I 10 gruppi preferiti dal Manodipietra (ver. 3.1)
C’è un momento nella vita d’ogni donna, d’ogni bambino, d’ogni animale e perfino in quella d’ogni uomo, nel quale occorre fermarsi per fare alcune considerazioni legate, in qualche modo, al percorso intrapreso per raggiungere quello specifico momento. Le domande che ci si pone durante queste riflessioni son quelle consuete: esiste Dio? l’universo è finito? cosa c’è dopo la morte? è meglio la panzanella o la ribollita? ma le unghie stan meglio rosse o azzurre?
Non noto per intelligenza, per aspirazioni artistiche o per talento musicale, io son rimasto sempre nel solito angolino a farmi gli affari miei, mangiando chili di panzanella con le unghie ben limate e sperando nell’esistenza di Dio così che Lui in persona, nel lontanissimo giorno nel quale ci incontreremo, possa illuminarmi sui misteri dell’universo.
Oggi, in modo del tutto inatteso mi sono svegliato con un interrogativo esistenziale che mi ha tormentato fino al momento di mettermi al computer per parlarvene e di conseguenza poter tornare all’agognata pace: “ma quali sono i miei dieci gruppi preferiti?”
E’ superfluo sottolineare che i gruppi in questione non sono quelli di sostegno ai sofferenti di varie patologie (anche se qualcuno sostiene che dovrei frequentarne diversi) né quelli d’acquisto, tanto di moda in questi strani e poco a fuoco tempi moderni. I nostri gruppi sono quelli musicali, che sia ben chiaro, io non possiedo mezzi culturali per parlare d’altro, fatevene una ragione miei cari 7 lettori.
Tu, proprio tu seduto vicino a quella riproduzione di Tamara de Lempicka (non domandarmi il titolo in considerazione del fatto che hai appena letto il paragrafo precedente) ti stai chiedendo perchè la classifica non debba contenere anche artisti solisti e la risposta che mi sento di darti è: non lo so. L’Interrogativo Esistenziale (d’ora in avanti IE) appena palesato si è subito riferito alle band e non ho avuto il coraggio di fargli troppe domande, chi lo sa come reagirebbe un IE se messo sotto pressione? Comunque i miei solisti preferiti li conoscete, sono Dylan, Guccini, Zucchero, Sylvie Vartan, John Coltrane, Mike Oldfield, Ry Cooder e tutti gli altri.
Per non farla troppo lunga dopo che l’IE si è manifestato, proprio prima della colazione, ho capito che in codesta classifica non potevo inserire la trimurti Beatles, Rolling Stones, Who perche son nomi che vanno oltre le classifiche, son l’equivalente musicale dell’anima per la religione, li abbiamo tutti nel cuore e se qualcuno di voi non li ha si dia una mossa finchè è in tempo, non conviene poi trovarsi davanti al Padreterno privi di anima.
Quindi dopo tanto attendere, e priva della trimurti del rock, eccovi la classifica dei dieci complessi (lo so non si usa più chiamarli così ma che ci volete fare? sono un nostalgico) preferiti dal vostro amichevole Manodipietra di quartiere:
- The Carter Family. Ogni amante della musica moderna, che la si chiami Country, Pop, Rock, Rap, Trap, Pip, Zup o Gnup, dovrebbe conoscerli perchè se si dimentica il proprio passato non si capisce il presente e il futuro diventa automaticamente oscuro, nebuloso e infine pericoloso. Non voglio darvi dettagli tecnici o storici perchè non ne usciremmo vivi e comunque non prima della fine dell’anno, vi basti sapere che nei miei momenti peggiori è sufficiente che mi infili le cuffie e faccia partire una canzone a caso della Carter Family e poi aspettare il momento in cui Maybelle doppia, un ottava sopra, la voce di Sara. Ecco, in quel preciso istante comincio a stare meglio.
- Tuba Skinny. Se c’è una band che, alla distanza potrà insidiare il primato della Carter Family è quella dei Tuba Skinny. Sono al secondo posto solo perchè li conosco da relativamente poco tempo e ho dovuto costringermi a un complesso ragionamento critico/logico/autoanalitico per convincermi a non piazzarli subito al vertice. Parliamo di New Orleans ma dimenticate i vestiti gessati o gli abiti di scena tutti uguali di Louis Armstrong e della sua band, i Tuba Skinny sembrano più un gruppo di hippy che una classica band di jazz tradizionale e forse, chissà, hippy lo sono davvero e ciò spiegherebbe il fatto che nella mia mente li vedo in qualche modo simili proprio ai Grateful Dead anche se vi chiedo, per cortesia, di non soffermarvi troppo su questa idea, lo sapete bene che son svanito. Come detto i Tuba Skinny vengono da New Orleans e il loro repertorio abbraccia quello classico/tradizionale del jazz con sconfinamenti (e conseguente adattamento al loro stile) nel blues e territori limitrofi. La polistrumentista Shaye Cohn è la leader più o meno riconosciuta della compagnia nella quale spicca anche Robin Rapuzzi, che banalmente potremmo definire come il Jimi Hendrix della washboard. Il resto sono musicisti eccezionali e jazz talmente caldo da usare al posto del riscaldamento in inverno e per prendere fuoco d’estate. Vi consiglio vivamente di cercarli su YouTube che vi regalerà centinaia di video entusiasmanti e di comprare la loro musica su Bandcamp. I Tuba Skinny fanno tour internazionali (sono stati anche a Umbria Jazz) e non disdegnano di suonare nei locali della loro città ma è la strada, principalmente Royal Street, il posto ove più amano esibirsi e dopo qualche ascolto, se siete appena appena un po’ umani, la voglia di farvi un giro nella bella Luisiana prenderà anche voi.
- Band-Maid
Da Tokyo arrivano le Band Maid che hanno nell’aspetto esteriore una parte indivisibile da quella musicale essendo showgirl e intrattenitrici di gran classe. Si vestono come le cameriere dei Maid Cafè vi chiamano Master o Princess e definiscono i loro concerti Servizi.Poi dagli amplificatori sparano un hard rock dall’alto potenziale energetico e dall’elevato tasso tecnico che vi manda in confusione così, tra pizzi e calze di seta, ci impiegate un po’ a capire che son proprio brave e non vi spiegate perchè non siano famose come i Beatles. Non me lo spiego neanche io, a dirla tutta! Le Band-Maid sono però di più di quel che sembrano: sottotraccia e con uno stile adatto alla comunità giapponese, portano in primo piano temi sociali come l’uguaglianza tra i sessi e l’omosessualità. Non diventare istantaneamente fan di queste cinque ragazze è francamente impossibile. Provare per credere. - Nemophila. Le giapponesi Nemohila suonano un metal versatile e tecnico mangiandosi vivo qualunque shredder al di fuori del paese del sol levante (che all’interno la battaglia è ardua). A parer mio sono magnifiche: si tratta di musiciste, ognuna virtuosa del proprio strumento, che si divertono e che privilegiano decisamente la musica rispetto al look (relativamente parlando, si intende, siamo anche qui a Tokyo e a Tokyo con il look non si scherza). Vi prego di cercarle e di ascoltarle, non ve ne pentirete: tra scale superveloci, assoli che vi manderanno il cervello in pappa, batteria a doppio pedale, bassi a cinque corde e chitarre con sette potrebbero diventare la band del vostro cuore. Quando poi arriverà la cantante e graffierà le vostre orecchie come una pietra sul vetro per trasformarsi subito dopo in un cherubino dalla voce melodiosa allora non avrete più scampo. Benvenuti nel club.
- Nightwish. La musica che io amo di più è sicuramente il classico Rock’n’Roll, forse perchè me la porto dietro dall’infanzia forse perchè è più libera del blues ma in questa classifica il Rock’n’Roll non è rappresentato e il motivo lo si evince guardando la classifica stessa: ascolto ogni cosa e in ogni cosa ci trovo qualcosa di bello, a volte è talmente bello che scala diverse posizioni nella mia personale Hit Parade al punto da rischiare di rimanerci per sempre, così come è successo ai finlandesi Nightwish che, per la critica, suonano Metal Sinfonico. Io credo che invece siano molto oltre il Metal e che le loro composizioni semplicemente debbano essere definite Musica Contemporanea perchè l’impressione che danno è quella di venire da un posto superiore, in alto, dove solo i più grandi possono volare. Il loro mix di cantato lirico e assenza di inutili virtuosismi strumentali fa a cazzotti con l’headbanging che sempre, nei loro concerti, si scatena sotto e sopra il palco, ma è un dettaglio completamente inutile, davanti alla maestosità delle opere che ci regalano.
- Lovebites. Tutte rigorosamente in bianco e molto fascinose le Lovebites, ognuna di livello tecnico superiore alla media hanno, secondo me, nella potente voce della cantante il loro punto di forza o, considerando quanto sono agguerrite le altre, uno dei punti di forza. Vi regalano un metal classico, veloce e di classe suonato con grazia, eleganza e ferocia. Se siete alla ricerca di un delizioso calcio in culo le Lovebites sono qui per darvelo!
Ecco cari i miei 7 lettori, la classifica dei dieci gruppi preferiti dal Manodipietra è purtroppo terminata, anche se ha solo sei posizioni. Tutto ciò vi lascia perplessi? Non so cosa dirvi ma so, con una certa dose di sicurezza, che di questa classifica non avete colto il punto più importante e cioè che ogni band citata annovera nella propria formazione almeno un componente femminile. Vedete, io penso che il nostro mondo faccia davvero schifo, non sono sicuro che sia una conseguenza del fatto che viviamo in una società patriarcale ma viviamo in una società patriarcale e non possiamo negare che il mondo si sia ridotto a una cloaca. Continuare sulla medesima strada è, a essere ottimisti, controproducente, allora perchè non tentare con il matriarcato? perchè non la smettiamo di affidarci a uomini che prima o poi, inevitabilmente, combineranno un guaio e proviamo a dare fiducia alle donne? cosa mai potrà succedere? che ci deludano come i tizi che ci hanno deluso finora? in ogni caso non avremo perso niente quindi perchè non intraprendere una strada che potrebbe condurci alla salvezza? Non mi sto rivolgendo agli uomini, badate bene, so benissimo che noi maschi nel cervello abbiamo la brezza marina, mi rivolgo alle donne: scegliete altre donne, per favore, smettetela di fidarvi di questi pennelloni che non ne fanno mai una buona, date una possibilità a voi stesse, toglieteci ogni potere perchè tanto noi, per bene che vada, lo usiamo a capocchia. Io faccio la mia parte votando sempre delle donne, se il sistema elettorale me lo consente e, come vedete, apprezzando gruppi che schiarano come minimo un esponente del gentil sesso.
Come dicevamo prima della tradizionale divagazione, nella manodipietristica Top Ten mancano quattro posizioni e allora ho deciso di utilizzarle per creare una mini classifica di gruppi All-Female. Due posizioni su quattro sono occupate da formazioni giapponesi (senza contare le tre presenti nella chart “superiore”) e questo dovrebbe far riflettere molto quei critici che han prematuramente decretato la morte del rock. Il rock è più vivo che mai, solo che adesso preferisce l’oriente all’occidente.
- Grateful Dead. Va bene, lo so I Grateful Dead sono un gruppo maschile ma per molti anni contarono sulla brava Donna Jean Godchaux come cantante solista e quindi rientrano pienamente nel discorso che facevo poco sopra. Molta musica dei Grateful Dead annoia, lo so, ma è quella che suono anche io, pur se non in elettrico: divagazioni infinite a partire da qualcosa di più o meno definito. I Grateful Dead sono il simbolo della cultura hippie, più che una band sono sempre stati una comunità, un ideale, e come tali andrebbero considerati. Jerry Garcia è un monumento alla musica e alla fratellanza. Cosa vi serve di più?
- Babymetal. Tre ragazze giapponesi che ballano in maniera travolgente cantando uno spensierato J-pop con una base di inarrestabile Doom Metal. Avete mai immaginato nulla di più strano? Io no e ne sono rimasto folgorato, così come negli anni ’80 rimasi folgorato dai Sigue Sigue Sputnik senza capire il perchè. Provate a dare una occhiata alle tre ragazze del sol levante (che nel frattempo sono rimaste in due) e, nel caso, fatevi folgorare pure voi.
- Kitty, Daisy & Lewis. In effetti anche questo non è un un gruppo all-female, dal momento che una presenza maschile c’è, in ogni caso io adoro Kitty, Daisy e Lewis. Si tratta di tre fratelli anglo indiani che fanno una musica retrò con un approccio moderno, che si dividono tra vari strumenti e che rendono difficile l’incasellarli in qualche genere specifico. Amo particolarmente il modo nel quale Daisy suona la batteria tenendo il ritmo con tutto il corpo, ma anche gli altri due non scherzano. Vi invito a seguirli sul web e a comprare i loro dischi, la qualità sprigionata dal trio potrebbe togliervi la vista proprio come quando, in piena notte, qualche coglione vi spara i fari abbaglianti in faccia. Nel caso di Kitty, Daisy e Lewis non correte il pericolo di finire fuori strada ma, magari, di trovarne finalmente una.
- Scandal. Le ragazze sono quattro e si destreggiano in un pop rock molto accattivante. Suonano insieme da moltissimo tempo e si vede nel mestiere e nella capacità che hanno di non sbagliare un colpo. Per molto tempo si sono esibite sfoggiando divise scolastiche ed eseguendo coreografie di vario tipo mentre più recentemente hanno deciso di portare avanti una proposta più matura e sofisticata. Cercatele su Internet, fatevi travolgere dai vecchi video e fermatevi ad ascoltare con attenzione le nuove canzoni, sarà una delle poche cose, nella vostra vita, di cui non vi pentirete mai.