Guendalina Guitar
Questa chitarra è fatta con parti di molte altre chitarre.
Tutto cominciò nell’81/82 da un bellissimo manico, costruito da un artigiano torinese, in acero con scorrevolissima tastiera in bel palissandro verniciato
al quale aggiunsi un corpo costruito da me, meccaniche Schaller messe un po’ di traverso, ponte e abbassacorde del medesimo liutaio pocanzi citato e tre pickup single coil Fender. Il suono era buono, ma mi mancava ancora qualcosa, quindi cominciai a lavorare su un corpo spesso sei o sette centimetri, semiacustico ma completamente chiuso per evitare problemi di feedback. La voce che alla fine uscì fuori dalla chitarra spenta, non era un granchè, sicuramente a causa dei legni generici che avevo usato, così praticai un paio di fori sulle spalle per liberarla un po’ e infatti ci fu un miglioramento, ma ogni impressione o considerazione svanì nel nulla non appena la collegai all’amplificatore: mille colori esplosero improvvisamente liberandosi felici nell’aria e ci credo bene, avevo aggiunto altri tre pickup Fender e ognuno era dotato di switch, inversione di fase, tono e volume. Era uno spettacolo anche a guardarsi, verniciata di rosso fiammante, 6 pickup, 12 interruttori e 12 manopole, inoltre era leggera e molto maneggevole. Ci suonai per un mucchio di tempo! Peccato non avere delle foto da farvi vedere…
Alcuni anni dopo trovai, usato, il corpo di colore viola, in frassino, che vedete nella foto (i graffiti sono una aggiunta successiva), reperii da un rigattiere la mascherina in acciaio e ritornai così a una forma, e un suono, più classicamente Stratocaster con la possibilità, rispetto all’originale, di avere a disposizione anche tutti e tre i pickup contemporaneamente, per via degli switch individuali. Debbo con dolore annunciarvi che questa sarà anche l’incarnazione finale della chitarra: una delle viti usate per serrare il manico si è rivelata difettosa e, una volta avvitata fino in fondo si è spezzata a circa sei millimetri dalla testa e non credo di poterla estrarre senza danneggiare il corpo o il manico, quindi… in compenso nella parte posteriore esiste uno sportello per poterci alloggiare una batteria da 9v, nel caso, assai improbabile, decidessi di rendere la circuitazione attiva.
Guendalina, questo è il nome dello strumento, è rimasta per molti anni dimenticata in cantina e quando l’ho ripresa non funzionava più. Dopo un primo momento di smarrimento ho deciso di darmi da fare per rimetterla in sesto, ho quindi acquistato dei nuovi switch, corde, cavetti e potenziometri, proprio quelli che vedete nella foto poi, armato di saldatore e di tutto il resto, ho svitato il battipenna, eliminato tutti i componenti elettronici ormai inservibili e provveduto a sistemare i nuovi. Come potete ammirare
nell’immagine che generosamente vi mostro ho eliminato due potenziometri e li ho sostituiti con degli switch a sei vie da usare per l’inversione di fase da applicare al pickup al manico e a quello centrale; diamo ora una occhiata a una istantanea con tutto il cablaggio1, una all’intera paziente, poi richiudiamo il tutto e cominciamo pure a divertirci.
Non vi allego alcuno schema perchè il disegno non è il mio forte e su internet potete trovarne quanti ne volete posso però spiegarvi cosa c’è alla base di queste modifiche che ho apportato alla chitarra nel mentre che la rendevo di nuovo operativa: negli anni ho imparato a detestare la manopola del tono, non serve a nulla se non a creare un inutile filtro tra il suono vero del pickup e l’amplificatore, mi sono reso conto che anche i volumi individuali sono eccessivi e creano soltanto confusione. Nel contempo ho capito che bisogna sfruttare ogni singola possibilità che i magneti offrono, quindi fase, controfase e possibilità di accenderli e spegnerli singolarmente. Su Guendalina non ho messo l’invertitore di fase sul pickup al ponte solo perchè non avevo abbastanza buchi sul battipenna e non mi andava di farne uno nuovo, anche se ho contemplato per un po’ la possibilità di eliminare anche il volume generale…
Ed ecco qui per voi l’immagine della nostra chitarra, completamente ristabilita e pronta all’uso, con manopola del volume in stile Fender ma spostata nella posizione di quella del tono. Come forse saprete già, miei cari 7 lettori, l’inversione di fase non ha alcun effetto se applicata all’unico pickup acceso, entra in azione soltanto se ce n’è un altro in funzione perciò, tenendo ben presente questo principio scopriamo felicemente che la nostra tigre dispone di ben 14 combinazioni utili differenti che vado a elencarvi senza indugio alcuno:
- tastiera
- tastiera+centrale
- tastiera fase+centrale
- tastiera+centrale fase
- centrale
- centrale+ponte
- centrale fase+ponte
- tastiera+ponte
- tastiera fase+ponte
- tastiera+centrale+ponte
- tastiera fase+centrale+ponte
- tastiera+centrale fase+ponte
- tastiera fase+centrale fase+ponte
- ponte
Alcuni timbri sono piuttosto vicini tra di loro, in particolare il 3 e il 4 pur con apprezzabili differenze. Esiste anche la 15 combinazione che sarebbe tastiera fase+centrale fase ma credo che le due fasi si annullino generando un suono identico al 2.
Non ricordo il modello dei pickup ma in ogni configurazione possibile restituiscono un purissimo suono Fender, quello che ti mette i brividi e ti fa amare la chitarra come se non esistessero altri strumenti al mondo.
La Guendalina Guitar è tornata e non se ne andrà più, anche se il frassino del corpo la rende pesante come un accidenti. Parigi val bene una messa!
- in realtà il cablaggio in foto è sbagliato, ma ho scordato di riprendere quello corretto [↩]