Brasileirinho
Ascolta radio e musica hawaiiana
si sintonizza sulla birra brasiliana
Alberto Camerini (Non Rompermi)
Ho sempre pensato che la birra brasiliana fosse una simpatica invenzione della canzone citata sopra, un grazioso ska firmato Alberto Camerini che tutti dovrebbero ascoltare almeno una volta nella vita, e invece pare proprio che esista, e che sia anche piuttosto buona, almeno a giudicare dalle grandi quantità che i protagonisti di questo film ne tracannano in noncurante allegria. E deve avere anche miracolosi effetti propedeutici allo studio delle arti legate alla musica, considerando lo sconfinato numero di ottimi musicisti e ballerini che il Brasile sforna senza soluzione di continuità.
Ma io, miei cari 7 lettori, non sono un appassionato di musica brasiliana, non lo sono mai stato. Forse non riesco a decifrarla e di conseguenza la snobbo, oppure sono piuttosto occupato a cercare di capire la musica della mia terra così quella che viene da un’altra parte del mondo non mi interessa più di tanto, fattostà che il Samba non mi fa fare neanche una piega e la Bossa Nova men che meno, se anche fossi abbastanza intelligente da capire in cosa si differenzia dal Samba…intendiamoci, non è una cosa di cui vantarsi, anche se in questi scellerati tempi vi son riveriti e omaggiati personaggi che della propria ottusità e dei propri scarsi orizzonti fanno gran vanto, si tratta pur sempre di ignoranza. E l’ignoranza, comunque ci capiti addosso, è proprio la madre di tutti i mali, non basta la povera scuola dei nostri infelici giorni a combatterla, per farlo degnamente ci vuole un’arma che tutti dovremmo possedere e che invece non possediamo tutti: la curiosità. E’ stata la curiosità a farmi prendere in mano questo DVD in videoteca e la consapevolezza della mia poca conoscenza nei confronti della musica brasiliana me l’ha fatto portare a casa. “Cerchiamo di grattare via un pochino di ignoranza” mi son detto furbescamente.
Che poi se fossi stato già in partenza un po’ meno ignorante avrei capito fin dalle note di copertina che questo film non parla affatto di Samba ma di qualcosa di diverso, più antico e decisamente più bello: il Choro.
Con l’aiuto di immagini spesso belle e ricercate Mika Kaurismäki, il regista, ci porta a spasso per Rio e per altri ameni luoghi, alla ricerca del Choro e dei suoi musicisti e il viaggio è affascinante perchè negli stessi posti, con le stesse facce e con lo stesso accento che conosciamo bene e che associamo al Samba e al Carnevale ci viene raccontata una storia differente, quella della musica dalla quale tutto è partito e dalla quale sono nati il Samba (più legato alla comunità nera), la Bossa Nova, il Maxixe e chissà cosa altro ancora.
Il Choro.
Nel film si racconta, e non ho alcun motivo per credere che non sia vero, che il Choro è nato in Brasile intorno al 1870, come musica da ballo, dalla fusione di Polka, Valzer e ritmi afro-brasiliani, insomma un bel miscuglio per definire quello che altro non è se non un tipo un po’ particolare di jazz. Un jazz dove il virtuosismo è obbligatorio, come l’improvvisazione, e non c’è il minimo spazio per i suonatori dilettanti, un jazz dove se escludi i Pandeiros indiavoltati e provi a tenere il tempo con le mani o coi piedi ti accorgi che, cavolo, ci entra perfettamente una polka e non capisci come sia possibile.
Nel film la musica, naturalmente la fa da padrona ed è possibile assistere a esibizioni di decine di musicisti che suonano e improvvisano insieme senza la benchè minima sbavatura o parvenza di errore. I virtuosi che si susseguono sullo schermo sono molti, ognuno con la sua storia, ognuno col suo strumento dal quale è capace a tirare fuori l’impossibile. Gli strumenti del Choro sono molti, probabilmente tutti, i principali sono la chitarra, spesso a sette corde, il mandolino (l’Italia del sud in qualche modo c’entra sempre), il flauto e il cavaquinho. E poi clarinetto, tromba, trombone, sassofono e, soprattutto il tamburello tipico del Brasile, il pandeiro che conferisce allo Choro il tipico sapore brasiliano, con il fitto tappeto ritmico che riesce a creare.
Il film diventa appassionante man mano che si va avanti nella visione e non finisce prima di averci dato anche qualche dimostrazione del ballo associato allo Choro, che è un ballo di coppia, come quelli europei da cui deriva, ma tipicamente brasiliano. Capirete quel che voglio dire quando lo vedrete….
Nel Choro si può trovare davvero traccia di tutto e riesce a essere coinvolgente in un modo che non capita mica al Jazz che suoniamo dalle nostre parti e per quel che mi riguarda neppure al Samba o alla Bossa Nova. Credo di avere trovato una musica brasiliana capace di appassionarmi. Ed è stato molto facile trovarla, sono bastati un DVD e un pizzico di curiosità.
Basta davvero poco a combattere l’ignoranza, se si ha voglia di farlo sul serio, non è vero?