Festival Internazionale dell’Oralità Popolare 2012
Attenziò! Attenziò! Questo non è un articolo sul Festival Internazionale dell’Oralità Popolare 2012, quindi se stai cercando un bell’articolo sul Festival Internazionale dell’Oralità Popolare 2012, magari da scopiazzare e da sottoporre a qualcuno che ti lancerà nella luminosa carriera di giornalista (italiano) di costume, arte, musica e mangiate varie, sei cascato male. I miei articoli, se proprio vogliamo chiamarli così, pur partendo da un ben preciso spunto, alla fine parlano quasi sempre dei fatti miei quindi mi dispiace, caro ricercatore, e ti consiglio vivamente di continuar la tua ricerca da qualche altra parte che magari lì ti dice meglio.
Una delle cose migliori della mia città, forse la migliore a ben pensarci, è la capacità di organizzare bellissimi eventi che fanno dimenticare le cose peggiori della mia città, come per esempio una viabilità non pensata per i ciclisti “militanti” come me, e questo nonostante i “miliardi” di chilometri di pista ciclabile sbandierati in giro e invece realizzati un po’ alla “così come viene”. Sarebbe bello se i responsabili (ma chi saranno mai questi mitici responsabili?) si decidessero finalmente a capire che una pista ciclabile non è solo una riga dipinta sull’asfalto di una strada o su un marciapiede, non è una stretta via asfaltata o piastrellata nello spazio tra due carreggiate stradali e non è una serie di dati magniloquenti da fornire ai vari convegni. Una pista cilabile è un tipo di Viabilità Alternativa e per essere tale deve necessariamente partire da un posto per arrivare in un altro posto, deve essere ben segnalata, realizzata per essere funzionale e non per apparir bella e deve avere altri due begli aggettivi appiccicati addosso: veloce e sicura. Che senso ha una viabilità lenta, me lo spiegate? perchè un automobilista, per recarsi al lavoro, dovrebbe lasciare a casa la macchina in favore della bicicletta per poi non arrivare mai, impazzire in un mare di difficoltà e rischiare anche di farsi male o di far male a qualcuno? Perchè la nostra Viabilità Alternativa sia veloce e sicura occorre che le nostre Piste Ciclabili siano vietate a chiunque non cavalchi una bicicletta, bisogna quindi che TUTTE siano protette da cancellate o transenne ed è necessario riempirle di cartelli ENORMI che spiegano a tutti i non ciclisti che è vietato passar di lì, pena multe salatissime, carcere, fustigazione, impiccagione, decapitazione. Nella mia città le piste son quasi tutte pedo-ciclabili perchè, per qualche misteriosa e oscura ragione, qualche responsabile ha deciso che ciclisti e pedoni usano lo stesso mezzo di locomozione, o che sono lo stesso mezzo di locomozione, quindi nelle piste ciclabili della mia città è possibile incontrare innamorati a passeggio, mamme affaticate con enormi borse della spesa, bambini ruzzolanti e saltellanti, cani zigzaganti con guinzaglio o senza guinzaglio, nonni con i carrellini di ritorno dal mercato o col passeggino zeppo di nipoti. Mi è capitato anche di trovarci (e lo so che vi sembrerà impossibile) alcuni pensionati che giocavano a carte intorno a un tavolino da pic-nic messo all’ombra di un grande platano proprio dove la pista faceva una curva e loro erano nascosti dal grande platano, tanto non correvano alcun pericolo lì chè di ciclisti non ne passavano certo, talmente grande era il traffico alternativo alla bicicletta. E vogliamo parlare degli automobilisti che neppure si accorgono di viaggiare su una pista ciclabile dipinta sul selciato? hanno colpa loro o ce l’ha chi non ha separato la pista dalla strada usando magari dossetti di gomma o almeno bande rumorose? E vogliamo parlare dei parcheggi? Parcheggiare la bici nella mia città è un’esperienza quasi mistica, oserei dire iniziatica: qui e là sono stati installati (dai responsabili) dei piccoli archi, in numero di quattro o cinque e posti alla distanza di circa un metro l’uno dall’altro, nei quali si può incatenare il mezzo, a patto che, tra due archi non sia stata infilata una motocicletta, e allora lì biciclette, che potevano essere due, non ce ne entrano più. E comunque in queste aree non ci stanno certo centinaia di biciclette che invece, come sempre, sono attaccate ovunque sia possibile attaccarle e ai soliti pali. Dopo la pista pedo-ciclabile abbiamo i parcheggi moto-ciclabili e siccome un po’ siamo stufi di dividere tutto con qualche altra categoria di cittadini, cominciamo a credere che i “responsabili” siano in realtà automobilisti incalliti che dividono il mondo tra quattroruotisti e “gli altri”. I quattroruotisti han tutto quello che desiderano e noi “altri” ci dobbiamo accontentare di dividerci gli spazi. E’ un punto di vista legittimo che però, scusatemi, non mi sento di condividere: io e la mia bicicletta occupiamo pochissimo suolo pubblico, non inquiniamo l’atmosfera, non produciamo inquinamento acustico, non consumiamo petrolio e altre risorse del pianeta, non produciamo scorie impossibili da smaltire, non siamo macchine di morte ambulanti capaci di far stragi di innocenti, di conseguenza voglio essere trattato meglio degli automobilisti, non peggio. E non venitemi a dire che gli automobilisti pagano il bollo perchè il bollo non rimborsa la società nemmeno per la sola occupazione del suolo pubblico, non la rimborsa neanche per un mese. Sarebbe bello se nella mia città si pensasse al benessere dei cittadini e si cominciasse a disincentivare l’uso delle automobili in favore dei mezzi pubblici e delle biciclette, e se questo non è proprio possibile sarebbe bello se si costruissero delle piste ciclabili pensate dai ciclisti e non dagli automobilisti e se si levassero gli orridi archetti, sostituendoli con normalissime rastrelliere dove finalmente potremmo parcheggiare, in bell’ordine, le nostre biciclette smettendola così, una volta per tutte, di arrangiarci attaccandole ai pali. Eccheccazzo.
Epperò gli eventi nella mia città sono grandiosi. Dovrebbero venir qui a imparare gli amministratori del 90% dei comuni italiani, anche quelli turistici che dai turisti san solo borseggiare via il denaro. Qui abbiamo il Torino Jazz Festival (http://www.stonehand.it/wordpress/?p=8384), il Traffic Torino Festival, Settembre Musica, il Festival dell’Oralità Popolare, tanto per dire i primi che mi vengono in mente, quest’anno avremo l’Europa Cantat e non voglio citare gli eventi extra-musicali come il Torino Film Festival, o le centinaia di eventi minori che coinvolgono tutto l’anno migliaia di artisti e che ci rendono la vita un po’ più leggera, anche se non sappiamo dove diavolo attaccare la bicicletta. Eccovi, a titolo di esempio, una iniziativa tra le tante: Case del Quartiere.
Insomma qua siamo bravi a organizzar cose e il Festival Internazionale dell’Oralità Popolare, promosso dalla Rete Italiana di Cultura Popolare è una di quelle cose. Quest’anno si è svolto tra giovedì 5 luglio e domenica 8 ed è stato, come le altre edizioni, entusiasmante: nelle piazze adiacenti Palazzo Carignano, e nel suo cortile, si sono succeduti concerti, dibattiti, conferenze, workshop e molte altre iniziative che non so raccontare per via della mia inadeguatezza. Gli artisti presenti venivano da varie parti dell’Italia, dell’Europa e anche dall’Africa e hanno in molti casi fraternizzato tra loro dando vita a strane collaborazioni e a divertenti ibridi. Per essere davvero perfetto questo festival avrebbe bisogno della presenza di artigiani e liutai, ma spero che a questa mancanza si possa ovviare in futuro. Per ragioni indipendenti dalla mia volontà e del tutto riconducibili al numero di neuroni che, come una particella di sodio in mitica acqua minerale, soffrono la solitudine nella mia testa svanita, non ho potuto seguire tutta la manifestazione, e quella che ho seguito non ve la racconterò perchè sapete bene che sono uno che divaga e veramente rischieremmo di non uscirne vivi, vi segnalerò invece tre gruppi che mi son piaciuti particolarmente e poi starà a voi approfondire se vi si è accesa qualche lampadina insieme a qualche curiosità.
Katouma, danze e musica dal Burkina Faso. Che dire? uno spettacolo travolgente e incredibilmente interessante. L’indirizzo dell’associazione è il seguente http://katouma.blogspot.it/
eccovi un breve video:
LassatilAbballari da Palermo: antropologi, ricercatori etnomusicali e fini interpreti di musica da ballo dell’area del mediterraneo e oltre. Ecco qualche riferimento web: http://www.facebook.com/lassatilabballari.palermo, http://www.myspace.com/lassatilabballari. Qui potete vedere alcune foto di un workshop di tamburello siciliano organizzato da Michele Piccione, polistrumentista del gruppo: http://www.facebook.com/media/set/?set=a.395115527203819.79524.100001161259990&type=3&l=2598cf9ade e nel video che segue una breve dimostrazione della tecnica, avvenuta nel corso dello stasso workshop:
Sempre organizzato dai LassatilAbballari e guidato da Barbara Crescimanno, ecco un breve estratto del Workshop di Contraddanza Siciliana. Suonano, naturalmente, i LassatilAbballari:
qui c’è il link che vi porterà dritti dritti all’album fotografico relativo a questo divertente momento : http://www.facebook.com/media/set/?set=a.395116423870396.79526.100001161259990&type=3&l=cac6cb5aa9
e infine ecco a voi la Compagnia Teatrale Imelannurca, al festival in versione gruppo folk. Tarantella, danza, teatralità, tecnica strumentale, simpatia. Tutto da Torino ma con radici ben salde nel nostro magnifico Sud:
Web: http://www.facebook.com/compagniateatrale.imelannurca, http://www.imelannurca.com/
seguite il link che segue per scoprire alcune immagini della compagnia in azione: http://www.facebook.com/media/set/?set=a.395111360537569.79521.100001161259990&type=3&l=48cbbc5b2c
Eccovi invece qualche bel video girato dal sottoscritto:
Qui infine potrete ammirare alcune immagini della festa finale, nelle quali ritroverete sia i LassatilAbballari che Imelammurca:
http://www.facebook.com/media/set/?set=a.395118070536898.79528.100001161259990&type=3&l=4632f3d10e
God Bless You (and forgive all of us)
Non si potrebbe invece essere più ottimisti e fatalisti e travolgere o essere travolti da un “baldo giovine” di ritorno dal lavoro?
Purtroppo evitando i vecchietti si finisce sempre per travolgere qualche badante di ritorno dal supermarket.
Bell’articolo, ben scritto, direi accattivante. Nonostante il pezzo vertesse sul Festival dell’Oralità Popolare, ho apprezzato moltissimo l’ironia dietro la denuncia, assolutamente condivisa, sulle piste ciclabili.
Perchè la miglior cosa quando si legge è riuscire a visualizzare il gruppo di vecchietti che gioca a carte dietro la curva, evitarli con la bici e sorridere perchè l’Italia è bella anche per questo.
Un grazie