Bruce Springsteen + Sessions Band: We Shall Overcame-The Seeger Sessions e Live in Dublin
Chi mi conosce sa che non amo particolarmente Bruce Springsteen e questo non vuole affatto dire che non mi piace, semplicemente vuol dire quel che ho scritto. Non credo che Springsteen sia un genio, anche se comunque per seminare tutti i successi che ha seminato nella sua carriera non deve certo essere uno sprovveduto, non mi piace il culto estremo dell’immagine, anche se ammetto che la sua immagine è tra le migliori in circolazione (e che il rock’n’roll deve essere anche immagine), non penso che le sue canzoni siano memorabili, anche se riconosco che la sua voce è talmente bella da rendere splendide anche canzoni decisamente mediocri o scontate. Non vado ai suoi concerti e non entro in agitazione quando si avvicina il momento dell’uscita di un suo nuovo album.
Pete Seeger invece, lo sapete tutti miei cari 7 lettori, mi piace un sacco. Mi piacerebbe anche se non avessi mai ascoltato una sua canzone: e questo per la sua storia e per il suo coraggio, per la sua ricerca musicale e la passione politica, l’essere orgogliosamente marxista in un’epoca in cui l’america era piombata nell’oscurantismo, per l’entusiasmo che ha sempre messo in tutto cio’ che faceva, per le sue bellissime trasmissioni televisive che sono riuscito a vedere tramite YouTube, e per avere scritto inni come The Hammer Song, We Shall Overcome, Turn Turn Turn, Guantanamera (che è come se l’avesse scritta lui) e tante altre, tutte dirette verso un ideale, tutte piene d’ amore e determinazione. Ce ne fossero altri come Pete Seeger…
Poi un giorno Bruce Springsteen raduna un po’ di musicisti folk e insieme a loro incide un album meraviglioso…con le canzoni di Pete Seeger e avviene un piccolo miracolo, il miracolo
di ascoltare un piccola parte del repertorio di questo immenso artista eseguita da una band di prim’ordine e cantate da un cantante che al mondo ce n’è davvero pochi come lui, e cosa fa il vostro Stonehand? si compra il disco, naturalmente, nella versione che contiene cinque tracce in più e un gustosissimo DVD che illustra le varie fasi della registrazione dell’album e qualche esibizione dal vivo. A questo punto se foste furbi e se non l’aveste ancora fatto dovreste correre a comprarvi l’album, perchè ne vale fortissimamente la pena. Dovreste farlo anche se, incomprensibilmente, non siete amanti del folk, perche Bruce Springsteen è Bruce Springsteen e reinventa letteralmente il genere mettendo il turbo ai vari contrabbassi, banjo, violini, washboard, steel guitar e creando così un sound completamente originale e davvero molto accattivante, riuscendo anche a tenere sospesa sopra la testa di tutti la sensazione che ci si stia solo divertendo e che il disco non contenga altro che la trasposizione di canzoni eseguite tra amici in mezzo a bevute varie. Oppure potreste addirittura ricevere l’impressione che, prima della tecnica, il Boss abbia chiesto ai propri musicisti di mettere in primo piano irruenza, energia e gioia di far musica. Niente di tutto questo è vero, è meglio che lo sappiate miei cari 7 lettori, tutti conosciamo l’estrema professionalità di Bruce Springsteen e possiamo mettere la mano sul fuoco che il risultato ottenuto è esattamente quello che aveva in mente e programmato con cura. Comunque sia andata ll risultato, se mi si concede per una volta l’autorità di coniare un termine proprio come fanno i veri critici, lo si può definire Garage Folk o Power Folk ed è esattamente quello che anche a me piacerebbe suonare, magari con un po’ più di armonica e un chitarrista che suona la chitarra acustica esattamente come faceva Jerry Garcia.
Le canzoni contenute nell’album sono queste: Old Dan Tucker, Jesse James, Mrs. McGrath, O Mary Don’t You Weep (molto coinvolgente), John Henry, Erie Canal (grandiosamente epica), Jacob’s Ladder, My Oklahoma Home, Eyes on the Prize, Shenandoah, Pay Me My Money Down (altro gioiellino), We Shall Overcome, Froggie Went A-Courtin’. Queste le bonus tracks: Buffalo Gals (un classico revisitato in maniera straordinaria,) How Can I Keep From Singing, How Can A Poor Man stand Such Times And Live (non ci sono parole per descrivere questa versione), Bring ‘Em Home, American Land (travolgente e spettacolare). E questi sono i musicisti, di altissimo livello, che hanno partecipato alla realizzazione dell’opera:
Bruce Springsteen: voce, chitarra, harmonica, organo B-3 e percussioni
Charles Giordano: organo B-3, piano e fisarmonica
Sam Bardfeld: violino, voce
Soozie Tyrell: violino, voce
Art Baron: basso tuba, trombone, mandolino, flauto irlandese, euphonium
Ed Manion: sassofono tenore e baritono, voce, percussioni
Mark Pender: tromba, voce
Richie “La Bamba” Rosenberg: trombone,voce
Frank Bruno: chitarra acustica, voce, field drum
Patti Scialfa: chitarra acustica, voce
Mark Clifford: banjo
Jeremy Chatzky: contrabbasso, basso
Larry Eagle: batteria e percussioni
E subito dopo l’uscita di We Sall Overcame-The Seeger Sessions Bruce, con la moglie Patti e altri sedici musicisti chiamati per l’occasione The Sessions Band, se ne è andato tranquillamente in giro per il mondo a suonare le canzoni di Pete Seeger, con l’effetto collaterale di introdurlo in culture che non lo conoscevano o lo conoscevano poco (come la nostra). Se non lo aveste ancora capito quando si parla di “canzoni di Pete Seeger” si intende normalmente tutto quello che egli ha cantato e non rigorosamente ciò che ha scritto, perchè Seeger era anche un musicologo, figlio di un musicologo, e gran parte della sua vita l’ha trascorsa nella ricerca e nello studio della tradizione e nel completamento di quel che ritrovava incompleto, molto di quel che è ora considerata musica tradizionale americana è frutto del lavori di ricerca, “ricomposizione” e reiterpretazione di Pete Seeger. Dopo questa doverosa precisazione mi pare anche doveroso dirvi i nomi dei componenti della banda quindi ecco a voi The Sessions Band:
i musicisti sono gli stessi che hanno inciso We Shall Overcame-The Seeger Sessions con l’esclusione degli ottimi Mark Clifford, Mark Pender, Richie Rosenberg e l’aggiunta di:
Clark Gayton: trombone, voce, percussioni
Curt Ramm: tromba, voce, percussioni
Greg Liszt: banjo, voce
Marty Rifkin: steel guitar, dobro, mandolino
Marc Anthony Thompson: chitarra acustica, voce
Curtis King Jr.:voce, percussioni
Lisa Lowell: voce, percussioni
Cindy Mizelle: voce, percussioni
Live in Dublin oltre che un Disco è un DVD/Blue Ray eccezionale ove si può capire perfettamente perchè Bruce Springsteen è soprannominato il Boss, dal modo in cui incita i suoi musicisti e divide il palco con loro. Il concerto è una lunga cavalcata tra grandi classici di Pete Seeger, nuovi classici e qualcosa del repertorio springsteeniano rivisitato in chiave folk/acustica, il tutto eseguito con allegria, forza e un pizzico di (finta?) anarchia. Una menzione speciale va naturalmente a Patti Scialfa corista e moglie del nostro, perchè se il marito è arrivato a registrare un simile capolavoro un po’ deve essere anche merito suo e a Marty Rifkin che con la sua Steel Guitar a volte è riuscito a tessere trame davvero magiche. La lista delle canzoni è questa: Atlantic City, Old Dan Tucker, Eyes on the Prize, Jesse James, Further On (Up The Road), O Mary Don’t You Weep, Erie Canal, If I Should Fall Behind, My Oklahoma Home, Highway Patrolman, Mrs. McGrath, How Can a Poor Man Stand Such Times and Live?, Jacob’s Ladder, Long Time Comin’, Open All Night, Pay Me My Money Down, Growin’ Up, When the Saints Go Marching In, This Little Light of Mine, American Land, Blinded By the Light, Love of the Common People (bonus), We Shall Overcame (bonus).
Le canzoni si equivalgono come bellezza e perizia dei musicisti nell’esecuzione ma, conoscendomi, dovreste già aver capito quale è quella che preferisco, è quella Love of The Common People scritta nel 1967 da John Hurley e Ronnie Wilkins per i Four Preps e che molti di voi ricordano per la fortunata cover di Paul Young, ma registrata anche da Nicky Thomas, Waylon Jennings, Pat Boone, Lynn Anderson, Leonard Nimoy, John Denver, The Everly Brothers, Joe Dolan, Elton John, Stiff Little Fingers, The Winstons e Joe Strummer. Nella sua versione Springsteen divide il microfono con Curtis King Jr e dà una interpretazione superba di un classico moderno ove oltre alla consueta energia, tra le pieghe del folk si avvertono ancora gli echi lisergici e l’imminente Summer of Love del periodo nel quale la canzone è stata concepita e un qualcosa di vagamente giamaicano. Ascoltare per credere…
Secondo i miei personali e sicuramente fallaci metodi di giudizio, il dittico composto da We Shall Overcame-The Seeger Sessions e Live in Dublin è il capolavoro assoluto di Bruce Springsteen: musica immortale al servizio di un grande leader e cantante e la cosa più bella di tutte, miei cari 7 lettori, è che quello di cui abbiamo appena parlato lo trovate in giro a prezzo speciale e il suddetto dittico, trasformato in trittico, con l’aggiunta del Blue Ray, e avendo cura di scegliere la versione con DVD delle Seeger Sessions, per un totale di un DVD, un Blue Ray e due CD (ma allora è un quadrittico!), potreste anche, con un po’ di fortuna, riuscire a portarvelo a casa per meno di venti euro! Un prezzo minimo per un opera memorabile e non capisco perchè, invece che correre a procurarvela, state ancora qui a leggere.
La stima per Springsteen supera in questo momento il gradimento per le sue canzoni, ma questo disco, comprato subito alla sua uscita, e’ notevole.
Dovremmo preparare anche noi qualche canzone di Seeger, per la prossima Ukulelata…
A parte che sono un fan di Bruce anche come autore, quoto in pieno l’articolo. Disco stupendo ed i live al Forum di quando ha portato in tour The Seager Session è stato uno dei concerti più belli emozionanti della mia esistenza. Una cosa che ti riconcilia con la musica, con la vita. Straordinario.