Comò Sonoro™©® 2 (Synth Station)
L’idea del Comò Sonoro™©® nasce da una antica voglia di sperimentare con la sintesi del suono e dalla mancanza di strumenti che mi soddisfacevano al punto da giustificarne l’aquisto, spesso piuttosto oneroso. A un certo punto però la Korg, forte dell’esperienza maturata con dispositivi come i vari Monotron, Kaossillator e Monotribe ha fatto uscire sul mercato la rivoluzionaria serie Volca che ha dato uno scossone al mondo dei sintetizzatori e presumibilmente spinto la concorrenza a studiare prodotti sempre più competitivi, di buona qualità e a buon mercato. Non ho intenzione di fare qui la recensione degli strumenti impiegati per realizzare la mia synth station ma solo spiegare come funziona e la filosofia che ne è alla base. Il tutto in quattro o cinque parole, naturalmente non aspettatevi roboanti sigle o criptici slang per addetti ai lavori.
Nel primo articolo riguardante il Comò Sonoro™©® vi ho mostrato la struttura che ho costruito partendo da materiale inutilizzato che avevo in cantina e qui vi presento gli strumenti che la riempiono. Ritengo legittimo inserire questo articolo nella rubrica riguardante il fai-da-te/riuso intelligente in quanto stiamo parlando di un uso creativo, anche se non proprio alternativo, di macchine normalmente in commercio. Il costo totale di tutta la stazione (escluso il pianoforte elettrico) è pari a quello di un normale synth entry level, senza considerare che alcuni elementi, come il micromixer e l’expander e financo la ciabatta, erano in mio possesso già da parecchio tempo.
Ma bando alle ciance e cominciamo a parlare di cose serie!
Se il cuore della synth station è individuabile in quel che produce il suono, il suo sistema nervoso è composto da due Midisport 2×2 Anniversary che, oltre alla porta USB, hanno due ingressi e due uscite MIDI DIN commutabili in THRU o MERGE, io ho messo in serie le due interfacce MIDI quindi ai due ingressi della prima ho collegato il pianoforte elettrico Yamaha e la tastiera controller Alesis Q25, mentre alle tre uscite rimaste libere ho connesso un Volca Bass, un Volka Keys e l’expander Farfisa FX1000. Le uscite audio di tutti gli strumenti, pianoforte compreso, vanno al Micromix MX400 Behringer che ha volumi individuali e infine l’uscita del mixerino si riversa nel sistema audio che potrebbe perfino essere costituito da piccole casse amplificate anche se non è il nostro caso. Per quanto riguarda l’alimentazione ove è possibile o usato adattatori USB mentre per i Volca, per non appesantire la rete con altri trasformatori, ho preferito usare le pile.
E adesso, dopo qualche foto, parliamo del funzionamento.
Partendo con i Midisport tutti in modalità merge è possibile suonare qualunque cosa con entrambe le tastiere, ma giocando con la funzione THRU le cose si fanno ancora più interessanti: con la pressione di un tasto si può assegnare l’expander al solo pianoforte lasciando i due Volca al controller Alesis e con la pressione di un altro tasto si lascia all’Alesis il solo Volca Keys . Questo è utile se si vuole far suonare al Volca Bass una frase musicale con il sequencer o con una terza tastiera collegata all’ingresso libero del secondo Midisport (che però io non ho inserito) ed eseguire una parte solista con il Volca Keys. E’ anche possibile liberare il solo Volca Bass e lasciare Farfisa e Volca Keys uniti.
I due volca sono entrambi analogici al 100%, sincronizzabili tra di loro e, nel caso, asportabili e suonabili ovunque, grazie alla eccellente ribbon keyboard di cui sono dotati. Il Bass è monofonico ma il Keys è polifonico e consente quindi anche l’esecuzione di accordi. Nel complesso ci troviamo di fronte a un sintetizzatore che può svolgere alternativamente o contemporaneamente il ruolo di bass o di lead, dotato in totale di 8 oscillatori, due sequencer, 31 controlli rotativi, 12 tasti normali e 32 a sfioramento sulla ribbon keyboard per l’inserimento di funzioni varie, con un suono finale veramente eccellente, senza dimenticare l’expander che può aggiungere alla pasta sonora i classici suoni di General MIDI e altri ancora aggiuntivi. Inserendo la spina USB in un computer, per usufruire cioè dell’interfaccia dedicata, l’expander offre anche il classico suono, e i controlli, dello storico Farfisa Compact, quello degli organi drawbars come il Vox Continental e un altro sintetizzatore a due oscillatori. Insomma, c’è da perdersi nelle possibilità. Inoltre essendo l’Alesis Q25 un ottimo controller MIDI può essere impiegato per selezionare le varie voci e i parametri dell’expander da suonare poi col pianoforte, che ha una gestione del MIDI limitata.
Ogni elemento del Comò Sonoro™©® è sostituibile, ovviamente, e il tutto è ampliabile, previa l’aggiunta di altri Midisport 2×2 Anniversary.
Prossimamente inserirò un piano tra le gambe della struttura per ospitarvi un vecchio pedale sustain rotto che sono riuscito a riparare miracolosamente e probabilmente sopra i synth me metterò un altro per ospitare un piccolo computer portatile. Possiedo da tempo immemorabile una batteria elettronica e un processore d’effetti dotati di interfaccia MIDI e sto valutando la possibilità di integrarli nel Comò Sonoro™©®, più che altro per renderlo più figo visto che fanno già parte della catena essendo inseriti nel sistema audio. Se poi dovessi trovare usate (che i soldi son quelli che sono) altre macchine interessanti probabilmente ingrandirò ulteriormente la struttura attingendo agli avanzi di multistrato che giacciono in cantina. Per “altre macchine interessanti” penso al Waldorf Rocket, per esempio, o al simulatore di pianoforti GEM, o vagheggio addirittura di Moog Minotaur, anche se per poter acquistare quest’ultimo mi sa che dovrei cominciare a giocare al lotto e sperare pure di vincere.
Comò Sonoro™©® 1 (Synth Station)