Danilo Vignola: ukulele ed innovazione.
Nel mondo variegato dell’ukulele ci sono artisti che sicuramente sono degli innovatori. Danilo Vignola è uno di questi. Il suo suono e la sua tecnica attingono a vari generi e questo crea un’alchimia unica…non a caso è stato decretato il miglior suonatore di ukulele elettrico mondiale!! Ho avuto il piacere di fargli qualche domanda.
Comprai il primo per curiosità quando vivevo a Barcellona nel 2008. Mi colpì il suono e la versatilità e, da allora, non ho più smesso di sperimentare.
2) Ci descrivi la tua strumentazione (sia live che studio)?
Utilizzo:
a) Un Eleuke tenore modificato: ho applicato corde di chitarra classica (la corda re al posto della corda sol per i suoni bassi e la corda sol al posto della corda do per i suoni medi) utilizzando un’accordatura aperta E A E A. Il tutto è collegato ad una pedaliera dove ho in catena un pedale wah , un pedale compressore (per i soli puliti più bluseggianti) , un distorsore aggressivo (il metal core) e dei riverberi finali, tramite DI lo spedisco nell’impianto senza amplificatori, oppure li utilizzo entrambi (Ampli più casse ) per un sound più devastante.
Questa soluzione mi permette di utilizzare le accordature aperte ricche di bordoni, cosi da ottenere le tipiche sonorità tarantolate della mia Lucania per quanto riguarda i suoni puliti. Per quanto riguarda i suoni distorti invece, questa soluzione mi permette di ottenere i classici power chords tipici dell’ hard rock.
Cambiano un po’ le posizioni specie per le scale, ma il risultato finale è uno strumentino ultra potente che può racchiudere in se (applicando le tecniche appropriate di fingerpicking e di plettro) tutte le soluzioni di generi musicali in un unico musicista e strumentino.
E’ cosi che ottengo il sound “Ethn’n’roll”:
b) Inoltre uso un ukulele aNueNue tenore con accordatura standard G C E A, che collego con una DI ed un pedale pre amplificatore per aumentarne il volume, anche se preferisco, quando è possibile, un buon microfono panoramico senza niente.
Questo è il mio set sia in studio che live , anche se ultimamente sto utilizzando molto più l’ukulele standard , soprattutto in studio (per alcune mie piccole composizioni) e per le collaborazioni con altri artisti.
3) Il tuo stile è davvero innovativo. Si passa dalle influenze classiche al metal nello stesso brano. Quali artisti ti hanno maggiormente ispirato?
Sono cresciuto con il metal: dalla New Wave of British Heavy Metal (NWOBHM) ed il Trash di Los Angeles fino al metal più estremo, studiando privatamente musica classica ed elementi di composizione per svariati anni per cultura personale…poi, durante gli studi universitari, mi sono appassionato alla musica etnica, in particolare quella legata al mediterraneo (dalla tarantella alla bulerias ).
4) Cosa ne pensi della scena ukulelistica italiana e degli artisti che ci gravitano intorno?
Beh in questi ultimi anni è davvero sbocciata, grazie all’inestimabile contributo artistico didattico di Jontom che ha rappresentato l’Italia esibendosi al Roy Sakuma Ukulele Festival (Hawaii 2011), fondatore del sito YOUkulele.com , autore del metodo “No panic” e “No questo è un ukulele” e di preziosi e professionali (sebbene informali) video didattici. Grazie anche a Francesco Albertazzi (Ukuleleje) che ho avuto modo di apprezzare live al M.I.U.F. e che svolge un’intensa attività didattica e live, preziosa per la diffusione della cultura dell’ukulele.
Artisticamente adoro Ukulollo, autore dell’ottimo disco “Completely Unbroken”, i suoi live sono davvero originali e coinvolgenti e i suoi video, supercliccati, sono curati nei dettagli, ispirati da una creatività unica. Mi piace il musicista Enrico Farnedi, eroe dell’ukulele oltre che trombettista, arrangiatore e cantante, autore del disco “Ho lasciato tutto acceso”, un album godibilissimo di canzoni composte con una ricercata delicatezza sia nei testi che nella musica.
Mi ispirano molto le belle atmosfere del progetto El Pancho (colgo l’occasione per complimentarmi per il suo endorsment Risa ukulele) e King Uke, autori dell’Ep “Wanted” . Sono un fan del sound indie beat dei Radio in Technicolor nel loro suggestivo disco “Seliano”. ..
Per quanto riguarda la performance live adoro la travolgente Sinfonico Honolulu, Adriano Bono e La Minima Orchestra … e tantissimo altro , mi dilungherei troppo e questo vuol dire che l’Italia è viva più che mai, (anche nel crescente numero di manifestazioni legate all’ukulele fra cui spiccano il Caldogno ukulele Festival ed il Roma YOUkulele festival…il prestigio mondiale delle corde Aquila…).
5) Grazie per l’apprezzamento per la mia musica! Ed ora una domanda alla quale tengo particolarmente: Pensi che l’ukulele sia poco sfruttato? Secondo me ha delle potenzialità inespresse che rischiano di rimanere confinate nell’ambito delle cover.
Sono pienamente d’accordo con te, sperimentare nuove potenzialità e rinnovarsi, come in tutte le cose, è la garanzia per l’evoluzione e la sopravvivenza. Personalmente trovo poco interessanti e stimolanti le coverizzazioni ukulelistiche dei soliti grandi successi. Tolta l’apprezzabile tecnica e, in alcuni casi, l’eccellente musicalità di una bella interpretazione, trovo davvero difficoltà a coglierne il senso artistico-creativo. Forse, è il modo più immediato per diffondere lo strumento ed intrattenere le masse, ma preferisco decisamente altro. Diffondere nelle coscienze la consapevolezza che esprimersi è il diritto di essere se stessi, forse ci libererebbe dal monopolio della solita musica di quaranta (e passa) anni fa. L’ukulele io lo intendo come un cambiamento. La necessità di un proprio stile dovrebbe essere una priorità che affonda la sua identità nella propria cultura e nel proprio io, libera il più possibile dall’imitazione.
6) Come è nata l’idea del M.I.U.F?
Innanzitutto per divertirci, specie dopo avere avuto dagli imprenditori del settore musicale dettagliate informazioni sull’incredibile incremento di vendita di pulci saltellanti nelle nostre zone grazie soprattutto al contributo degli Ethn’n’roll. Cosi abbiamo indetto un festival che lo rappresentasse anche nella nostra Basilicata, (grazie al sostegno di privati soprattutto, si spera in futuro nel sostegno maggiore da parte delle istituzioni non ancora pronte ad accogliere questi eventi).
7) Come nascono gli Ethn’n Roll? E’ stato davvero molto innovativo inserire l’ukulele in un power trio!
La musica e molti dei testi nascono nell’estate 2008, periodo decisamente bohemien in cui abbiamo girato abbastanza in vari posti d’ Europa con un ukulele e un flauto, io e Gabriele bassista cantante poeta flautista …degli Ethn’n’roll . E’ stato un periodo ispirato, si scriveva e ci si esibiva ai primi microfoni liberi nei caffè letterari, circoli alternativi, teatrini o marciapiedi liberi, insomma, quello che capitava. Poi il progetto di mettere su una band e di portare questo reading letterario sui palchi con un sound “più heavy”, si è realizzato un bel po’ di tempo dopo (inizio 2010, credo) periodo in cui ci siamo uniti al batterista percussionista Giovanni Didonna.
8) Grazie per l’intervista. Hai qualcosa da aggiungere?
Ringrazio voi per l’intervista e per l’opportunità di apparire su questo bellissimo ed importante sito.
Danilo Vignola è una stella! Che un musicista di talento! Grande intervista Pancho. Mi piacerebbe pensare che siamo stati un’influenza sul suo lavoro … dice le cose più belle! Ah ah.
Grandissima fonte di ispirazione, genio, talento e creatività, un numero 1 in assoluto
Mitico Danilo!
Grande musicista e persona!Tanta stima! Abrazos!
Un genio… tutta la mia stima!