AC1 RhytmVOX Bass

Gli amplificatori VOX sono da sempre i miei preferiti, non per qualche loro particolare caratteristica tecnica ma per via dei Beatles, che li usavano dal vivo (e forse anche in studio) e quindi delle migliaia di foto che, da bimbo, mi passavano sotto il naso sulle riviste che givavano per casa e che ritraevano i quattro capelloni con l’immancabile marchio inglese alle spalle. Il modello AC30 è sicuramente il più accreditato rappresentante di quello che è universalmente conosciuto come British Sound anche se io, nella mia volgare semplicità, questo British Sound non è che abbia capito tanto bene che cosa sia: anche i Marshall sono inglesi, furono usati dalle band provenienti dalla terra d’Albione durante la mitica British Invasion e vengono normalmente scelti da gruppi di oltre oceano che si fanno vanto di avere un sound non solo statunitense ma addirittura unionista. Mi è capitato di avere tra le mani alcuni di quegli amplificatori a modelli fisici e mettendo a confronto il preset “inglese” con quello “americano” qualche differenza, lo confesso, l’ho avvertita, ma presi singolarmente e lontani l’uno dall’altro non sono stato capace di riconoscerli, probabilmente perchè ho le trombe di eustachio a fine garanzia oppure perchè non ho mai capito nulla di amplificazione. Non so dirvi, di conseguenza, se l’oggetto di questo articoletto suoni a stelle e strisce o alla Union Jack e francamente della cosa mi importa poco o niente, a me interessa soprattutto che faccia il suo dovere e che mantenga tutta la roba che promette sulla carta, quindi andiamo a un po’ a vedere che cosa succede dalle sue parti.
Si tratta di un micro amplificatore di quelli, per meglio capirci, realizzati quasi sempre in plastica e che possono essere agganciati alle cinture per suonare all’aperto. Il nostro AC1 RhytmVOX Bass, però, la clip per la cintura non ce l’ha, forse perchè è più pesante di quel che sembra (550g senza batterie) e in fondo non è consigliabile appenderselo alla cintura che se cade rischia di danneggiarsi seriamente, oppure perchè per suonare all’aperto serve una scatola più potente che altrimenti nessuno ti sente! In ogni caso sulla sinistra della parte posteriore fa bella mostra di sé un feritoia simile a quelle presenti sui telefonini utili per legarci laccetti da polso (o magari da piedi, vai a sapere) quindi se proprio si desidera agganciarselo alla cintura, a tracolla o portarlo in giro tramite maniglia il modo di farlo c’è. La caratteristica principale dell’AC1 RhytmVOX Bass è che è stato progettato per basso e, che io sappia, è la prima volta che un amplificatorino di così ridotte dimensioni (170x67x128 mm) è destinato a questo compito e questa è comunque una bella novità per i bassisti che finalmente potranno anche loro sfoggiare, nelle jam casalinghe, questo tipo di gadget come gli amici chitarristi che, invece, li impiegano da tempo immemore.
La nostra piccola belva si accredita di una potenza di 1W RMS su 8 Ohms distribuita su due speaker VOX Originali da 3 pollici e 4 Ohms ciascuno nascosti dalla classica griglia a rombi del marchio inglese, funziona con 6 batterie di tipo AA o con un adattatore standard da 9 volt, di quelli con il negativo centrale adottati anche da Boss per i suoi pedalini. La durata delle batterie, se alkaline, è stimata in 26 ore, tempo che a me pare ottimo, anche se non ho ancora potuto fare test esaustivi in merito.
Lateralmente dispone di una presa per cuffia (che probabilmente può essere usata anche come uscita verso un mixer) e in alto, vicino ai comandi, di un ingresso audio per una sorgente sonora esterna. Il piccolo Vox è ditato di tre controlli: Drive, Tone e Volume che funzionano esattamente come dovrebbero funzionare, il primo satura il segnale, il secondo lo equalizza e il terzo si occupa del volume generale. Vicino all’ingresso strumentale e al led di alimentazione c’è un piccolo switch che dal modo “normal” permette di passare a quello “bright”.
La prova pratica è molto convincente, agendo sul “drive” non si raggiunge mai una distorsione di tipo metal e il suono del basso rimane sempre ben riconoscibile mentre andando a cercare atmosfere più tranquille si riescono a ottenere timbri puliti e decisamente caldi, infiammabili ulteriormente con l’inserimento del “bright”, che interviene ottimamente anche nei contesti di maggiore saturazione. Ovviamente l’apparecchio funziona egregiamente anche con le chitarre, sia dotate di trasduttore che di pickup, dove sembra sprigionare una potenza molto maggiore che con il basso, sviluppando inoltre una voce molto, ma molto bluesy capace di toccare quel crunch tanto amato da certi chitarristi.
Ma non è mica finita qui, cari i miei 7 lettori: il nostro amico ha nel suo arsenale ben 11 ritmi, ognuno disponibile in 6 variazioni diverse per un totale di 66, ottimi per esercitarsi senza essere costretti ad annoiarsi con il classico metronomo e anche per jammare in casa in assenza di batterista. I generi a disposizione sono 8 Beat, 16 Beat, Triplet, Irregular, Rock/Metal, Blues, Jazz/Funk, Country, Reggae, Dance e Songs, l’ultimo non contiene semplici patterns ma veri e propri arrangiamenti ritmici basati, secondo la casa produttrice, su brani popolari, in pratica 6 canzoni complete. L’impiego di questa sezione è possibile tramite 3 manopole: la prima seleziona i generi, la seconda interviene sul tempo (40-240bpm), la terza regola il volume generale. Un pulsante è adibito allo start/stop e un altro alla scelta delle variazioni ritmiche. I suoni sono buoni e ben equalizzati quindi non si sente il bisogno di un ulteriore controllo di tono che infatti non c’è, il pulsante che seleziona le variazioni è accompagnato da tre led in grado di passare dal verde al rosso, quindi, in base a quale è illuminato e in che colore, è sempre possibile capire quale ritmo è in esecuzione senza bisogno di costosi e fragili schermi LCD, questo pulsante ha sempre la precedenza sulla manopola del genere quindi se ci si trova, per esempio, sulla quarta variazione “blues”, portando il controllo su “reggae” ci si sposterà sulla quarta variazione “reggae”.
Il piccolo Vox, come ciliegina sulla torta, offre anche un accordatore della quarta corda del basso.
Che dire ancora di questa macchina? che se cercate qualcosa di professionale nel campo degli amplificatori dovete rivolgervi a modelli superiori e che se cercate qualcosa di professionale che sostituisca egregiamente una batteria dovete comprarvi una buona drum machine. Se invece vi serve qualcosa di piccolissimo che, a meno di 50 euro, vi permette di esercitarvi e di divertirvi con un po’ di ritmi allora l’AC1 RhytmVox Bass potrebbe davvero essere quello che fa per voi, senza contare la bellezza e la storia del logo VOX e i potenziometri a becco così vintage, ma così vintage che di più proprio non si può. Ne esiste anche una versione progettata per la chitarra elettrica, chiamata semplicemente AC1 RhytmVOX, capace di saturazioni e overdrive, ma questa è tutta un’altra storia.