è la musica del diavolo. Il bigottismo agli inizi del XX secolo è forte e controlla tutti gli aspetti della società americana. Quella musica, suonata nei bordelli e nei saloon, non può che avere un aspetto demoniaco agli occhi dei benpensanti e bacchettoni. Aggiungiamoci poi quel ritmo sincopato ossessivo, che porta ad una “estasi” o “perdita di sé”, fortemente contrario alla rigidità formale della musica classica europea. Tutto ciò è condito da una buona dose di razzismo, dove il nero non può e non deve essere il protagonista in un ambito prettamente riservato al bianco, ossia quello dell’arte e della cultura. Quindi il ragtime è visto come un genere di musica pericolosa, che ha la facoltà di deviare la gioventù dalla retta via.
Lo stesso Joplin fu costretto a lasciare Sedalia, per trasferirsi nella vicina ma più grande St. Louis, a causa dell’ostracismo dei bigotti, nonostante avesse già avuto un successo clamoroso nella vendita dello spartito di “Maple leaf rag”. E’ bene ricordare che tra i bigotti non c’erano solo perbenisti bianchi, ma anche molti neri. Nonostante ciò il ragtime ebbe una fortuna e un successo sempre crescente, e Joplin fu acclamato come uno dei geni musicali che l’america abbia mai partorito.