Aldo Tagliapietra: Le mie Verità Nascoste
I gruppi rock o beat, per noi ragazzi degli anni 60/70, erano qualcosa che i giovani del terzo millennio, con tutta la buona volontà del caso, difficilmente sarebbero in grado di capire: rappresentavano un sorprendete punto d’incontro tra la moda, la politica e la religione, un ideale che con la musica c’entrava solo fino a un certo punto e che, fossero esistiti da qualche parte dei validi leader, sarebbe anche riuscito a cambiare il mondo. L’uscita di un nuovo 33 giri era un evento atteso con trepidazione e l’ascolto una esperienza mistica. Un semplice fill di chitarra non era mai un semplice fill di chitarra, era un segno, un messaggio, un’alchimia d’artista.
Le Orme sono state una delle più rilevanti formazioni italiane di quel periodo: dopo un inizio caratterizzato da un beat di matrice anglosassone, all’inizio degli anni ’70 virarono verso un progressive piuttosto originale e capace anche di piazzare dei singoli nella parte alta delle classifiche, obbiettivo che pochi altri riuscivano a centrare. Si trattava di un trio composto di organo/synth, batteria, basso/chitarra capace di allargarsi ad altri strumenti/componenti in base all’ispirazione del periodo, al vento della musica, alle opportunità.
Le Orme sono uno dei miti della mia adolescenza e Aldo Tagliapietra è stato il bassista/chitarrista/cantante delle Orme, autore di gran parte delle musiche della band e anche di diversi testi. Con questo credo di aver detto tutto e comunque spero di avervi fatto capire l’importanza che questo musicista riveste per la musica italiana e soprattutto per me, giacchè le sue canzoni le cantavo in continuazione dal momento che, tra le altre cose, mi venivano anche abbastanza bene!
In Le mie verità nascoste, Aldo ripercorre la sua infanzia a Murano descrivendo un sorta di antica e solida civiltà che anche io ricordo, come ricordo che ebbe il primo scossone durante gli anni ’60 per poi scomparire definitivamente alla fine dei ’70 sostituita non dalla supertecnologia, come qualcuno ingenuamente crede e che invece si sviluppó in modo parallelo ed inizialmente abbastanza lento, ma dal qualunquismo e dal consumismo più sfacciato e sfrenato. Tutto questo, in una specie di selezione naturale all’incontrario, ha condotto agli allucinati genitori dei nostri giorni, assolutamente incapaci di educare i propri figli e a figli incapaci di distinguere, una volta cresciuti, non solo il bene dal male ma anche una bolletta del gas da una reclame. Sì è proprio la merda nella quale sguazziamo oggi e che spinge un ragazzo a disperarsi perché non ha l’iPhone e non perché non ha un futuro, la merda che permette a quattro lestofanti di fare tranquillamente nel nostro paese il lavoro che milioni di locuste fecero in Egitto ma con la sicurezza che nessuno lo tramanderà mai ai posteri perchè nessuno ha i mezzi necessari per capirci qualcosa.
Il mondo di cui parla Aldo Tagliapietra è un’altra cosa, è abitato da persone vere, cresciute con valori forti e con in testa tradizioni importanti, un mondo reale che ha al proprio centro una famiglia vera, con ruoli molto ben definiti e un obbiettivo comune, capace di trasmettere tutto quanto ai figli che, anche se diventeranno musicisti rock, riusciranno facilmente a mantenere per il resto della vita l’educazione ricevuta insieme a quei valori morali e a quelle tradizioni di cui sopra.
Scorrendo le pagine scopriamo le prime esperienze artistiche del musicista di Murano, il successo con le Orme e molte gustose chicche come, per esempio, la descrizione delle feste di piazza di una volta, già raccontate in una famosa canzone di Edoardo Bennato, descrizione esattamente uguale al ricordo che io stesso ne ho, avendole vissute e avendone metabolizzato l’atmosfera: le prese in giro agli artisti da parte dei vitelloni di paese, le miss in tiro, i commenti degli spettatori casuali, dei passanti, la dura scorza di quelli sul palco, le luci, il fornaio aperto per l’occasione, il sindaco e la sua passerella, le nuvole sempre pronte a qualche improvviso scherzetto.
Il libro affronta con serenità le prime crisi della banda, il caso di Sanremo 82 che portò al loro primo scioglimento, la controversia sull’uso del nome, comune a tanti altri gruppi e, naturalmente, contiene molte pagine dedicate alla famiglia, ai figli e alla moglie, pagine piuttosto belle e sentite, a dire la verità, pagine che fanno bene al cuore dei fortunati lettori.
Le Mie Verità Nascoste non è una vera autobiografia ma il “montaggio finale” di molte ore di interviste al quale sono state tolte le domande per dare al tutto una struttura narrativa e questo un pochino si avverte, a essere sinceri, anche se non toglie proprio nulla alla bellezza complessiva del racconto. Il libro è stato curato da Omero Presenti, Gianpaolo Saccomano e Gloria Tagliapietra e se siete stati fan delle Orme o della musica progressiva dovete leggerlo assolutamente, se non lo siete stati vi conviene farlo comunque come regalo a voi stessi: si tratta di un opera davvero eccellente.