Bob Dylan, impressioni
Fino alla maggiore età Bob Dylan non mi piaceva. Gli concedevo una certa qualita’ nei testi, considerandoli comunque un po’ retorici. Null’altro.
Un bel mattino, però,mi sono accorto che poche canzoni mi piacevano piu’ di Like a Rolling Stone. Ed erano quasi tutte di Bob Dylan. Just Like a Woman, It’s All Over Now Baby Blue, I Want You. E mi sono anche accorto che i testi non erano retorici, cazzo, erano poetici e originali (How many roads must a man walk down Before you call him a man? )
I migliori testi degli artisti che piu’ amavo non erano neanche avvicinabili a queli di Dylan (I read the news today oh boy-About a lucky man who made the grade-And though the news was rather sad-Well I just had to laugh).
Dylan e’ un poeta, e che poeta ragazzi…e’ subito chiaro perche’ i maggiori poeti della Beat Generation cercassero di essergli “vicini”: cercavano di capire come fosse possibile che quel ragazzo scrivesse, con facilita’, cose che loro non sarebbero mai stati capaci di scrivere, e anche di carpirgli dei segreti. E’ sufficiente leggere Dylan e poi Ginsberg, Corso, Ferlinghetti…non c’e’ paragone la qualita’ e l’ispirazione dei testi di Dylan e’ nettamente superiore…
Qualche anno dopo seppi che il mio idolo indiscusso di allora, Slash, suonava nel disco di Dylan, Under the Red Sky, e contemporaneamente mi accorsi che l’attacco di organo di Like a Rolling Stone (di nuovo) mi dava ogni volta un brivido. Era musica, non parole. E se Dylan fosse stato anche un musicista? E perche’ nell’intervista che lessi Slash, un musicista fenomenale, straparlava dicendo che era l’esperienza piu’ importante della sua vita?
Dylan scriveva fantastiche melodie che amava stravolgere quasi cantasse cover di qualcun’altro. Era un chitarrista coi controcazzi, ottimo pianista e, pur considerando gli evidenti limiti fisici, era anche un cantante di primissimo ordine. Era un musicista e mica di quelli disposti a imparare! Ha suonato con i maggiori musicisti del mondo e, fin da quando aveva vent’anni, tutti pendevano dalle sue labbra, tutti cercavano di imparare qualcosa. Dylan era uno che dirigeva ed insegnava.
Dylan e’ stato l’icona di diverse generazioni. E’ sempre andato per la sua strada, facendo quel che riteneva giusto, anche contro tutto il mondo e anche, come capito’, rischiando fisicamente.
Non e’ mai stato la mia icona…io preferisco i musicisti tatuati, quelli come Jorma, Keith Richards, Slash…
Ma mi rendo conto che Dylan e’ stato il piu’ grande autore di testi nell’ambito della musica “leggera”, il piu’ grande autore di musiche e uno dei migliori interpreti del tutto. E nell’ambito della musica “leggera” gli do’ la medesima importanza che do’ a Dante nella letteratura. Va studiato e metabolizzato.