Comò Sonoro II ™©® (Synth Station)
Ricordate il mio vecchio Comò Sonoro ™©® (Synth Station), cari i miei 7 lettori? quella roba che avevo costruito per ospitare i miei piccoli synth? no? allora correte a leggere gli articoli che lo riguardano qui (www.stonehand.it/wordpress/como-sonoro-1-synth-station) e qui (www.stonehand.it/wordpress/como-sonoro-2-synth-station).
Con l’arrivo di nuovi strumenti musicali e progettando di acquistarne altri ancora nel futuro, l’amabile accrocchio da me messo insieme è diventato del tutto inadeguato, ho provato per la verità a modificarlo aggiungendo piani e mensoline ma il risultato mi è sembrato parecchio simile all’edificio di un futuro postatomico o al bizzarro elemento di un cementificio, spingendomi a progettare qualcosa di nuovo partendo completamente da zero: il Comò Sonoro II ™©®!!!!!
Il vecchio Comò Sonoro ™©® era costruito interamente con scarti di legno trovati in garage ma per quello che mi accingevo a realizzare non mi era possibile applicare il medesimo metodo, essendo a corto di materia prima, quindi mi sono recato, bel bello, al brico center più vicino e mi sono fatto tagliare i pezzi di multistrato di cui avevo bisogno, ho poi comprato alcuni listelli in legno massello, spendendo in tutto pochi euro, e mi sono messo al lavoro con entusiasmo e buona lena.
Mi preme ricordarvi che non possiedo alcun attrezzo particolare fuorchè un seghetto a mano, una raspa, qualche morsetto e una matita. Voglio ricordarvi anche che per mettere insieme questo lavoro non ho usato né viti né chiodi, ma solo ed esclusivamente colla da falegname a presa, più o meno, rapida.
Il multistrato più spesso, circa 2 cm, l’ho usato per fare la base, una base abbastanza larga e profonda da contenere tastiera e mixer affiancati, una struttura a ponte per altri dispositivi e sufficiente spazio posteriore per ammassare ciabatte e cavi vari.
La parte posteriore del pannello frontale ospita anche due avvolgi-cavo di mia invenzione che servono per mantenere un po’ ordinato il tutto e per separare i cavi di alimentazione da quelli audio e midi.
Il pannello frontale è leggermente inclinato ed è dotato di tre piani di altezze diverse, studiate per ospitare dispositivi di dimensioni differenti.
Ho poi costruito le gambe per sostenere il comò e vi ho inserito un piano, non troppo profondo altrimenti non sarebbe stato possibile inserire le mie di gambe sotto il mobile, per conservare manuali e cavi. La struttura non è incollata alle gambe, così da potere essere spostata su un tavolo, all’occorrenza, o magari su un palco.
Infine ho sistemato al loro posto tutti gli strumenti musicali ed effettuato i cablaggi, operazione risultata alla fine la più lunga e noiosa di tutto il lavoro.
Il Comò Sonoro II ™©®, rispetto alla versione precedente, vede il mixer come parte integrante del tutto e non più come dispositivo esterno e si arricchisce di un Boss SE50, un magnifico multieffetto stereo del 1990, pilotabile via MIDI e inserito nella mandata send/return del mixer stesso. La sezione destinata alla produzione del suono, oltre ai già noti Farfisa K1000, Volca Keys e Volca Bass, vede un Theremin Distant Voices, un magnifico Stylophone, una drum machine Boss DR500, risalente agli anni ’80/’90, dai suoni bellissimi e anche lei gestibile via MIDI e un nuovo synth dalle caratteristiche piuttosto originali, il Waldorf Rocket,
A tutto quanto è stato aggiunto l’Arturia Beatstep, uno strepitoso e duttile step sequencer capace anche di fungere da controller midi, dotato perfino di prese Gate e CV e inaspettatamente in grado addirittura di pilotare e sincronizzare i sequencer presenti nei due Volca. Questo a un costo enormemente più basso di ogni altra cosa presente sul mercato, un gioiellino vi consiglio caldamente, se per caso dovesse servirvi qualcosa di simile.
Come sapete meglio di me, cari i miei 7 lettori, la lunghezza totale dei cavi midi impiegati in una singola catena, non può superare i 15 metri se si vuole che il segnale venga trasmesso senza latenze, lunghezza che alcuni esperti riducono addirittura a 10 metri. Sono quindi vicino al limite e per aggiornare questa Synth Station non ho molto spazio per muovermi: posso ipotizzare l’acquisto di un sintetizzatore d’archi e al massimo di un’altro apparecchio di fascia un po’ più alta, come il Doepfer Dark Energy, eventuali altri strumenti non sarebbero più gestibili via MIDI ma esclusivamente tramite le porte Gate/CV e comunque sul risultato finale ci sarebbe da riflettere non poco. Ammesso di avere abbastanza soldi per la spesa, eventualità non così distante dal sogno mattutino, gagliardo e irrealizzabile.
Staremo a vedere, per adesso suoniamo.